La Rai verso la riforma. Intervista al Sottosegretario Vimercati: ‘Un servizio pubblico forte nel segno del pluralismo e dell’innovazione’

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Key4biz e Radio Key intervistano il Sottosegretario Luigi Vimercati per sapere quali sono le attenzioni e le intenzioni del governo sul futuro del servizio pubblico radiotelevisivo - A cura di Raffaele Barberio

INTERVISTA


Luigi Vimercati

La Rai si rifà solo il trucco o cambia pelle per ridare significato alla missione di servizio pubblico televisivo?

Qualche giorno fa il Contratto di Servizio, tra qualche giorno la presentazione del progetto annunciato dal Ministro delle Comunicazioni che intende riformare la Rai. Sono tutti elementi di un ampio dibattito che coinvolge la politica, gli addetti ai lavori, gli stessi professionisti del servizio pubblico radiotelevisivo.

Su questi temi abbiamo intervistato Luigi Vimercati, Sottosegretario alle Comunicazioni,  che ci ha dato in dettaglio le sue valutazioni ed ha puntualizzato i temi cruciali su cui è necessario articolare il confronto all’interno della maggioranza,  nel Parlamento, con l’azienda radiotelevisiva, con l’opinione pubblica.

Su questi stessi temi è peraltro prevista stasera a Roma (alle ore 17,00, Sala Capranichetta in Piazza Montecitorio) una iniziativa promossa dai DS ed alla quale parteciperà il segretario del partito Piero Fassino, a testimonianza dell’attenzione con la quale i DS guardano al dibattito in atto.

Ecco cosa ci ha risposto il Sottosegretario Vimercati.

   

  

K4B.  Contratto di servizio appena chiuso, disegno di legge sul sistema televisivo e adesso riforma della Rai. La televisione appare come una delle priorità del governo: ragioni culturali, ragioni industriali, ragioni politiche. Cos’è che pesa di più?

 

Vimercati. Tutte e tre insieme. Noi abbiamo posto il tema della riforma del sistema dei media nel nostro programma elettorale, l’abbiamo sottoposto a una grande discussione pubblica e quindi ci accingiamo, passo passo, a tener fede alle indicazioni elettorali. Nei primi sei mesi abbiamo già proposto due interventi legislativi importanti. Innanzitutto il cosiddetto progetto di legge Gentiloni, che riforma in due punti essenziali la vecchia legge Gasparri. Quindi, di concerto con il Ministero dello Sport, abbiamo presentato una proposta di riforma dei diritti televisivi del calcio, che si è ampliato anche ad altri sport professionistici. In questo senso la televisione è certamente una priorità, perché, come è noto, su questo tema si innesta una forte necessità di innovare, perché quello che avviene nel campo dei media in Italia non è quello che avviene nel campo dei media negli altri Paesi. Inoltre, toccare il campo dei media in Italia significa anche dare una risposta importante al conflitto di interessi.

 

 

K4B.  Nella cultura politica italiana la Rai è sinonimo di servizio pubblico, al contrario di quanto accade in Gran Bretagna dove anche la Tv commerciale è considerata tale. Eppure in questi anni  programmi di bassa qualità della Rai sono stati legittimati dallo status di servizio pubblico. E la Rai , forte di tale status, si è spesso sentita in condizioni di fare in un certo senso ciò che voleva, anche di duplicare le pessime espressioni della Tv commerciale che spesso abbiamo registrato? Riusciremo ad interrompere questo gioco al ribasso?

 

Vimercati.  Questo è certamente l’obiettivo che ci siamo posti con il rinnovo del Contratto di servizio della Rai. Credo che uno dei problemi principali del servizio pubblico sia appunto quello di recuperare credibilità, di recuperare prestigio, di recuperare anche l’affetto e la considerazione da parte degli italiani. E’ quindi importante che gli obiettivi ambiziosi che abbiamo posto nel nuovo Contratto di servizio per sottolineare il tema della qualità, siano compiutamente raggiunti. Ce lo auguriamo e, per quanto ci riguarda, lavoreremo con grande determinazione per questo.

