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‘Agcom e Ministero rivedano il Piano delle frequenze’. Intervista a Pietro Guindani (Vodafone Italia)

INTERVISTA


Pietro Guindani, CEO di Vodafone Italia, ha partecipato al recente Instant Meeting, organizzato a Roma da Isimm e Key4biz. Una partecipazione importante per il ruolo ricoperto e per i numeri rappresentati.

  

Se guardiamo al mercato globale, Vodafone è un colosso dell’industria del mobile presente in 27 Paesi, con oltre 170 milioni di clienti, 43 miliardi di euro di fatturato e 7,5 miliardi di investimenti. Quanto alla presenza italiana, oggi all’undicesimo anno, i numeri ne fanno un protagonista del mercato della convergenza, con una quota di mercato del 33%, equivalente ad un fatturato di 8,3 miliardi di euro, un utile operativo di 3,2 miliardi di euro ed investimenti negli ultimi 5 anni di oltre 9 miliardi di euro.
Una posizione di tutto rispetto, se si considera che Vodafone Italia rappresenta il secondo Paese per importanza all’interno del gruppo Vodafone.
Nel corso dell’Instant Meeting della scorsa settimana, l’intervento di Pietro Guindani si è centrato sul modo in cui regole, competizione ed innovazione del mercato della telefonia possono essere coniugate nel nostro Paese. Abbiamo incontrato Pietro Guindani per porgli alcune domande su parte dei temi da egli affrontati nel suo intervento alla presenza del Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni.

 

K4B. Azioni del regolatore, velocità dell’innovazione, confronto competitivo. Guindani, cosa fare secondo lei per garantire a tutti gli attori pari opportunità?

 

Guindani. La questione delle regole ex ante. Quello delle Tlc è un mercato in continua evoluzione. L’innovazione tecnologica consente oggi ai clienti di utilizzare i servizi di telefonia vocale e di trasmissione dati con soluzioni integrate fisse e mobili. Nasce dunque un nuovo mercato, quello dei servizi integrati, che porterà benefici ai consumatori a condizione che vi sia effettiva concorrenzialità, ovvero vi siano regole che garantiscano a tutti gli operatori pari opportunità per competere nell’offerta. In particolare, non possiamo consentire all’ex monopolista di sfruttare la sua posizione dominante nel fisso anche nel mercato dei servizi integrati. E credo che questo sia possibile solo con una regolamentazione ex ante in grado di innescare un meccanismo virtuoso tra competizione, investimenti e innovazione. Solo grazie alla competizione si può assicurare una continua innovazione, di prodotto, servizi e tecnologie.

 

K4B. Nascono nuovi canali, si affaccia il nuovo mercato dei contenuti digitali, si afferma una nuova frontiera di mercato promettente….

 

Guindani. Lo sviluppo dei nuovi media e la disponibilità di contenuti, sono due aspetti molto importanti per lo sviluppo del mercato. Bisogna massimizzare la diffusione dei contenuti digitali. Gli operatori di Tlc sono in grado di supportare la crescita del mercato favorendo la diffusione dei contenuti e moltiplicando le possibilità di accesso per i clienti finali. E’ necessario consolidare il sistema di relazioni tra produttori di contenuti, aggregatori e distributori per condividere opportunità e rischi imprenditoriali. Solo con la collaborazione di tutti il mercato potrà crescere ancora e i clienti potranno avere offerte sempre più complete e adatte ai loro bisogni.

 

K4B. Però, perché il mercato funzioni, occorre che tutti gli attori possano avere modo di raggiungere i terminali, sembra sempre più scottante il problema delle frequenze, o sbaglio?

 

Guindani. Quello delle frequenze è un problema scottante. Credo che il Ministero e le Autorità debbano rivedere il Piano delle frequenze per i servizi di telecomunicazioni mobili, anche per la sopravvenuta disponibilità di quelle già assegnate per il servizio Tacs e ad Ipse. L’ultima allocazione e’ datata 2002 ed e’ urgente un nuovo intervento a vantaggio del sistema e dei clienti.

Una maggiore disponibilità di spettro permetterebbe maggior sviluppo delle comunicazioni mobili, che hanno volumi di traffico sempre crescenti. Inoltre interventi in tempi rapidi potrebbero voler dire meno antenne sul territorio.

In Vodafone abbiamo sviluppato un modello secondo il quale si potrebbe arrivare fino a 5000 antenne in meno sul territorio nazionale.

Il codice delle telecomunicazioni stabilisce già i criteri per definire i costi delle frequenze da rendere disponibili secondo modalità eque e non discriminatorie.

 

 

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