Università di Udine: siti web istituzionali troppo indietro rispetto all’Europa

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COMUNICATO STAMPA


Dal confronto con i portali istituzionali europei l’Italia esce ancora debole. Molto è stato fatto ma tanto resta ancora da fare. Lo evidenzia il Monitoraggio 2008 dell’Università di Udine, svolto dal Gruppo di lavoro del corso di laurea in Relazioni pubbliche della Facoltà di Lingue – sede di Gorizia, coordinato dal prof. Francesco Pira, nell’ambito dei corsi di comunicazione e relazioni pubbliche.
Il Monitoraggio rivela i promossi e i bocciati del web tra le più importanti istituzioni. “Quest’anno – sottolinea Pira – abbiamo dovuto lavorare il doppio perché, come era prevedibile, alcuni siti istituzionali sono cambiati con l’arrivo del nuovo Governo. In generale il monitoraggio rileva ancora un andamento a macchia di leopardo sull’accessibilità in rete per non vedenti, ipovedenti o persone prive dell’uso degli arti. Restano, tuttavia, molte ombre sul rapporto tra istituzioni e cittadini sul web. Ribadiamo quanto abbiamo già detto lo scorso anno“. “È ancora poca – precisa Pira – l’interattività. Permangono difficoltà di navigazione e le notizie non sempre sono facilmente reperibili“.

Il Monitoraggio, che si ripete ormai da dieci anni, è frutto di mesi di navigazione nel web da parte del gruppo di lavoro dell’Università di Udine. L’obiettivo è di sondare e analizzare pregi e difetti dei portali italiani e stranieri. Per l’anno 2008 “le istituzioni italiane si dividono tra luci e ombre, eccellenze e mediocrità, perdendo a volte di vista i reali interessi del cittadino, che dovrebbe essere al centro della mission di un portale pubblico“. La nota positiva, gratificante, è che “i rilievi critici che muoviamo – afferma Pira – vengono accolti. Questo nel supremo interesse del cittadino, e con l’obiettivo alto di creare una fortissima interattività tra chi governa e chi è governato“.

Un esempio pratico– continua- è quello del Ministero degli Affari Esteri che ha mantenuto la promessa dopo i nostri rilievi. Infatti è cambiata la sezione in lingua inglese e la titolazione del box di supporto. O la Guardia di Finanza che ha fatto tutto un lavoro di riprogettazione che ci permette di migliorare sensibilmente la valutazione. Le Fiamme Gialle hanno una nuova struttura del menù, rispettato i criteri di accessibilità, e aumentato le possibilità di interazione». In 53 pagine il Monitoraggio analizza la situazione attuale dei principali siti web pubblici, e non tralascia uno sguardo all’estero, dove Gran Bretagna. Germania, Austria e Francia risultano eccellenti perché sono riusciti a dare una visione d’insieme delle priorità e degli obiettivi di azione dei vari governi”“.

Non mancano le note dolenti – evidenzia Pira –ed in particolare il sito relativo al Commercio Estero del Ministero dello Sviluppo Economico, fuori dai parametri di accessibilità e che ha una struttura caotica e inefficiente. Ma anche il Ministero della Giustizia manca di un progetto grafico e di una buona riorganizzazione. Non c’è nei contenuti una marcata distinzione tra cittadino e professionista. Voto basso anche per il Ministero delle Pari Opportunità che sembra essere un cantiere aperto con contenuti scontati ed un interfaccia inadeguato. E i Trasporti che non hanno utilizzato la stessa piattaforma del Ministero delle Infrastrutture di cui fanno parte. Anche la Camera rileva gli stessi difetti dello scorso anno nella navigazione e organizzazione del menù“.

Ma ci sono anche i portali che hanno mantenuto una buona valutazione o sono cresciuti “da segnalare – conclude Pira -la divertente novità nel footer di Governo.it della voce dei siti archeologici, che rimanda ad una pagina con tutte le home page, organizzate cronologicamente, delle diverse versioni del sito del Governo. Il Senato che ha introdotto alcune novità i dossier, la banca dati delle Commissioni ed il sito mobile. O la Polizia di Stato e i Carabinieri che mantengono standard altissimi“.

Tra la fine di settembre e ottobre – annuncia Pira – renderemo noti i dati relativi al Monitoraggio 2008 dei portali dei partiti politici presenti in Parlamento e delle maggiori associazioni di volontariato e no profit italiani e di alcuni siti istituzionali regionali e locali del Friuli Venezia Giulia“.