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Intervista a Renato Mannheimer su media, politica ed elezioni: ‘Slogan poco chiari ed efficaci, anche su Internet. Ecco come andremo a votare!..’

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Renato Mannheimer, l’Ambasciatore Sergio Romano e Oscar Giannino hanno presentato – ospiti di Ruling Companies Association – il punto della situazione sulle elezioni politiche a dieci giorni dal voto. Un’analisi lucida e pacata delle conseguenze in caso di vittoria del centro destra o del centro sinistra, con possibili scenari di mercato economico, ripercussioni finanziarie, equilibri internazionali.

Invitato all’evento, Key4Biz ha intervistato Mannheimer, discutendo di sensazioni, dati e certezze presentate dallo stesso analista e sondaggista di lì a poche ore a Porta a Porta in una trasmissione su “media, televisioni e influenza sul voto”. L’intervista  audio – che può essere scaricata in versione integrale su pc, mp3 player o cellulare di terza generazione, per poterla riascoltare in ogni momento – è disponibile presso il canale Canale PodCast di Key4biz.

Innanzitutto qualche dato: in Italia i laureati sono meno del 9% della popolazione, e – secondo un sondaggio citabile perché pubblicato dal Sole 24 Ore in settimana – ancora un elettore su quattro (il 25%) non sarebbe neppure al corrente delle imminenti elezioni. Più che di indecisi bisognerebbe dunque parlare  – secondo Mannheimer – di veri e propri ‘assenti’. Altro elemento che contraddistinguerebbe questa campagna elettorale è una chiarezza di messaggi, di slogan, di gran lunga inferiore rispetto alla precedente; l’incertezza sul voto è di conseguenza superiore.

Che i media non siano arrivati a informare queste persone di una data tanto importante? Che la televisione – sostituitasi ai partiti e agli incontri di piazza con questa legge elettorale – non sia riuscita a giocare il ruolo ‘capillare’ da sempre rivestito dal contatto ‘sul campo’ con la gente da parte dei potenziali rappresentanti? E Internet, che ruolo ha giocato – se ne ha giocato alcuno – nella campagna elettorale?

Sono solo alcuni dei dubbi che hanno guidato la piacevole chiacchierata con ‘l’uomo dei sondaggi’.

[] Ormai la televisione è parte della nostra vita sociale, tutto si è spostato verso la televisione che è diventata lo strumento di comunicazione principale e era inevitabile che lo diventasse anche in politica. Tra un paio di volte lo diventerà la rete, Internet. Invece è stata fastidiosa la polarizzazione sui leader, ma questo è stata colpa della legge elettorale non della televisione [];

[] I giovani stanno su Internet e sono al contrario dei veri “maestri” nella gestione di questa dimensione collettiva. Non stanno seguendo la politica non perché sono tecnologici ma perché la politica è per loro una cosa estranea, a parte forse gli aspetti della scuola che li ha toccati nella loro vita quotidiana [];

[] Internet è complicato da usare, non vuol dire fare il ‘sito vetrina’ di questo o quel partito, ma usare il mezzo per quello che può dare! I siti dei partiti non sono questa cosa fantastica, le potenzialità della Rete non sono state ancora comprese a fondo! La difficoltà di Internet è quella di rispondere a ‘gruppi di singoli’, non a ciascuno singolarmente, e questa cosa delle somma delle relazioni individuali è difficile per i partiti che non le hanno mai gestite, i comizi sono relazioni collettive [].

Ascolta il podcast:


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