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Ipse

Italia


Sede
Via dei Caprettari, Roma


Presidente
Vittorio Ripa Di Meana


Direttore Generale
Carlos Macra

URL: www.ipse2000.it

ATTIVITA’

Telefonia Mobile Umts

ASSETTI

Azionisti

Telefonica Moviles, Sonera, Atlanet, Banca di Roma, Xera, Edison, Falck, Goldenegg e altri piccoli azionisti

Partecipazioni

Italia
Nessuna partecipazione

Europa
Nessuna partecipazione

Mondo
Nessuna partecipazione

CRONOLOGIA

2000
(2 agosto) Nasce Ipse 2000; i primi soci sono Acea e Banca di Roma.
(22 agosto) L’assemblea delibera l’aumento di capitale fino a 450 milioni euro, oltre 800 miliardi di lire, e l’ingresso dei nuovi azionisti: la spagnola Telefónica Moviles, la finlandese Sonera, Atlanet, il Gruppo Moratti (E-Planet e Securfin) e la società Xera.
(24 agosto) Presenta la domanda per partecipare alla gara Umts.
(7 settembre) Entra anche il gruppo canadese Tiw. All’8 settembre la compagine definitiva di Ipse 2000 risulta composta da: Telefonica (39,25%), Sonera (19,00%), Atlanet (Acea-Telefonica-Fiat Ifil – 12,00%), Banca di Roma (10,00%), Xera (5,00%), Goldenegg (4,80%), e.Planet (0,50%), Edison (3,00%), Falck (2,00%), Imprenditori e aziende servizi pubblici (coordinati da Adolfo Guzzini 4,45%).
(23 ottobre) Ottiene la licenza Umts.
(28 novembre) Franco Carraro viene nominato Presidente. Telefonica sale dal 39,4 % al 45,59 % mentre la finlandese Sonera scende dal 19 al 12,55 %.
L’assemblea nomina anche il consiglio di amministrazione, composto da 10 membri di cui 5 in quota Telefonica.
(12 dicembre) sottoscrive una linea di credito per 2.502 miliardi di lire che verrà utilizzata per pagare la licenza Umts.

2001
(10 gennaio 2001) Si aggiudica la licenza al costo di 4.730 miliardi di Lire, a cui vanno sommati i 1600 miliardi di Lire per le frequenze aggiuntive concesse ai nuovi operatori.
(22 febbraio) Il Cda designa Pierluigi Celli come presidente esecutivo.
(29 marzo) Nominati i manager di primo livello: Mauro Re (finanza, amministrazione e controllo); Elisabetta Luccitelli (risorse umane); Giorgio Di Stefano (interconnessione e affari legali e regolatori); Maria Carmen Saez Ruiz (strategia corporate); Andrea Faelli (unità business e qualità); Salvatore Toriello (comunicazione istituzionale e pubbliche relazioni); Angelo Cianciosi (sviluppo business); Arnaldo Palamidessi (tecnologia); Nicola D’Amato (commerciale); Fabrizio Angelini (segretario cda); Edoardo Cesarini (servizi generali e sicurezza).
(25 luglio) Firma con Telecom Italia un accordo di interconnessione.
(10 settembre) Sigla un accordo di roaming e interconnessione con Vodafone-Omnitel.
(30 ottobre) Avvia il processo di autorizzazione per il servizio commerciale Gsm presso il Ministero delle Comunicazioni.
(29 novembre) L’assemblea degli azionisti assume all’unanimità una delibera per la copertura dei fabbisogni finanziari dell’esercizio. Nella parte straordinaria gli azionisti approvano all’unanimità l’aumento gratuito del capitale sociale a 2.150 milioni di euro, da 450, mediante conversione delle riserve ‘versamenti in conto aumento capitale.

