Etichette indipendenti vs YouTube: lo scontro approda all’Antitrust Ue

di Alessandra Talarico |

Le etichette indipendenti presentano denuncia alla Commissione europea a cui chiedono di fermare YouTube e le sue condotte anti-competitive. ‘E’ il momento del cartellino rosso’, dicono.

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L’associazione IMPALA (Independent Music Companies Association) ha chiesto all’antitrust europeo di intervenire nella disputa con YouTube, che in vista del lancio del suo nuovo servizio di musica in streaming a pagamento ha imposto alle etichette indipendenti nuovi contratti non negoziabili dalle condizioni giudicate anti-competitive, con la minaccia di togliere dal sito i video degli artisti le cui case discografiche hanno deciso di non firmare i nuovi accordi. E non parliamo di artisti sconosciuti, ma di artisti del calibro di Adele, Franz Ferdinand, Arctic Monkeys, Jack White e molti altri.

 

La denuncia presentata alla Commissione europea verte su una serie di presunte violazioni alle norme comunitarie sulla concorrenza e identifica 5 condotte che Impala ritiene illegali, data la posizione dominante di YouTube sul mercato della musica online, e in grado di creare barriere artificiali all’accesso al mercato digitale.

Impala – che rappresenta oltre 4 mila etichette europee indipendenti – stigmatizza, in particolare, il fatto che i termini imposti da YouTube “sottovalutano seriamente gli accordi già in essere con altri partner e includono una controversa clausola sulla ‘nazione meno favorita’, oltre a disposizioni in materia di fornitura dei contenuti che restringono la liberta delle etichette e dei loro artisti di decidere come gestire la distribuzione e il marketing”.

“Questo va ben oltre quello che è stato concesso a qualunque altro servizio”, sottolinea ancora l’associazione che chiede pertanto alla Commissione di intervenire urgentemente per fermare l’iniziativa di YouTube con le cosiddette “misure provvisorie” e di disporre che YouTube non possa rendere efficaci i contratti già firmati.

I termini dei contratti rivolti alle etichette indipendenti, inoltre, non sono comparabili con quelli che presumibilmente sono stati proposti alle major violando quindi le norme antitrust che esistono “proprio per fermare le società che quando diventano grandi abbastanza da dominare il mercato agiscono abusivamente”.

 

 

Per Helen Smith, Executive Chair di IMPALA, “…la Commissione ha costantemente dimostrato di prendere posizione per il rispetto delle norme sulla concorrenza. Il commissario Almunia ha già sottolineato l’importanza del contributo delle case discografiche indipendenti. E questo è un momento cruciale per lo sviluppo del mercato della musica online, con i servizi europei guidare la carica. Ci aspettiamo quindi l’adozione di misure urgenti…è il momento di estrarre il cartellino rosso”.

 

Oltre a fermare le condotte di YouTube, se la Ue ritenesse valide le accuse delle etichette indipendenti potrebbe comminare una multa pari al 10% del fatturato totale della società che con la sola pubblicità che genera un fatturato di 6,5 miliardi di dollari.