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Frequenze, in arrivo nuova gara per la banda larga mobile

Italia


Agcom ha concluso l’analisi della capacità trasmissiva sulle principali piattaforme. Sulla base dei risultati raggiunti, “non appaiono sussistere criticità (di tipo tecnico ed economico) che limitano l’accesso alla risorsa trasmissiva tali da giustificare l’imposizione di obblighi di must carry a livello nazionale”. Lo ha detto oggi il presidente Angelo Marcello Cardani nella sua relazione annuale. L’analisi aveva la finalità di valutare l’eventuale introduzione di obblighi di cessione della capacità da parte degli operatori detentori di cinque reti televisive in tecnologia digitale terrestre. Dati i risultati, e dopo l’aggiudicazione del lotto 3 a Cairo, il Ministero dello sviluppo economico potrebbe dunque chiedere la chiusura della procedura Ue di infrazione contro l’Italia per mancanza di pluralismo nella distribuzione delle frequenze in digitale.

 

Antonello Giacomelli: ‘Spero in chiusura della procedura Ue’

“Prendo atto delle anticipazioni di Cardani sulla conclusione dell’indagine sulle risorse trasmissive. Mi auguro sia il tassello definitivo per la chiusura della procedura di infrazione Ue”. Così il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli “E’ una relazione che guarda al futuro con buon senso – ha aggiunto -. Sono contento delle sottolineature sul rapporto di collaborazione tra istituzioni: è vero che il quadro delle competenze è un po’ frastagliato e che solo la collaborazione può far superare questi limiti”.

 

26 e 28 Ghz al wireless, in vista bando del Mise

“Mi auguro – ha continuato il presidente – che anche di questo aspetto si possa tenere conto nell’ambito delle riforme annunciate. Nell’ottica più generale di un ampliamento dell’offerta dei servizi a banda larga, nonché di un uso efficiente e razionale dello spettro radio, abbiamo provveduto all’aggiornamento delle misure per il rilascio dei diritti d’uso delle frequenze a 26 e 28 gigahertz destinate ai servizi wireless broadband. Il Ministero sta predisponendo il bando di gara basato sul regolamento dell’Autorità”.


3,6-3,8 Mhz, domanda ancora embrionale

“Inoltre, come ulteriore misura finalizzata al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea relativi alla copertura del territorio nazionale con collegamenti a banda larga ed ultra larga – ha proseguito Cardani – abbiamo anche esaminato le condizioni di impiego della banda 3600-3800 megahertz mediante il coinvolgimento degli operatori del settore in una prima consultazione pubblica che ha evidenziato una domanda ancora embrionale e tecnologie in via di standardizzazione. A distanza di un anno i relativi sviluppi appaiono più maturi ed il mercato mostra nuovi dinamiche che richiedono di essere opportunamente prese in considerazione”, ha concluso il presidente di Agcom.

 

Riordino delle frequenze

“L’attività di riordino delle frequenze sta proseguendo in stretta collaborazione con il ministero dello Sviluppo Economico anche al fine della risoluzione dei problemi interferenziali. Occorre precisare che in questa, come per molte altre materie, le funzioni assegnate dalla normativa vigente all’Autorità e al ministero si intrecciano in una complessa matrice di relazioni spesso non facilmente coordinabili e che richiederebbero una definitiva e sistematica revisione”, ha aggiunto Cardani. 

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