Da Facebook: come rimbalzare da un centralino all’altro in caso di emergenze…

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Di seguito il post, tratto da Facebook, del prof. Giorgio Ventre dell’Università Federico II di Napoli.

Italia


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Ecco come un incendio ti può fare capire le assurdità di questo paese.

Napoli, due auto in fiamme davanti alla facoltà di Ingegneria.

Che numero chiami?

E qui sorge il problema.

Forse il 113, che rimane il numero di emergenza?

Il 115, quello dei Vigili del Fuoco?

O il 112 perché “…a Napoli i Carabinieri rispondono prima (sic!)“.

O ancora il 117 della Guardia di Finanza, così controllano il bollo delle auto incendiate.

E perché non il 1530 della Guardia Costiera: in fondo siamo a Napoli e c’è il mare.

E dato che l’incendio è avvenuto sotto alcuni alberi e c’è un inquinamento da petrolio, un pensiero al 1515 della Forestale lo farei.

E fortunatamente non ci sono feriti altrimenti dovresti chiamare anche il 118.

A questo punto è una cattiveria che non ci sia un numero di emergenza della Polizia Penitenziaria.

In linea di principi, se vedo scappare un detenuto, dovrei chiamare loro.

Per tutti questi numeri ci sono persone che rispondono stancamente a centralini sottodimensionati, con minimo se non nullo supporto tecnologico alle decisioni.

Caro Cottarelli, se cominci da queste, allora sì che hai voglia di risparmiare, per non parlare dell’obbligo UE del numero unico per le emergenze.

E vogliamo parlare del fatto che in Italia ci sono almeno quattro corpi di vigilanza marittima?

Oltre alla Guardia Costiera abbiamo la Guardia di Finanza, e poi la Polizia e poi i Carabinieri.

Tutti con vedette, pilotine, elicotteri ed aerei.

E che dire della regola del 40-40-20 che fa sì che il servizio d’ordine istituzionale venga diviso così tra Polizia, Carabinieri ed ancora Guardia di Finanza?

Ma si faranno mai delle scelte in Italia?