Agenda digitale, M5S in pressing su Renzi: ‘Italia ferma, cosa fa il governo?’

di Raffaella Natale |

Oggi in Parlamento l’interpellanza del M5S al premier Matteo Renzi e al Ministro Maria Anna Madia: ‘Cosa intende fare il governo per recuperare il ritardo dell’Agenda digitale?’.

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Economia digitale

Il M5S in pressing sul premier Matteo Renzi. I parlamentari del movimento di Beppe Grillo vogliono sapere cosa intenda fare il governo per l’Agenda digitale quando ormai manca solo una settimana all’assunzione italiana della presidenza Ue.

Non possono di certo bastare le poche parole che Renzi ha riservato all’innovazione nel suo discorso alla Camera per presentare le linee programmatiche di questo atteso semestre.

La questione è al centro dell’interpellanza urgente, a prima firma dell’on. Mirella Liuzzi, che il M5S ha presentato al Presiedente del Consiglio e al Ministro per la PA Maria Anna Madia e che sarà discussa oggi in Paralamento.

Nell’interpellanza, i deputati grillini chiedono “quali iniziative urgenti intenda assumere il Governo, anche in vista del prossimo semestre di presidenza italiana dell’Unione europea, per assicurare una più rapida attuazione dell’Agenda digitale italiana in modo da colmare il gap di sviluppo rispetto agli altri Paesi europei testimoniato dai dati diffusi di recente dalla Commissione europea”.

 

I dati del resto parlano chiaro, l’Italia è in forte ritardo: secondo il servizio Studi della Camera in materia di Agenda digitale italiana (decreti legge “Crescita” “Crescita 2.0”, “del Fare”), fra i 55 adempimenti considerati solo 17 sono stati adottati e per quelli non adottati di ben 21 risultano già scaduti i termini.

Il Ministro Madia, a cui il governo ha affidato la responsabilità del digitale, è al lavoro e sta predisponendo la squadra che la coadiuverà in questa missione. In tutto questo però l’Agenzia per l’Italia Digitale è ancora alla ricerca del nuovo direttore generale dopo le dimissioni di Agostino Ragosa. Il tutto contribuisce a rallentare ulteriormente i lavori e farci accumulare ritardo rispetto ai piani Ue.

 

I parlamentari del M5S parlano nell’interpellanza di un ‘quadro sconfortante’ per quanto riguarda il nostro Paese nel settore della banda larga, utilizzo di internet, competenze digitali, sviluppo del commercio elettronico e investimenti in ricerca e sviluppo nell’ICT.

 

Dai dati pubblicati dalla Commissione Ue con riferimento alla penetrazione della banda larga emerge, infatti, che solo il 21% delle abitazioni italiane è raggiunto da una rete di accesso veloce ad internet (almeno a 30 Mbps) a fronte di una media europea del 62%.

L’Italia, poi, ricordano i deputati è agli ultimi posti in ambito europeo per la penetrazione internet: il 34% della popolazione non ha mai avuto accesso al web, a fronte di una media europea del 20% .

Medesime proporzioni, sottolineano i parlamentari del M5S, si riscontrano con riferimento alle competenze digitali. La Commissione Ue, infatti, rileva come ben il 60% della popolazione italiana non ha o ha competenze digitali estremamente ridotte (a fronte di una media europea del 47%).

Altrettanto deludenti i dati relativi agli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore ICT che ammontano allo 0,7% del PIL al di sotto della media europea del 1,2%, ben al di sotto di quanto si investe nei Paesi più sviluppati e attenti all’innovazione.

 

In Francia, ricordano i parlamentari, è stato predisposto un programma nazionale per la banda ultra larga con l’obiettivo è di dotare il 100% del territorio con connessioni ultra veloci entro il 2022.

La Germania ha adottato una strategia nazionale a banda larga nel 2009, nuovamente aggiornata nel 2013 ed in vigore fino al 2018. Gli obiettivi principali sono quelli di dotare almeno il 75% delle famiglie con connessioni a banda larga caratterizzate da una velocità di trasmissione di almeno 50 Mbps entro il 2014, per raggiungere una copertura totale del 100% entro il 2018.

E l’Italia cosa sta facendo? Attendiamo la risposta di Renzi e del Ministro Madia.