Authority italiane, così non va. Da 20 parlamentari mozione per il riordino

di di Raffaele Barberio |

Venti parlamentari, su iniziativa di Sergio Boccadutri (SEL) e Enza Bruno Bossio (PD) primi firmatari, hanno depositato alla Camera dei Deputati una mozione centrata sull’esigenza di riordino indifferibile delle Authority.

Italia


Raffaele Barberio

Non c’è pace per le Authority.

Una nuova tegola stamane sul frastagliato e popolato mondo delle Authority italiane. Questa volta alla Camera dei Deputati.

Come è noto in Italia deteniamo il record di numerosità. Ne abbiamo di tutti i tipi: oltre a quelle di rito previste dalla UE, vi è infatti un esercito di Autorità inutili che rappresentano costi per il cittadino o, nella migliore delle ipotesi, qualche pennacchio inutile per politici trombati.

Va anche specificato che anche tra le Authority previste dalla UE non mancano gli sprechi.

Come abbiamo avuto modo di analizzare in altre occasioni, alcune Authority all’estero sono accorpate in un unico organismo che gestisce i mercati in Italia assegnati a singole Autorità con sedi, personale, costi autonomi.

In qualche caso, il punto dolente dei costi presenta dei paradossi indifendibili, come la doppia sede dell’AgCom, per citare la prima che viene in mente, che avrebbe una dimora centrale a Napoli ed una sede altrettanto, se non più, costosa a Roma.

Insomma un fenomeno in seno al quale può attecchire in qualche caso un’alterazione delle funzioni di controllo su un determinato settore, per la loro sostituzione con alcune funzioni del Parlamento che viene così depotenziato in qualche altro caso lo spreco più ingiustificato.

 

Questa mattina venti parlamentari, su iniziativa di Sergio Boccadutri (SEL) e Enza Bruno Bossio (PD) primi firmatari, hanno depositato alla Camera dei Deputati una mozione centrata sull’esigenza di riordino indifferibile delle Authority, con riferimento a tutti gli aspetti critici del loro mondo.

La mozione è il più rilevante degli atti politici di indirizzo (fondato su un rapporto fiduciario tra Governo e Parlamento) e comporta un obbligo dell’Assemblea che è chiamata a deliberare.

 

Oltre che per le differenti strutture, a livello europeo le autorità indipendenti si differenziano per lo stato giuridico, la forma di finanziamento, le forme di indipendenza dal sistema politico ed economico, la durata del mandata, la trasparenza nel rapporto con la collettività“, si legge nella mozione, che entra nel vivo dei problemi più delicati quando fa riferimento esplicito alla necessità di “…riduzione del numero delle Autorità, l’accorpamento delle diverse funzioni, l’armonizzazione dei sistemi di governance e delle regole per procedere alla nomina, tramite l’elaborazione di un testo unico sulle autorità indipendenti, raggiungerebbe il doppio scopo di semplificare il rapporto tra il cittadino/consumatore e l’autorità, nonché di rendere più celere ed efficace la capacità di intervento delle autorità indipendenti“.

 

Chi si avvantaggerebbe di un nuovo corso di tal fatta?

“…La semplificazione sarebbe tanto più vantaggiosa per il mondo delle imprese, che spesso devono confrontarsi con autorità diverse con funzioni limitrofe, fenomeno che sviluppa gravi inefficienze…” e qui affiora il tema cruciale delle esigenze delle imprese, senza le quali non vi può essere alcun rilancio della crescita, e della necessità di semplificare e di dare certezze, se si vogliono creare le condizioni di accoglienza a favore degli investimenti esteri di cui abbiamo bisogno.

 

Per queste ragioni, la mozione “…impegna il Governo a valutare l’opportunità di procedere ad una revisione delle autorità amministrative indipendenti, al fine di ridurne il numero, chiarirne le funzioni e aumentarne l’efficacia“.

 

Molto chiaro sull’argomento Sergio Boccadutri, membro della Commissione Bilancio: “In Italia sono attive dieci autorità amministrative indipendenti, cui si aggiungono la Banca d’Italia e l’Autorità Garante della Concorrenza del mercato: una giungla di competenze tra le quali i cittadini e le imprese devono districarsi. Inoltre, spesso con il ‘paravento’ delle Autorità, che sono certamente necessarie per il settore economico, si spoglia il Parlamento delle sue prerogative di controllo

Dalla necessità di semplificare il quadro normativo, di rendere più chiare le competenze e di permettere ai cittadini un più facile accesso nasce la risoluzione di cui sono primo firmatario, che se approvata impegnerà il Governo a procedere a una revisione delle Autorità esistenti, accorpandone funzioni e uffici, come già avviene in Germania, Spagna e Regno Unito. Il decreto sulla Pubblica Amministrazione – ha conclude Boccadutri – affronta già il tema delle Authorities, ma propone dei tagli lineari a personale e consulenze. Un primo passo, ma che non affronta in pieno delle necessità di semplificare e di rendere più efficiente la pubblica amministrazione.”

 

 

Di analogo tenore le considerazioni di Enza Bruno Bossio, membro della Commissione Tlc:

Quello delle Authority è in Italia un problema che deve essere affrontato con l’obiettivo di razionalizzare e ottimizzare le funzioni. Non è solo un problema di costi, ma di ruoli tra il Parlamento e le autorità indipendenti.

Va inoltre considerato che, da quanto risulta da un semplice benchmarking sul settore, il record italiano delle Authority non ha eguali in nessun altro paese europeo e il semestre italiano può essere una simbolica circostanza di peso istituzionale per riflettere su un loro riordino, stabilendo le misure per intraprendere tale strada.

Naturalmente – ha concluso Enza Bruno Bossio – una delle prime cose su cui si dovrebbe intervenire è quella delle duplicazioni di sedi, un escamotage che fa vincere l’Italia dei campanili a spese del contribuente.  In questi casi o si decide che le Authority devono stare lontano da Roma e dal potere, come si fa in molti paesi europei, o si abbandoni la strada delle duplicazioni di sede e si centri tutto su Roma.”

La mozione è stata firmata da Daniele Farina, Emanuele Fiano, Giampaolo Galli, Florian Kronbichler, Luigi Lacquaniti, Gianfranco Librandi, Alberto Losacco, Giulio Marcon, Toni Matarelli, Gianni Melillla, Antonio Misiani, Albrecht Plangger, Oreste Pastorelli, Fabio Porta, Andrea Romano, Ettore Rosato, Arcangelo Sannnicandro, Chiara Scuvera