 

 

K4B.  Nei suoi interventi fa spesso riferimento al ruolo che l’innovazione può avere per lo sviluppo del nostro Paese. Eppure se guardiamo alla Rai, il Centro di Ricerche Rai di Torino, che è stato un fiore all’occhiello per anni nella storia aziendale, oggi sembra in decelerazione. Se poi guardiamo ai nuovi linguaggi, all’innovazione nei contenuti, anche lì la Rai subisce l’ondata dei format provenienti dal resto d’Europa. C’è modo di invertire questa tendenza?

 

Vimercati.  Lo dobbiamo fare. Innanzitutto è importante avere la consapevolezza che l’innovazione nel sistema dei media è un pezzo importante della modernizzazione del sistema delle imprese. Quindi non è qualcosa che riguarda solo quest’ambito, perché si riverbera complessivamente in positivo o in negativo anche su altri settori.

Certamente il servizio pubblico deve svolgere un ruolo importante, così com’è sempre stato e così come è in Gran Bretagna, dove è il servizio pubblico che guida il processo di passaggio dalla Tv analogica alla Tv digitale, proprio perché ci si rende conto che la rivoluzione digitale deve vivere poi nella vita quotidiana di tutte le persone. Così deve avvenire anche in Italia. Proprio nel nuovo Contratto di servizio abbiamo indicato un ruolo importante per la Rai in questo ambito e quel messaggio deve rimanere molto forte. Abbiamo, tra l’altro, importanti centri di produzione a Milano e a Torino che  lavorano sul tema dell’innovazione ed è il tema su cui la Rai deve riprendere una forte leadership nel campo dei media italiani. La Rai ha, peraltro, tutte le competenze per farlo.

 

 

K4B.  La Tv , il Paese e il potere. La Rai è stata sempre amata perché ha ben rappresentato questo Paese, pur essendo legata a filo doppio con il potere, oggi pare aver perso molto consenso, ma subisce comunque le lusinghe del potere, e addirittura in qualche caso rischia anche di promuoverle. È possibile interrompere questo filo che sembra godere di continuità nella storia dell’azienda? Ed è possibile farlo, valorizzando le grandi risorse interne spesso connotate da altissime professionalità?

 

Vimercati.  Questo del rapporto tra la Rai e la politica è un punto su cui dobbiamo intervenire con grande decisione perché siamo arrivati a dei livelli, francamente, inaccettabili. Non è da oggi che la Rai ha un legame forte con la politica, ma la legge Gasparri ha aggravato questa sudditanza. Di fatto oggi i consiglieri di amministrazione sono di diretta emanazione dei partiti e delle forze politiche di maggioranza e di opposizione, quindi questo è un punto cruciale. L’iniziativa di oggi al Teatro Capranichetta di Roma con l’On. Piero Fassino, lancerà proposte importanti da questo punto di vista, proposte su come recidere questo cordone ombelicale ormai ritenuto da tutti, da noi prima che dagli altri, inaccettabile. E’ da qui che dobbiamo partire per ridisegnare una governance del servizio pubblico che abbia come riferimento imprescindibile il fatto che i padroni della Tv pubblica devono essere i cittadini e non i partiti.

 

 

K4B.  Tra poche ore, come annunciato qualche giorno fa, il Ministro Gentiloni presenterà le linee guida del progetto di riforma della Rai, ma ha però specificato che saranno le proposte e le opzioni del Ministro delle Comunicazioni, piuttosto che del Governo. Cos’è, mancanza di collegialità o valutazioni differenti?

 

Vimercati.  Io credo che in questa fase sia importante aprire una grande discussione nella maggioranza e nel Paese, sulla riforma del servizio pubblico televisivo. E’ importante per le cose che ci siamo appena detti e che riguardano il punto basso a cui è giunto il servizio pubblico. Da qui la necessità di aprire una pagina nuova. Per poter aprire una pagina davvero nuova è tuttavia indispensabile che l’analisi sia molto profonda. Quindi ben venga questa apertura che il Ministro vuole fare, è importante però coinvolgere tutti e trovare una risposta che sia in grado di ridare alla Rai la possibilità di tornare ad essere l’azienda amata dagli italiani.