2002
(30 gennaio) La società annuncia che non c’è nessun congelamento delle attività e nessuna base intermedia con il Gsm e il Gprs. Ipse punta direttamente all’Umts.
(25 febbraio) Telefonica stanzia 250 mln di euro per 12 mesi di attività.
(5 aprile) Annuncia ai sindacati del settore Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilte-Uil che le sue attività operative, già ferme alla fine di ottobre 2001, resteranno sospese sia nel 2002 sia nel 2003 ad esclusione delle attività di acquisizione dei siti.
(9 luglio) Si svolge presso il ministero delle Comunicazioni il primo incontro del tavolo istituzionale aperto dal Governo con i sindacati sulla situazione occupazionale dell’azienda.
(22 novembre) L’assemblea degli azionisti valuta la possibilità di restituire al ministero delle Comunicazioni i 5 MHz di frequenze aggiuntive. Si tratta di frequenze con un costo di 1.600 miliardi di lire (circa 820 milioni di euro) pagabili in 10 anni, e per le quali Ipse ha versato la prima rata nel 2001 e si appresta a versare quella del 2002.

2003
(19 febbraio) L’assemblea di Ipse delibera un finanziamento a copertura dei primi tre mesi del 2003 per le spese di gestione generale e del personale. Il presidente del Cda, Vittorio Ripa di Meana, incontra il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri per affrontare il tema dei 5 MHz di frequenze aggiuntive per l’Umts che Ipse vorrebbe restituire. Il ministro assicura a Ripa di Meana che la questione verrà esaminata attentamente e che sarà risolta in tempi brevi.
(9 aprile) L’operatore mobile italiano dovrà pagare al governo italiano 800 milioni di euro per le licenze aggiuntive Umts. Va ricordato che Ipse, a fine 2002, aveva chiesto di potere rerstituire i 5 megaHerz di frequenze e, quindi, di non pagare le otto rate.
(10 maggio) H3G, Vodafone Omnitel, Tim, Wind e Ipse hanno siglato un accordo per rendere inutilizzabili i telefonini rubati.
(13 giugno) L’operatore italiano, che da un anno e mezzo ha congelato le attività, ha deciso di ridurre il personale di 109 unità. Nei mesi scorsi l’organico è stato portato da 600 dipendenti a 122. Ora per Ipse lavorano solo 13 persone.
(20 giugno) Il ministero delle Comunicazioni chiede ai manager Ipse di verificare se gli azionisti siano nelle condizioni di assorbire il centinaio di dipendenti in esubero.
(29 luglio) Nel corso dell’incontro tenutosi all’Unione degli industriali di Roma non è stato raggiunto nessun accordo tra Ipse e i sindacati sul licenziamento dei 109 lavoratori.
(8 settembre) Si svolge l’incontro tra i rappresentanti di Ipse2000 e quelli del Ministero delle Comunicazioni per esaminare la possibilità di non bloccare le procedure di mobilità e salvare i posti di lavoro dei circa 122 dipendenti rimasti.
(9 ottobre) Si chiude, negli uffici della Regione Lazio, la procedura di mobilità per i 92 dipendenti. Al termine della trattativa, che ha coinvolto anche il Ministero delle Comunicazioni ed il Comitato per l’Occupazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stato firmato un accordo che prevede il licenziamento di 92 dipendenti con l’impegno a favorirne il ricollocamento presso la o le aziende che acquisteranno le frequenze UMTS di Ipse. Le frequenze di terza generazione saranno affittate ad altre società, secondo quanto previsto dal nuovo codice delle TLC entrato in vigore il 15 settembre scorso.

