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eSOCIETY: Hillary Clinton sostiene su YouTube i diritti dei gay

VINCITORI

Essere diversi comporta sempre un prezzo da pagare, in questa società e nella vita in generale. Diversi nel modo di vestire, nel modo di mangiare, per le proprie opinioni politiche, per la musica che si ascolta, per il proprio orientamento sessuale e il colore della pelle, esistono cento e uno modi di esserlo e, allo stesso tempo, di essere discriminati. Il problema, ovviamente, è che diversi si è, finchè sono gli altri a ricordarcelo.

Negli Stati Uniti una lunga catena di suicidi tra adolescenti gay, negli ultimi giorni, ha scosso il paese e l’opinione pubblica. Ragazzi di 16, 18 o anche 13 anni, che si sono tolti la vita perché i propri coetanei non accettavano il fatto che un amico, compagno di classe o di squadra, potesse essere omosessuale. La diversità pagata a caro prezzo, in questi casi.

Personalità del mondo dello spettacolo, dello sport e della politica, si sono subito mobilitate al fianco delle associazioni per i diritti civili e democratici della comunità LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender), lanciando una campagna pubblica contro la violenza e l’intolleranza che si genera attorno agli omosessuali, soprattutto adolescenti. Anche Hillary Clinton, due volte first lady e attuale sottosegretario di Stato USA, ha deciso di lanciare un suo personale messaggio di solidarietà e ha scelto YouTube per farlo, la piattaforma di condivisione di contenuti video più popolare la mondo.

Un video di poco più di 2 minuti e mezzo, commosso, convinto ed efficace, a ricordare che la vita è un bene a cui per nessun motivo si può rinunciare. “Tenete duro e chiedete aiuto. La vostra vita è tanto importante per la vostra famiglia, per i vostri amici, per il vostro Paese”, ha affermato con forza nella parte centrale del discorso il sottosegretario di Stato Americano. “Se non vi soddisfa, ricordate che la vostra vita vale e che non siete soli“, ha sottolineato la Clinton, terminando infine il suo appello con un solenne “Tomorrow will be better!“, domani andrà meglio.
 

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