Big data, appello della Ue: ‘Stati membri devono fare di più’

di Paolo Anastasio |

La Commissione Europea ha annunciato la creazione di un incubatore di dati per promuovere l’adozione dei big data da parte delle PMI e nuove regole per normare l’uso dei dati. Luigi Gambardella (Etno): 'L'Europa non può permettersi di restare indietro'.

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Open data

La Commissione Europea ha lanciato un appello ai governi nazionali, per una massiccia adozione dei big data. Un fenomeno in crescita, quello dei big data, che la Ue vuole che sia sfruttato al meglio senza lasciarsi condizionare da un sentiment di diffidenza che circola e frena la diffusione di questo nuovo strumento di comunicazione.

Per questo, Neelie Kroes, commissario Ue all’Agenda Digitale, ha detto oggi che “È ora di concentrarsi sugli aspetti positivi dei big data. Il termine suona negativo e temibile ma in realtà non lo è. I leader devono aprirsi ai big data”.


Accoglie con favore l’appello della Commissione Europea il presidente del board di Etno Luigi Gambardella: “I Big Data sono un ingrediente importante per il futuro della vita digitale e l’Europa non può permettersi di restare indietro in questo percorso, che porterà alla creazione di nuovi posti di lavoro e di un miglior ambiente di lavoro per tutti. In gioco ci sono la qualità della vita e la competitività dei cittadini europei”. In particolare, secondo Etno in materia di Big Data è necessario trovare il giusto equilibrio fra innovazione e legittime esigenze privacy. 

 

I principali problemi emersi durante le consultazioni pubbliche sui big data, fa sapere la Commissione Ue, sono l’assenza di coordinamento transfrontaliero; l’insufficienza di infrastrutture e opportunità di finanziamento; la carenza di esperti e competenze in materia di dati; la frammentazione ed eccessiva complessità del quadro giuridico.

La Commissione propone quindi una serie di misure per superare il freno diffuso all’utilizzo dei big data. In particolare, l’istituzione di un partenariato pubblico-privato sui big data per finanziare nuove idee in settori come la medicina su misura e la tracciabilità degli alimenti.

 

La creazione di un incubatore di dati aperti (nell’ambito di Orizzonte 2020), per aiutare le PMI a dotarsi di catene di fornitura basate sui dati e incrementare il ricorso al cloud computing. Nuove regole sulla proprietà dei dati e sulla responsabilità della loro fornitura per i dati raccolti con l’Internet delle Cose (M2M).

 

La mappatura degli standard sui dati, l’istituzione di una serie di centri di eccellenza di supercalcolo per aumentare il numero dei professionisti dei dati in Europa.

 

Secondo stime della Commissione, la tecnologia e i servizi mondiali dei big data arriveranno a 16,9 miliardi di dollari nel 2015 e grazie ai dati si potranno creare centinaia di migliaia di posti di lavoro in Europa. Le imprese che fondano i propri processi decisionali sulle conoscenze generate dai dati registrano un incremento di produttività del 5‑6%.

 

In Italia, secondo stime di Sirmi, il mercato delle tecnologie Big Data ha raggiunto un valore complessivo di 275 milioni di euro nel 2013, in aumento del 33,3% rispetto al 2012 nei diversi segmenti che comprendono servizi, software, networking, storage e server.