 

 

K4B.  Nella recente intervista a Repubblica, il Ministro Gentiloni ha confermato l’idea di sottrarre la proprietà del Tesoro sulla Rai con un Fondazione ad hoc, naturalmente questo pone il problema di chi gestirà la Fondazione e ritorniamo quindi ai temi della governance. L’idea è quella che il Parlamento elegga questi rappresentanti con un criterio qualificato, quindi con una maggioranza dei  2/3. Anche l’Autorità deve essere composta da commissari di massima imparzialità e autorevolezza, che però sono tutti dichiaratamente schierati, in qualche caso con palesi appartenenze partitiche. Non potrebbe essere una soluzione quella di ricorrere, come è stato fatto in altri casi e con un certo successo, alle principali cariche dello Stato piuttosto che lasciare la cosa in mano ai partiti?

 

Vimercati.  Le soluzioni possono essere diverse. Certamente dobbiamo partire dall’idea che innanzitutto si debbano reclutare non personalità politiche, ma personalità che abbiamo grandi esperienze nel settore, grandi competenze e professionalità. Questo è già un primo requisito imprescindibile. Oggi il meccanismo del maggioritario fa si che entrambi i Presidenti delle Camere facciano parte dello stesso schieramento. Una volta quel criterio garantiva l’intero Parlamento, oggi non è detto che sia percepito così, nonostante l’autorevolezza dei Presidenti. Prevedibilmente l’opposizione non si sentirebbe garantita. Quindi il meccanismo che prevede una maggioranza qualificata è forse quello più capace di coinvolgere in modo corretto l’intero Parlamento. Il problema però è un altro ed è quello che sottintendeva un po’ la domanda. Tale soluzione non risolve tutti i problemi. E’ quindi forse importante aggiungere un altro tassello e cioè la necessità di cambiare il ruolo del Consiglio di Amministrazione, riportandolo al ruolo tipico di tutti i Consigli di Amministrazione delle aziende, che non è solo un ruolo di gestione, ma anche di indirizzo e di verifica del lavoro che deve essere svolto dall’Amministratore delegato o, in questo caso, dal Direttore generale e dal management. Forse questa è una delle strade per ridurre il tasso di unicità dell’azienda e far si che davvero la Rai possa avvalersi di tanti professionisti, quelli che ne fanno già parte e che sono tuttavia “in panchina” e che quindi devono essere valorizzati, ma anche quelle grandi personalità che il mercato  stesso offre.

 

 

K4B.  Veniamo alle risorse, le linee guida del riassetto Rai prevedono una forte contrazione delle entrate pubblicitarie, che passerebbero quindi da una quota più o meno pari al 50% ad una quota del 15-18% circa, quindi minori risorse dalla pubblicità che dovranno poi in qualche modo recuperate con altre risorse. E’ prevedibile che il canone non possa aumentare in misura tale da arrivare a coprire quel mancato introito pubblicitario.  Allora le risorse economiche da dove proverrebbero?

 

Vimercati.  Io penso che il modello di finanziamento della Rai non dovrà cambiare: una parte saranno risorse derivate dal canone e un’altra parte saranno le risorse derivate dalla pubblicità. Non credo che si possa sfuggire a questa modalità e poi, naturalmente, mi auguro che la Rai possa lanciare altri progetti, altri modelli di business e quindi essere presente anche su altre piattaforme per poter avere ricavi derivanti da altre attività industriali. Questo è uno dei punti su cui noi dovremmo riflettere molto approfonditamente, per non privare il servizio pubblico di risorse importanti anche perché, quando ragioniamo sui temi della qualità, è difficile che la qualità si possa raggiungere senza risorse. Quindi investimenti in tecnologie, investimenti in innovazione, investimenti in nuovi format richiedono risorse e noi dobbiamo dotare la Rai di tale risorse, perché sia un servizio pubblico capace di stare sul mercato e di competere al massimo livello.

 

 

K4B.  In più occasioni, lei ha fatto riferimento alla necessità che la Rai mantenga una adeguata “massa critica”, necessaria a renderla operativa sul mercato con una buona presenza competitiva. Cosa vuol dire, che considera negativamente l’eventuale scorporo di una rete? O si riferisce agli altri segmenti aziendali, ad esempio i canali tematici o il promettente segmento del multimediale.

