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Instant Meeting. Una visione strategica di sistema che tuteli i content provider di qualità. L’intervento d M. Rosso (Ansa)

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L’Ansa è oggi un’azienda privata e indipendente, competitiva, libera e autonoma.

Una società cooperativa con 35 azionisti (posseduta dai principali editori italiani), una storia lunga sessant’anni e una fortissima cultura aziendale basata sui valori dell’informazione:  indipendenza, correttezza, tempestività e completezza.

 

I numeri della produzione di Ansa sono ben noti: produciamo più di 2.500 notizie al giorno, di cui 750-800 diffuse in Rete. Siamo quindi gestori, produttori, fornitori, grossisti dell’informazione per tutti i principali broadcaster italiani, compresi gran parte dei presenti.

 

E’ evidente che oggi essere un grossista di contenuti non significa più essere solo uno scrittore di testi: bisogna essere produttori di fotografie, video, MMS, SMS, ecc. L’enorme tumulto provocato dall’evoluzione delle tecnologie e dei modelli di fruizione dell’informazione implica una sfida, non indifferente: innovare la cultura d’azienda mantenendo i suoi valori fondamentali. E’ un processo complesso, che richiede anche un certo supporto.

 

Certamente Ansa si è già fortemente evoluta.

Ad oggi mandiamo in Rete 300.000 fotografie l’anno e realizziamo 18 edizioni di videogiornali al giorno, solo per fare qualche esempio. Non siamo più una semplice agenzia di stampa, quindi, ma un news content multimedia provider e in particolare, produciamo news, che non sono un contenuto qualsiasi richiedono una caratteristica fondamentale: la qualità.  

 

Una delle problematiche che ci troviamo ad affrontare quotidianamente, nel nuovo scenario di mercato, è legato alla convergenza: gli operatori di telecomunicazioni diventano media operator e broadcaster, i broadcaster diventano carrier, i carrier media operator, i nuovi entranti i content provider. A tutta questa pluralità di piattaforme non sempre si accompagna una liberalizzazione: spesso si verificano delle concentrazioni. Ed è proprio in questo scenario che noi ci troviamo ad affrontare un problema di fondo: che venga tutelato il diritto di accesso al mercato dei content provider di qualità.

 

In un panorama caratterizzato da una forte concentrazione di piattaforme – IPTV, Digitale Terrestre, DVB-H ecc. – i produttori di contenuti di qualità si trovano costretti a competere con figure diverse, trovandosi magari a dover diventare anche broadcaster.

Ma chiaramente non sempre è possibile svolgere il lavoro di tutti. Soprattutto se bisogna compiere anche delle scelte di verticalizzazione, come nel caso delle aziende di tlc che imboccano la strada delle media company e persino delle agenzie di stampa.

 

Tutto lecito, ovviamente, ma non bisogna dimenticare che rimane da tutelare anche il diritto di cronaca, che deve essere costantemente aggiornato. La cronaca ormai è fatta di notizie, di video e quant’altro. Ecco perché noi rischiamo di essere schiacciati nella tenaglia terrificante della lotta per i diritti per il calcio, per lo spettacolo, ecc. dove alla fine si sacrifica un diritto fondamentale, cioè il diritto di cronaca, il nostro coreBusiness.

 

Vorrei concludere con una raccomandazione. Dal momento che noi creiamo informazione e comunicazione – e abbiamo come clienti le pubbliche amministrazioni, le istituzioni, le associazioni, le grandi aziende – siamo consapevoli del fattore chiave dello scenario di mercato odierno:  la competitività.

 

Il primo livello della competizione, però, è l’informazione corretta. L’accesso al sistema di comunicazione e la sua gestione in termini di qualità e di valore, indipendenza e autorevolezza è una condizione fondamentale, non solo per le aziende che operano nel Sistema-Paese, ma per il mercato italiano nel mondo.

 

Non si può pensare che il Sistema-Italia faccia un salto di competitività se non è sostenuto da un’infrastruttura di servizio e di comunicazione, dai valori dell’identità e della competizione. Alle istituzioni e ai decisori politici chiediamo quindi una visione strategica di sistema, senza privilegi né supporti. Noi siamo indipendenti e ci teniamo ad esserlo, ma è necessario compiere un salto di qualità nella visione strategica della comunicazione dell’informazione, che funga da leva in un sistema ormai globalizzato e internazionale, in continua e costante evoluzione.
 

(Testo ricavato da trascrizione audio)

 

   

 

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  Instant Meeting – Roma, 4 Luglio 2006

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