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‘Liberté, Egalité, Internet’: il mondo della Rete fra nuovi diritti e censura

Italia


I cambiamenti globali dal punto di vista giuridico istituzionale legati alla diffusione di Internet. Questo in sintesi il tema del nuovo fascicolo di Percorsi Costituzionali (Jovene Editore),  rivista quadrimestrale della Fondazione Magna Carta dal titolo “Libertà in Internet”. Libertà di informazione, diritto di accesso alla Rete, il nodo privacy, censura online e il difficile equilibrio fra diritti e libertà. Questi i temi affrontati ieri alla presentazione della rivista, che si è tenuta ieri a Roma, moderata da Raffaele Barberio, direttore di Key4biz, alla presenza di Giuseppe De Vergottini, Professore Emerito di Diritto Costituzionale, Università di Bologna, Direttore della Rivista Percorsi Costituzionali; Tommaso Edoardo Frosini, Professore di Diritto Pubblico Comparato, Suor Orsola Benincasa, Napoli e Condirettore della Rivista Percorsi Costituzionali;  Laura Bononcini, Head of Public Policy di Facebook; Diego Ciulli, Senior Analyst Public Policy and Government Relations di Google;  Roberto Triola, Responsabile Ufficio Studi di Confindustria Digitale; Stefano Da Empoli, Presidente Istituto per la Competitività; Pier Luigi Dal Pino, Direttore Centrale Relazioni Istituzionali e Industriali, Microsoft; Antonio Nicita, Commissario AGCOM; Salvatore Rebecchini, Commissario AGCM; Vincenzo Zeno Zencovich, Rettore Università degli Studi Internazionali di Roma, UNINT, Presidente dell’Istituto per lo studio dell’Innovazione e della Multimedialità.

 

Internet governance fra libertà e censura

“Le nuove tecnologie, non soltanto Internet, hanno portato molti mutamenti per quanto riguarda i diritti essenziali delle persone – dice Giuseppe De Vergottini, Direttore di Percorsi Costituzionali – in particolare, per quanto riguarda la libertà di informazione e la pretesa diffusa di essere informati da parte dei cittadini sul web. Troppo spesso ci dimentichiamo che la gran parte del mondo è lontana da assetti liberali e che la censura e il potere di segreto sono in vigore in moltissime parti del mondo. La censura esiste ed è in mano agli Stati”.

 

Su questi altri temi di attualità verte il nuovo numero di Fascicoli Costituzionali “che esce mentre a livello globale la governance di Internet è scossa da alcuni fatti di grande attualità, come la recente sentenza della Corte di Giustizia Ue su Google Spain in tema di diritto all’oblio – dice Tommaso Edoardo Frosini, Condirettore della Rivista Percorsi Costituzionali – c’è poi la legge brasiliana sul Marco Civil, che prevede il diritto d’accesso al web di tutti i cittadini di quel paese”.  

 

Facebook punta sulla tutela sociale

Internet, tra le altre cose, ha distrutto i vecchi modelli di relazione fra aziende e consumatori ponendo problemi di governance che coinvolgono Stati e grandi web company che contano milioni di utenti, come Facebook. “Facebook in Italia conta 26 milioni di utenti registrati e 19 milioni di utenti che si collegano quotidianamente – dice Laura Bononcini, Head of Public Policy di Facebook – E’ evidente che per noi il rapporto fra libertà di espressione e sicurezza degli utenti è fondamentale. Il nostro obiettivo principale è che i nostri utenti siano tutelati. Per questo ci sono delle regole interne, che devono andare di pari passo con le regole degli Stati dove operiamo. Regole che variano da Stato a Stato anche in base a valutazioni culturali molto differenti fra loro. Ci sono centinaia di persone di Facebook che controllano segnalazioni di violazioni che arrivano dai nostri utenti”.  La tutela degli utenti da parte di Facebook, aggiunge Bononcini, si realizza anche in collaborazione con associazioni di consumatori e categorie protette. Fra gli strumenti di tutela in essere c’è anche “lo strumento di segnalazione sociale – chiude Bononcini – che consente ad un utente, magari una ragazza, di chiedere la rimozione di una foto imbarazzante ad un amico o ad una terza parte”.

 

Google, l’innovazione non va fermata

Un gap che va superato anche con il contributo di Google, il soggetto più pervasivo della Rete. “E’ vero che in Italia anche i nonni vanno su Facebook – dice Diego Ciulli, Senior Analyst Public Policy and Government Relations di Google – ma l’obiettivo è che oltre a questo facciano anche altre cose, come ad esempio l’eCommerce. L’Italia è un paese dove l’innovazione è un problema, basti pensare al caso Uber e allo sciopero dei tassisti. Le leggi servono a rendere più giusta l’economia del futuro, l’innovazione non si deve fermare”. Per quanto riguarda il pluralismo della Rete, “Google ha contribuito con la sola cosa che sa fare bene – aggiunge Ciulli – l’organizzazione delle informazioni. La nostra tecnologia organizza le informazioni in modo tecnico, senza alcun tipo di intermediazione su quello che va o non va visto o letto”.  

