Banda larga, Antonello Giacomelli: ‘I nuovi edifici broadband-ready per legge’

di Paolo Anastasio |

Il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli: ‘Presto una norma che introduce l’obbligo di predisporre il collegamento alla Rete nelle nuove abitazioni’.

Italia


Antonello Giacomelli

I nuovi edifici saranno presto “broadband-ready” per legge anche in Italia. Lo ha detto ieri il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli ad un convegno sulle telecomunicazioni che si è tenuto in Agcom. Giacomelli sta lavorando all’inserimento di una norma ad hoc, in uno dei prossimi provvedimenti del Governo (forse già lo “Sblocca Italia”), che preveda “l’obbligo di predisporre nella fase di costruzione dei nuovi edifici la possibilità di un collegamento alla Rete nelle abitazioni”. Il provvedimento è del tutto analogo a quello che si fa con l’allaccio alla rete elettrica e quella del gas. L’obiettivo è abbattere i costi di realizzazione delle nuove reti in fibra, anche in ottica di condivisione di infrastrutture già in fase di costruzione di nuove case.

 

La norma in cantiere è in linea con quanto previsto dalla Direttiva europea sul taglio dei costi di realizzazione della banda larga, approvata lo scorso 15 aprile, dalla quale la Ue prevede di abbattere di 40-60 miliardi di euro il costo del roll out delle nuove reti, a fronte di un investimento complessivo stimato in 200 miliardi. Quattro i piani di intervento contenuti nella direttiva:  migliore utilizzo delle infrastrutture esistenti; miglior coordinamento delle future opere civili; razionalizzazione delle procedure di autorizzazione; e appunto la predisposizione di edifici ‘broadband-ready’.

 

Diversi paesi europei, fra cui ad esempio Germania, Francia e Svezia, hanno già adottato l’etichetta volontaria “broadband-ready” per gli edifici di nuova costruzione, dove la possibilità di accedere alla banda larga è standard. A breve anche l’Italia si adeguerà. Secondo stime della Commissione europea i lavori di ingegneria civile per gli scavi e il successivo posizionamento di cavi in fibra ottica rappresentano l’80% del totale dei costi per lo sviluppo di reti a banda larga. 

 

Fare sistema, nuovi fondi in arrivo per la rete 

Per quanto riguarda in generale lo sviluppo della rete in banda larga e ultralarga “dobbiamo fare sistema. Ha ragione Patuano”, ha detto Giacomelli, accogliendo così l’auspicio dell’amministratore delegato di Telecom Italia Marco Patuano, secondo cui da parte di operatori e Authority “serve un rapporto più maturo” e “meno litigioso. Ogni occasione è buona per litigare”. Giacomelli ha aggiunto che per lo sviluppo della rete “ci sarà un intervento importante nel fondo sviluppo e coesione”, intervento che andrà ad aggiungersi ai fondi europei e ai fondi rurali su cui c’è una discussione in corso con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio. L’intenzione “è quella di aumentare al massimo le risorse pubbliche”.

 

Telecom Italia: domanda di banda larga migliore del previsto

Dal canto suo, Patuano ha detto che “C’è il rischio di guardare a questo tema facendolo a fette come i dolci; ciascuno nella sua fettina sarà convinto di aver ragione, ma la somma delle parti non fa il totale”. L’ad di Telecom Italia ha poi ricordato che “In nove mesi abbiamo coperto 17.500 armadi e 1.160.000 unità immobiliari”  con la fibra che arriva fino agli armadietti, la cosiddetta  fiber to the cabinet, aggiungendo che la domanda di banda larga “sta ottenendo uno sviluppo più interessante di quanto si poteva immaginare un anno fa”. 

Vodafone: replicare nel fisso il modello virtuoso del mobile

“Per lo sviluppo del Paese è essenziale coniugare in modo equilibrato il binomio concorrenza ed investimenti, replicando nel mercato della rete fissa il modello virtuoso che caratterizza il mobile”. Lo ha detto Pietro Guindani, presidente di Vodafone Italia, precisando che “Vodafone sta facendo la sua parte, con un piano di investimenti da 3,6 miliardi in due anni per lo sviluppo di reti in fibra ottica e 4G. In tale contesto i presupposti per incentivare la domanda sono sicuramente certezza normativa e tempestiva implementazione delle regole, reti performanti che abilitino l’alfabetizzazione digitale degli italiani, maggiore diffusione dei servizi on-line e dei servizi di e-government per tutti”.

Fastweb: anche il governo faccia la sua parte per superare il gap con l’Europa

“Nell’ultimo anno c’è stato uno sforzo notevole degli operatori a investire in reti di nuova generazione, grazie alla concorrenza in infrastrutture”, ha detto Alberto Calcagno, amministratore delegato di Fastweb. “Abbiamo collegato – ha aggiunto – circa 90mila clienti con i  nuovi servizi in fibra ottica. Ciononostante gli indicatori di sviluppo del digitale in Italia sono bassi, non solo nelle infrastrutture ma anche nell’adozione dei servizi digitali da parte dei cittadini”. Per Calcagno “anche il Governo deve lavorare su questo aspetto» al fine di “aiutare a superare il  gap con l’Europa”.

 

Antitrust: equivalence of input fondamentale

Lo scorporo della rete di Telecom Italia è difficilmente praticabile mentre è “fondamentale realizzare l’equivalence of input”, cioè  l’assoluta parità di accesso degli altri operatori alla rete  (fornendo lo stesso servizio a tutti gli operatori nello stesso tempo, sotto gli stessi termini e condizioni, e con gli stessi livelli di qualità, attraverso i medesimi sistemi informatici). Lo ha detto il presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella. L’Antitrust, ha ricordato Pitruzzella, sta preparando un’analisi conoscitiva congiunta sulla rete insieme con l’Agcom. “L’indagine – ha affermato – è in corso, in questa fase di cambiamento tecnologico servono certezze. Per questo stiamo sviluppando un’indagine congiunta con soluzioni condivisibili”. L’indagine, ha aggiunto, “ha già raggiunto qualche risultato: tutti concordano sulla centralità di Telecom Italia nello sviluppo della rete”.