No Cash Day a Montecitorio. Sergio Boccadutri (PD): ‘Su Bitcoin indagine conoscitiva alla Camera’

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Il Bitcoin è stato protagonista della quarta edizione del No Cash Day, iniziativa promossa dall’Associazione CashlessWay per incoraggiare anche in Italia la diffusione di una cultura digitale nei pagamenti.

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Bitcoin

E’ utilizzato da 2,5 milioni di persone nel mondo per un controvalore di 154 milioni di dollari; messo fuorilegge in alcuni Paesi eppure considerato dagli esperti come una delle più importanti rivoluzioni tecnologiche dopo l’avvento di Internet.  Parliamo del Bitcoin, la ‘misteriosa’ criptovaluta di cui molto si è scritto ma di cui ancora il grande pubblico fatica a comprendere il funzionamento.

Il Bitcoin è stato oggi protagonista della quarta edizione del No Cash Day, iniziativa ideata 4 anni fa da Geronimo Emili e promossa dall‘Associazione CashlessWay per incoraggiare anche in Italia la diffusione di una cultura digitale nei pagamenti e per fare chiarezza sui rischi e le opportunità dell’uso della moneta elettronica.

 

L’evento, dal titolo: “Bitcoin nell’economia reale, rischi promesse e opportunità delle criptomonete“, ha riunito a Montecitorio imprenditori ed esperti del settore che, moderati dal direttore di Key4Biz, Raffaele Barberio, hanno contribuito al dibattito con domande e spunti di riflessione che confluiranno nella richiesta, promossa dal deputato PD Sergio Boccadutri, di un’indagine conoscitiva sulle criptovalute da parte della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati.

 

“Abbiamo promosso l’iniziativa odierna proprio perché il Bitcoin e le altre criptovalute elettroniche sono uno strumento di pagamento non proibito su cui il legislatore ha il dovere di approfondire a tutela di cittadini e consumatori”, ha affermato Sergio Boccadutri che, aprendo il dibattito ha sottolineato la necessità di “andare oltre la rappresentazione che i media danno del Bitcoin: o come una grande opportunità di arricchimento immediato, di per sé molto pericolosa, o come la moneta dei criminali che si vogliono nascondere sotto l’anonimato”. Occorre, invece, cogliere l’opportunità di “un confronto libero e aperto con l’obiettivo di avviare un’indagine conoscitiva volta a tutelare tutti gli operatori, in primo luogo i consumatori”.

 

Il dibattito, trasmesso in diretta streaming presso LUISS ENLABS – La Fabbrica delle Startup di Roma, è proseguito con l’intervento di Stefano Pepe (co-fondatore di Bitcoin Foundation Italia), che ha fornito alcuni numeri per comprendere l’entità del fenomeno Bitcoin: “sono 2,5 milioni gli utilizzatori al mondo per 12 milioni di Bitcoin in circolazione (60mila ogni giorno) e un controvalore di 154 milioni di dollari”, ha affermato Pepe che ha quindi posto l’attenzione sul fatto che il Bitcoin “…è certamente una moneta ma, soprattutto, costituisce un protocollo in grado di offrire grandissime opportunità, uno standard globale per la certificazione della proprietà”.

Dopo di lui è intervenuto il Segretario Generale dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona presentando una ricerca dalla quale emerge come il tema sia molto caldo anche presso l’opinione pubblica: ben il 76% degli intervistati ha infatti dichiarato di avere sentito parlare (a torto o a ragione) del Bitcoin. 

 

Dave Birch, Global Ambassador-Consult Hyperion, ha evidenziato come il Bitcoin costituisca una delle più importanti rivoluzioni tecnologiche dopo l’avvento di Internet: oltre a rispondere più da vicino alle esigenze della comunità il Bitcoin rappresenta di fatto un nuovo paradigma nel sistema dei pagamenti, una vera e propria “piattaforma tettonica che si muove su un terreno differente” da tutte le altre dinamiche connesse al denaro.

 

Il Bitcoin è stato dichiarato illegale in Cambogia e Russia, ma – come ha notato l’avvocato Giulia Aranguena – sono già oltre settanta i paesi che ne consentono la piena circolazione pur in assenza di una vera e propria normativa in materia. In Europa la situazione è ancora abbastanza confusa: la Bce, ha detto Aranguena, se n’è occupata da ottobre 2012 “ponendo, di fatto, le criptovalute in relazione con la moneta elettronica e con i sistemi di pagamento” ma, successivamente, non riconoscendone l’appartenenza né all’una né all’altra categoria. 

A questo proposito, quindi, il Direttore Pianificazione Strategica di Bassilichi Marco Di Cosimo ha sottolineato come le criptovalute debbano muoversi in autonomia rispetto agli altri sistemi di pagamento oppure relazionarsi sulle basi di criteri condivisi. C’è però bisogno della massima chiarezza e di una “tracciabilità, anche fiscale. Non vorrei che dietro il Bitcoin si potessero nascondere esigenze di anonimato per motivi di evasione”, ha detto Di Cosimo.

 

Luca Fantacci dell’Università Bocconi ha posto in evidenza soprattutto la volatilità del Bitcoin che rappresenta una caratteristica “inscritta nelle dinamiche di funzionamento del fenomeno stesso”. Volatilità che, come ha sottolineato l’Head of Global Marketing di Unicredit Alberto Naefnon può certo favorire lo sviluppo economico in quanto si perde la fiducia del consumatore e non si possono, di conseguenza, effettuare né prestiti né raccolta”.

 

Centrale, per favorire la diffusione del Bitcoin e di altre criptovalute, è il rapporto di fiducia sottostante i sistemi di pagamento, la cui importanza è stata ribadita da Gianfranco Torriero, Direttore Centrale Strategie e Mercati di ABI che ha anche invocato il bisogno di una regolamentazione che intercetti allo stesso modo tutti gli operatori.

Piero Crivellaro, VP Public Policy Southern Europe di MasterCard, ha puntato l’attenzione, invece, sulle caratteristiche che i pagamenti devono necessariamente avere, ovvero “sicurezza, stabilità e affidabilità, non solo per il consumatore ma anche per il commerciante”.

 

L’auspicio manifestato quindi dal giovane imprenditore Gian Luca Comandini è che l’Italia non ripeta gli errori fatti finora in materia di innovazione ma agisca in prima linea su un tema di grandi prospettive, anche economiche, come quello connesso alle criptovalute e ai protocolli.

Giovanni Vattani, Divisione Mercati Area Incassi di Enel ha mostrato interesse nel Bitcoin e nelle criptovalute, non solo sotto il profilo dei pagamenti ma anche per tutti gli aspetti legati all’identità digitale e alla possibilità di sottoscrivere contatti a distanza.

 

Nel corso dell’evento è stato attivato il primo Robocoin Kiosk in Italia, l’unico ATM Bitcoin bidirezionale. L’operazione di accensione è stata eseguita da Jordan Kelley, amministratore delegato della società e da Federico Pecoraro, l’imprenditore che ha importato sul mercato nazionale la novità americana e che è il primo al mondo ad averne acquistate due unità.

 

Il dispositivo è un vero e proprio “bancomat” Bitcoin che permette di creare un wallet e di acquistare o vendere la moneta virtuale in modo legale, sicuro e veloce attraverso un schermo touch grazie a Bitstamp, una delle più grandi piattaforme mondiali di compra-vendita di criptovalute.

 

Il livello di sicurezza è altissimo grazie anche alla scansione palmare, del codice fiscale, di un documento di identità e di una foto. (A.T.)