ICT: spazio all’innovazione negli ‘Otto punti di Governo’ del PD

di Flavio Fabbri |

VINCITORI

Stamattina il segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, ha presentato alla direzione del partito la sua proposta in otto punti per un ‘Governo per il cambiamento’. Una piattaforma semplice e concreta per cambiar pagina, per lo sviluppo e la crescita, che potrebbe anche trovare l’attenzione del suo più probabile interlocutore in Parlamento, il Movimento 5 Stelle.

 

Otto soluzioni per uscire fuori dalla ‘gabbia dell’austerità’, con l’obiettivo di “conciliare la disciplina di bilancio con investimenti pubblici produttivi e di ottenere maggiore elasticità negli obiettivi di medio termine della finanza pubblica”, per adottare ‘misure urgenti sul fronte sociale e del lavoro’, per lavorare ad una ‘riforma della politica e della vita pubblica’, con il dimezzamento dei Parlamentari, la cancellazione in Costituzione delle Province, la ‘revisione degli emolumenti di Parlamentari e Consiglieri Regionali’. Seguono le leggi contro la corruzione ed il falso il bilancio, la ‘legge sui conflitti di interesse, sull’incandidabilità, l’ineleggibilità e sui doppi incarichi’, gli interventi a favore dell’economia verde, della sosteniblità, dell’istruzione e le norme per affermare i diritti civili.

 

Un pacchetto che probabilmente è solo il preludio per ulteriori azioni normative tese a rafforzare l’azione di Governo contro la crisi economica e per l’occupazione. Al suo interno, trovano finalmente spazio argomenti quali l’Information and Communication Technology, l’efficienza energetica, le smart grid, la banda larga.

 

L’ICT, l’Agenda Digitale italiana, le reti broadband sembrerebbero occupare anche una posizione di rilievo nel programma presentato oggi da Bersani, perché inserite nel secondo punto, tra le Misure urgenti sul fronte sociale e del lavoro. Nello specifico, il ‘Programma per la banda larga e lo sviluppi dell’ICT‘ è messo subito dopo i Pagamenti della Pubblica Amministrazione alle imprese e l’Allentamento del Patto di stabilità. L’ICT torna quindi centrale nello sviluppo del Paese e potrebbe ricoprire un ruolo determinante per l’uscita dalla crisi.

 

Secondo diversi studi, la realizzazione di un’Agenda digitale per l’Italia può ridurre il deficit dello Stato di 19 miliardi di euro entro il 2013, tagliando il rapporto deficit/Pil dal 3,9% attuale all’1,5%, e stimolare al contempo una crescita del Pil tra lo 0,69% e l’1,30%.

 

Un po’ più in basso, al punto 6, troviamo invece le proposte per alcuni settori che cominciano anche in Italia ad emergere come prioritari: energia, ambiente, sostenibilità, riciclo rifiuti, smart grid. Tutti punti già in agenda per qualsiasi centro rubano che abbia intenzione di sviluppare progetti di Smart city. Una buona notizia, quindi, soprattutto perché gli stimoli alle imprese che lavorano in questi ambiti non farebbero altro che aumentare i posti di lavoro e redistribuire le ricadute positive su tutta la catena del valore delle Città intelligenti, che è davvero lunga.

 

Se si investisse di più in tali settori e sulle Smart city in generale, a fronte di una spesa di qualche miliardo l’anno, da qui al 2013, secondo un recente Rapporto ABB-Ambrosetti, si avrebbero ritorni fino a 10 punti di PIL l’anno, senza contare le conseguenze positive, in termini di occupazione, competitività, innovazione, diffusione di nuove conoscenze e molto altro.