 

Vimercati.  “Massa critica” vuol dire semplicemente che il servizio pubblico non deve essere un servizio residuale, com’è in altre esperienze come quella americana. “Massa critica” vuol dire che il servizio pubblico deve essere forte, di riferimento, capace di influire nella costruzione dell’opinione pubblica. “Massa critica” significa anche che, così come non pensiamo di privarci della scuola pubblica, penso che vi debba essere un ruolo specifico forte per il servizio pubblico radiotelevisivo che, non dimentichiamo, incide su una questione fondamentale che è quella della cultura, delle idee, del pluralismo, della democrazia e quindi è importante che vi sia questa “massa critica”, al di sotto della quale si perde inevitabilmente il senso del servizio pubblico.

Nella prospettiva poi del passaggio al digitale è del tutto evidente che è inimmaginabile un ridimensionamento della Rai. Il digitale, attraverso canali tematici e altre iniziative editoriali,  ci consentirà di rafforzare la presenza pubblica che non deve essere invadente o mortificante per il privato, ma dev’essere ben riconoscibile, ben chiara e svolgere il ruolo che svolge in tutti i grandi Paesi. E mi auguro che la Rai sia sempre più impegnata in direzione della multimedialità, come lo è il nuovo Contratto di servizio. La multimedialità, va ricordato, è una delle frontiere avanzate del sistema dei media.

 

 

K4B.  Rilancio di una missione ambiziosa, un quadro normativo competitivo, nuove regole di Governo, agilità nella gestione aziendale. Sembrano queste le quattro direttrici su cui la Rai dovrà avviarsi. Quale ritiene sia la più impegnativa?

 

Vimercati.  Quella più impegnativa in Italia è sicuramente quella della governance, perché abbiamo un sistema politico che non favorisce una soluzione in tempi molto rapidi, anche se personalmente penso che la sfida più importante sia un’altra: quella dell’innovazione. Perché questa è la sfida vera: fare della Rai un’azienda altamente competitiva sul mercato, capace di svolgere al meglio il ruolo di servizio pubblico. La Rai ha insegnato agli italiani la lingua italiana, adesso deve insegnare agli italiani anche ad essere presenti nell’ambito dell’innovazione e, più in generale, della rivoluzione digitale che sta cambiando i connotati della vita di tutti gli uomini di questo pianeta e che cambierà inevitabilmente anche i caratteri della vita degli italiani. La Rai deve svolgere un ruolo importante da questo punto di vista per insegnare agli italiani a vivere nel futuro che ormai è diventato il nostro presente.

 

 

K4B.  Onorevole Vimercati, un’ultimissima domanda. Siamo a fine anno, sembrerebbe quasi il momento dei bilanci e dei buoni proponimenti. Stasera ci sarà un incontro importante a Roma e i Ds organizzano questo confronto proprio sui grandi temi della Rai. Lei sarà presente e con Lei il segretario del partito Piero Fassino. Una prova di grande attenzione ai temi della riforma della Rai. Quali sono le aspettative nell’organizzare questo importante appuntamento?

 

Vimercati.  Abbiamo organizzato l’incontro di questa sera innanzitutto per ribadire la centralità del tema della riforma del sistema delle comunicazioni italiane come tema centrale e prioritario del governo, ma anche del nostro partito che è impegnato da sempre sul fronte del pluralismo e dell’innovazione. Con questa iniziativa vogliamo ribadire l’impegno dei Ds verso una politica che ha come obiettivo una riforma ambiziosa del sistema delle comunicazioni, un sistema mortificato dai governi di centro-destra e che noi vogliamo liberare. Vogliamo liberare tutte le energie che il mondo dei media italiani può dare nel segno appunto di un ampliamento del pluralismo e della difesa del servizio pubblico. Il servizio pubblico radiotelevisivo è presidio del pluralismo nel nostro Paese e dobbiamo far si che la Rai esca da questa fase di offuscamento e di difficoltà; che riprenda il ruolo di punto di riferimento per tutte le Tv del nostro Paese; che sappia rispondere alle attese dei nostri cittadini che vogliono un servizio pubblico qualificato e capace di rispecchiare le opinioni del Paese.  

 

 

K4B.  La ringrazio Sottosegretario Vimercati , con l’augurio che il 2007 sia riconoscente nei confronti degli sforzi che Lei sta compiendo.

 

Vimercati.  Grazie e colgo l’occasione anche per formulare gli auguri di Buon Natale ai suoi lettori e alla sua redazione.

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