AmCham: da Europa e Usa il 60% del commercio mondiale. Auspicabili nuovi accordi transatlantici

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Seminario sulle Relazioni Transatlantiche presso la American Chamber of Commerce

COMUNICATO STAMPA


Si è tenuto martedì 13 febbraio presso la American Chamber of Commerce di Milano un seminario sul tema delle Relazioni Transatlantiche tenuto da Donald Bandler e Peter Rashish della Kissinger McLarty di Washington.

Angela Merkel ha recentemente e in più di un’occasione sottolineato il valore di un “mercato transatlantico” che possa rafforzare le relazioni economiche fra Stati Uniti e Europa in particolar modo per quanto attiene temi quali la protezione della proprietà intellettuale, i mercati finanziari e gli investimenti. Un team politicamente ed economicamente delicato che oggi più che mai diviene di rilevanza strategica:

  • sia per la necessità di far fronte alle ansietà legate alla globalizzazione e, in particolar modo, alla crescita spesso non regolarizzata del mercato cinese;

  • sia per superare l’impasse che il Doha Round del WTO sembra ormai aver segnato.

Malgrado le tensioni nate intorno alla Guerra in Iraq, le relazioni US and EU rimangono molto solide e di grande rilievo. Una Free Trade Zone fra le due realtà economiche (TAFTA) renderebbe ancor più evidente questi legami accelerando il processo di armonizzazione politica fra le due sponde dell’atlantico così come Angela Merkel sembra voler auspicare.

“Europa e America insieme rappresentano il 60% del commercio globale”, ha dichiarato Paolo Catalfamo, Amministratore Delegato di American Chamber of Commerce. “La nuova situazione politica negli Stati Uniti, più vicina al clima politico europeo sensibile alle istanze sociali, del lavoro e ambientali, rende più realistica l’ipotesi di un accordo US/EU come il TAFTA e certamente apre degli scenari interessanti che meritano di essere approfonditi”, ha dichiarato Donald Bandler, Senior Director di Kissinger McLarty Associates.

Il concretizzarsi di un accordo come TAFTA deve superare tutta una serie di problematiche – fra le quali l’impossibilità di raggiungere un accordo del genere se non coprendo tutte le aree commerciali – ma lascia intatto un messaggio forte: l’esigenza condivisa di stabilire delle relazioni transatlantiche più forti non soltanto da un punto di vista economico, ma anche e soprattutto da un punto di vista politico in vista di problematiche rilevanti sul tema della sicurezza (Iran, Iraq, Afghanistan e Corea del Nord).