 

Confindustria Digitale, Italia in ritardo, servono Istituzioni forti

Al di là del tema dei diritti e della governance di Internet, sull’Italia pesa un pesante gap digitale, “che nonostante la battaglia degli ultimi anni per l’Agenda Digitale vede il nostro paese in difficoltà, superato nel Digital Agenda Scoreboard da paesi come Portogallo e Grecia – dice Roberto Triola, Responsabile Ufficio Studi di Confindustria Digitale – il nostro grido di allarme per le PMI, la PA e la gente comune è un dovere degli Stati promuovere i servizi online ai cittadini. Servono istituzioni forti per rilanciare il digitale. E’ vero che in Italia ci sono 19 milioni di utenti su Facebook, ma è anche vero che il nostro paese soffre di uno skill shortage molto forte che va superato”.

 

Internet, più opportunità che rischi

Condivide una visione libera di Internet Stefano Da Empoli, Presidente Istituto per la Competitività: “Ciò non toglie però che oltre alle opportunità ci sono diversi rischi legati alla Rete – dice – se cento anni fa i grandi nemici potevano essere le grandi compagne petrolifere, oggi è facile che siano additate le grandi corporation del web, come ha fatto recentemente l’Economist con Amazon. Ma penso che le opportunità del web superino di gran lunga i rischi. Opportunità legate in particolare ali Big Data”.

Per quanto riguarda invece la net neutrality, Da Empoli fa notare che se “una maggiore remunerazione permette maggiori investimenti nelle reti, allora è un fattore positivo. Sul conflitto fra Telco e OTT credo che l’asimmetria regolamentare sia evidente. Sulla tassazione, non credo che la risposta giusta sia a livello nazionale. La concorrenza fiscale può essere vantaggiosa, anche perché l’economia di Internet può crescere dal punto di vista economico, ma serve più deregualtion”.  

 

Microsoft, Internet opportunità di lavoro

Per quanto riguarda lo sviluppo futuro di Internet, “è il bisogno degli internauti che detta la linea – dice Pier Luigi Dal Pino, Direttore Centrale Relazioni Istituzionali e Industriali, Microsoft – per questo è molto positivo che si parli oggi di Digital Single Market europeo e che il primo tema del semestre italiano di presidenza Ue sia il digitale”. Per quanto riguarda le opportunità legate a Internet, “penso che in primo luogo si tratti di opportunità di lavoro e non soltanto per le startup”, sottolinea Dal Pino, che ricorda come sul tema dell’Internet Bill of Right Microsoft stia collaborando da anni, “dai temi di Rodotà, per affermare i diritti fondamentali della Rete fra cui l’accesso e il diritto per l’utente di essere informato sui suoi dati online, e non solo dal punto di vista della privacy”.

 

Net neutrality, basta divisioni fra guelfi e ghibellini

Internet sta cambiando il mondo, “è un dato di fatto che viviamo in una realtà dove la grande novità è lo user generated content – dice  Antonio Nicita, Commissario AGCOM – Internet è sempre più un mondo efficiente, in cui dietro alla libertà ci sono anche doveri e controllo. In tema di net neutrality, è auspicabile che finisca questa divisione netta fra guelfi e ghibellini sulla libertà di accesso, perché il sé elettronico di ciascuno di noi vive il divorzio fra libertà e proprietà dei dati. I dati creati in Rete non sono più proprietà personale di chi li crea. C’è libertà di espressione online, ma nessuno ha il controllo diretto sui dati che mette in Rete. L’accesso ai dati diventa quindi dirimente”.  Non è detto che la creazione di standard tecnologici, come nel caso di Microsoft, crei dei monopoli in Internet. “La concorrenza regola i mercati dominanti – aggiunge Nicita – mentre sull’hate speach, credo che in futuro soggetti come Facebook e Google saranno costretti a gestirlo non con degli algoritmi ma con delle persone in carne ed ossa”.  

 

Internet strumento di concorrenza

“Internet è un poderoso strumento di promozione della concorrenza e dell’innovazione – dice Salvatore Rebecchini, Commissario AGCM – l’innovazione è l’essenza dell’economia di mercato e mette e disposizione strumenti, ad esempio Google e Twitter, che sono di grande beneficio per i consumatori. Credo che sia errata la tendenza dell’Antitrust, in particolare quella europea, di tentare di risolvere ex ante i problemi di concorrenza legati a Internet. L’Antitrust deve limitarsi a fare il suo lavoro, ovvero determinare la presenza di intese e abusi di dominanza”.  

 

La net neutrality non sia un dogma

Chiude il cerchio Vincenzo Zeno Zencovich, Rettore Università degli Studi Internazionali di Roma, UNINT, Presidente dell’Istituto per lo studio dell’Innovazione e della Multimedialità: “Percorsi Istituzionali ospita diversi contributi che riguardano i temi più attuali legati a Internet – dice – con particolare attenzione per la net neutrality, che per certi versi è diventata un dogma, come se ci si ponesse in un contesto completamente avulso dalla realtà. Ma è bene ricordare che tutti i servizi economici sono differenziati per prezzo”

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