2004
(23 febbraio) Denuncia alla Commissione europea il Governo italiano per la vicenda delle licenze UMTS. Secondo Telefonica il governo italiano, che ha bocciato la richiesta di Telefonica Moviles di poter restituire le frequenze aggiuntive ricevute al momento dell’acquisto della licenza Umts, avrebbe favorito altri operatori, concedendo in acquisto frequenze per la telefonia mobile a prezzi inferiori rispetto a quelli pagati da Ipse2000.
(1 luglio) Comunica al ministero delle comunicazioni che intende avvalersi della possibilità di cedere i diritti di uso delle frequenze Umts in suo possesso. Il ministero delle Comunicazioni nel prendere atto della comunicazione di Ipse 2000 resta in attesa di conoscere l’eventuale cessionario, nonché le modalità stesse di cessione per attivare le procedure conseguenti.
(9 luglio) Chiude definitivamente i battenti ed ora si cerca un compratore per la licenza vacante.
(21 settembre) Vittorio Ripa di Meana, presidente di Ipse, in un’intervista rilasciata a “Il Sole 24 Ore“, ha dichiarato che “l’unica soluzione per risolvere i problemi finanziari e legali di Ipse è la sua vendita a Enel che cederebbe le frequenze a Tim, Vodafone e Wind secondo il prezzo d’acquisto“.
(27 settembre) In merito a Ipse, il ministro Gasparri ha affermato afferma che l’acquirente deve essere indicato entro il 30 settembre. Il governo, ha precisato Gasparri, non deve intervenire “su aspetti di natura fiscale e finanziaria che non gli competono“, ma limitarsi a “dare risposte di natura tecnica“.
(29 settembre) Tim, Vodafone, H3G e Wind formalizzano il loro interesse per le frequenze di Ipse.
(4 ottobre) Chiede al Ministero del Tesoro di poter resituire 5 dei 15 megahertz di frequenze. Inoltre, chiede – allegando le manifestazioni d’interesse ricevute – al Ministero delle comunicazioni di poter cedere gli altri 10 megahertz ad altre compagnie telefoniche.
(7 ottobre) Il ministro delle comunicazioni ha bocciato la richiesta di Ipse che voleva rivendere parte delle frequenze acquisite. “Le frequenze di Ipse potranno essere trasferite soltanto quando ci sarà un’acquirente“, ha dichiarato Gasparri. Ipse dovrà specificare in modo preciso “il concessionario, nonché tutte le condizioni relative al trasferimento“, ha aggiunto il ministro. Secondo Maurizio Gasparri, inoltre, Ipse non può – fino ad un’eventuale soluzione a suo favore del ricorso presentato al Tar – rinunciare ai 5 maegahertz aggiuntivi e pertanto deve versare allo Stato gli 826 milioni di euro di debito correlato.
(19 ottobre) Il ministero delle comunicazioni Maurizio Gasparri rende noto di non aver ancora ricevuto risposte da Ipse su possibili acquirenti delle frequenze della compagnia telefonica.
(29 ottobre) Al direttore generale Carlos Macra e ai 13 dipendenti rimasti lo scorso 27 ottobre è stato annunciato il fallimento delle trattative intraprese da Ipse 2000 per il trading delle frequenze e la cessione dell’azienda. La società chiuderà l’attività entro il 31 dicembre 2004, anche se non sarà liquidata “per gestire le cause contro il Governo italiano“.
(30 ottobre) Il presidente della società Vittorio Ripa Di Meana – in merito alla nota dei dipendenti che parla di ‘fallimento delle trattative’ e di ‘chiusura dell’attività entro fine anno’- ha comunicato che “i negoziati tra Ipse e gli altri operatori per la cessione delle frequenze non sono falliti, sono semplicemente in una fase di stallo in attesa che il Tar del Lazio si pronunci sui nostri ricorsi“.
(11 novembre) Maurizio Gasparri, riferendosi al confronto in corso con Ispe sul destino delle frequenze, dichiara di non aver “ostacolato nulla, dal momento che non è mai venuto di fronte a me un caso reale di trading delle frequenze relativo ad Ipse“. Il Ministro delle comunicazioni, inoltre, ha aggiunto che per conoscere il destino delle frequenze UMTS di Ipse “bisogna ancora aver pazienza perchè il confronto è aperto. La pazienza non è ancora esaurita ma arriverà il momento in cui lo sarà“.

