Instant Meeting. Regolamentazione ex ante, contenuti, frequenze: priorità del mercato. L’intervento di P. Guindani (Vodafone)

di di Pietro Guindani (Amministratore Delegato - Vodafone Italia) |

L’intervento di Pietro Guindani, Amministratore Delegato di Vodafone Italia, all’Instant Meeting organizzato dall’Isimm e Key4biz a Roma il 4 luglio 2006

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Pietro Guindani


Vodafone opera in Italia da undici anni. Il nostro azionariato è oggi composto dal Gruppo stesso che detiene il 77% del capitale, mentre il 23% è tuttora detenuto dall’azionista americano Verizon Communications.


Vodafone Italia oggi fattura oltre 8 mld di euro e negli ultimi 5 anni ha investito circa 9 mld di euro, il che significa che – parlando specificamente della quota d’investimento in infrastrutture, tecnologie e ricerca significa – un’incidenza sul fatturato annuo del 10-15%.

 

Il gruppo è leader mondiale nel settore delle Tlc mobili, è presente in 27 Paesi con 170 mln di clienti ed effettua investimenti annui superiori ai 7 mld di euro. La quota di mercato che deteniamo nel solo settore della telefonia radiomobile è del 33%.

 

Ciò che forse pochi sanno, inoltre, è che la divisione italiana del Gruppo è la seconda per ordine di importanza, dietro alla Germania.

Analizzando i dati statistici, possiamo quantificare l’importanza dell’Italia per il Gruppo nonché di Vodafone Italia per il mercato italiano: sono 24 mln i clienti nel settore della telefonia radiomobile, di cui 3 milioni utilizzano tecnologie UMTS, oltre 5 milioni i servizi multimediali (ovvero quei servizi che noi chiamiamo Vodafone live!) e 13 milioni sono iscritti al nostro programma di fidelizzazione della clientela, il più grande in Europa in tutti i settori di attività economica.

  

La presenza sul territorio è totale. Operiamo anche attraverso 8 Call Center con 5.000 addetti e abbiamo 7.000 punti vendita in tutta Italia. Per quanto riguarda l’infrastruttura tecnologica, vorrei segnalare la realizzazione a Milano del Data Center per il Sud Europa, un progetto da 300 mln di euro, mentre ad Ivrea è collocato il Centro mondiale di Eccellenza per le tecnologie di comunicazione.

 

La nostra offerta nel settore radiomobile, sia voce che dati, è assolutamente completa.

Una risposta competitiva forte nei confronti dell’integrazione strutturale tra Telecom Italia e Telecom Italia Mobile. Da parte nostra, infatti, abbiamo lanciato da quest’anno servizi integrati fisso e mobile per servire i nostri clienti non solo in mobilità, ma anche a casa e in ufficio. Tali servizi sono soltanto l’inizio di un graduale ingresso nel settore della telefonia, non più soltanto mobile o fissa.

Per quanto riguarda lo stato del mercato, appare evidente che la crescita, in questo momento, è in forte rallentamento. Un fenomeno, questo, che influenza fortemente le quote di mercato – che risultano particolarmente vivaci – e le dinamiche di prezzo, a tutto vantaggio dei consumatori.

Altra conseguenza dello status corrente del mercato è la tendenza di tutti gli operatori a muoversi verso l’integrazione: del fisso con il mobile, delle telecomunicazioni con i media.

 

Concludo sottolineando tre aspetti che rappresentano le nostre attese per quanto riguarda l’azione del Governo.

Innanzitutto, noi crediamo che il ruolo della regolamentazione ex ante sia fondamentale per garantire a tutti gli operatori di tlc pari opportunità di competere, in particolare nei nuovi mercati e soprattutto nel nuovo mercato dell’integrazione fisso-mobile. Soltanto regole ex ante che consentano a tutti gli operatori di competere in modo uguale, infatti, possono sollecitare un meccanismo virtuoso di competizione, innovazione e investimento.

 

Il secondo punto riguarda le regole e il monitoraggio sulla relazione tra reti di telecomunicazione e mondo dei contenuti. Noi riteniamo che sia prioritario massimizzare la diffusione di contenuti digitali. Per raggiungere tale obiettivo, occorre creare un meccanismo di relazioni tra broadcaster e operatori di telecomunicazioni, per cui ci sia vera condivisione di rischi e di opportunità.

 

E infine, l’ultimo tema su cui vorrei richiamare la vostra attenzione riguarda le politiche relative all’allocazione delle frequenze, per la quale l’ultimo intervento risale al 2002.

Oggi è urgente una nuova allocazione di frequenze, sia per ridistribuire quelle non più utilizzate sia per permettere lo sviluppo delle telecomunicazioni mobili che attraggono quote crescenti e traffico. Infine, più frequenze significa anche meno impatto ambientale: come confermato da un modello da noi sviluppato, più frequenze in tempi rapidi potrebbero voler dire 5.000 antenne in meno sul territorio nazionale.  

  

(Testo ricavato da trascrizione audio)      

   

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  Instant Meeting – Roma, 4 Luglio 2006

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