2005
(4 gennaio) Enel non acquisterà Ipse. Enel ha spiegato che le trattative sono state interrotte dopo aver constatato “una divergenza in ordine ad alcuni degli elementi posti a fondamento della suddetta acquisizione e l’impossibilità, considerati anche i ristretti margini di tempo a disposizione, di giungere ad una soluzione“.
(13 gennaio) Il ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, ha dichiarato che Ipse, dopo la mancata operazione di acquisizione da parte dell’Enel, ha due possibilità: “il rispetto degli obblighi della licenza o la vendita delle frequenze“. Sulla possibilità di trovare un nuovo acquirente, il ministro ha precisato che “c’ è ancora qualche tempo. Tutti quelli che sono i termini saranno rispettati“.
Telecom Italia e Vodafone Italia confermano di essere interessate all’acquisto delle frequenze non utilizzate da Ipse.
(16 febbraio) Il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri rende noto che nel giro “di alcune settimane giungerà il parere dell’avvocatura dello Stato” al quale il ministero delle Comunicazioni e la stessa Ipse hanno chiesto di chiarire se in seguito alla richiesta di trading delle frequenze avanzata dalla società, quest’ultima fosse esonerata dagli obblighi di copertura. “Ottenuto il parere, che noi riteniamo sia in nostro favore – ha continuato il Ministro – intimeremo ad Ipse di effettuare la copertura del territorio entro 30 giorni“. “La società – ha spiegato il capo di gabinetto del Ministero delle Comunicazioni avv. Massimo condemi – ha facoltà di rispondere e di chiedere un allungamento del termine“.
(11 marzo) Con riferimento alle notizie diffuse da alcune agenzie di stampa, Vodafone comunica che non è si mai dato luogo a una trattativa per l’acquisizione di Ipse ma solo a contatti informali per alcune verifiche di ordine legale. Tali verifiche si sono concluse con la constatazione che non esistono le condizioni a procedere. Dunque le società, di comune accordo, hanno interrotto qualunque contatto.
(30 maggio) Il ministro delle Comunicazione Mario Landolfi ha annunciato che la lettera “per la revoca della licenza di Ipse” è già partita. Landolfi, inoltre, a proposito della ridistribuzione delle frequenze, ha precisato che ora occorrerà vedere “come impostare la situazione“.
(11 luglio) Il ministero delle Comunicazioni ha reso noto che Ispe ha un mese di tempo per “cedere tutte le frequenze, nessuna esclusa, di cui è stata assegnataria con al gara“, pena il ritiro immediato. Il ministro ha precisato anche “in alternativa gli azionisti possono cedere entro il mese la società ad altri operatori Umts, ovvero a chiunque si impegni ad assicurare l’uso delle frequenze e la prescritta copertura“.
(24 ottobre) Mario Landolfi, Ministro delle Comunicazioni, ha dichiarato che “i tempi per risolvere la questione di Ipse sono già scaduti da tempo e che Ipse troverà una soluzione entro tempi brevi”. “L’ipotesi in discussione – ha aggiunto il ministro – è che altri operatori di tlc acquistino le frequenze che a suo tempo si è aggiudicata Ipse e che la società venga liquidata”. In caso contrario il ministero potrà revocare la licenza e riappropriarsi delle frequenze viste le inadempienze di Ipse che non ha avviato il servizio Umts.

2006
(20 gennaio) Scade il termine entro cui Ipse può presentare l’accordo sulle frequenze Umts.
(24 gennaio) Il ministro delle Comunicazioni, Mario Landolfi, ha formalizzato l’avvio del procedimento per la revoca delle licenze e delle frequenze in mano a Ipse. “La revoca della licenza è stata un atto dovuto, perchè non è stato possibile arrivare ad alcun accordo“, ha poi spiegato il ministro.
(29 marzo) Ricorre al Tar, chiedendo anche un risarcimento danni, contro la revoca della licenza di telefonia mobile Umts. Ipse ha depositato il ricorso accompagnandolo con un’istanza cautelare.
(5 aprile) E’ iniziata la serie di assemblee indette dai piccoli azionisti italiani di Ipse. Gli azionisti italiani hanno investito in Ipse circa 10 milioni di euro e ora vogliono delle risposte da Telefonica Moviles, socio di maggioranza dell’operatore.

DATI ECONOMICI E FINANZIARI

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