Smartphone in frenata: i produttori puntano su wearable e connected Tv

di Paolo Anastasio |

I grandi player sono alle prese con la saturazione dei mercati maturi, dove le vendite di nuovi smartphone stanno frenando. Si punta su wearable e servizi premium in vista della saturazione di Europa e Usa.

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La crescita delle vendite di smartphone nei mercati più maturi comincia a segnare il passo e per questo i produttori cercano nuove vie per monetizzare, diversificando l’offerta e ponendo l’accento su nuovi servizi accessori, in particolare i contenuti, i video e device alternativi, in primis i wearable e servizi di connected Tv. Un cambio di strategia che tocca i grandi player, in particolare Apple e Samsung, alle prese con la concorrenza spietata sul fronte dei prezzi dei fornitori low cost, che presidiano i mercati emergenti.

 

Secondo un’analisi del Financial Times, il combinato disposto di mercati saturi, dove i consumatori per il momento non sentono il bisogno di sostituire lo smartphone, e la necessità di lanciare nuovi modelli low cost per non perdere il treno dei nuovi mercati (Cina e India in testa) spinge i grandi player a cambiare rotta laddove il mercato comincia a dare segni di rallentamento.

 

Secondo stime di IDC, Corea del Sud e Giappone sono già saturi di smartphone, mentre Europa occidentale e Usa stanno rallentando.

 

“La penetrazione di smarpthone cresce, le vendite stanno di pari passo rallentando e presto cominceranno a diminuire. Alcuni paesi europei hanno già visto i rpimi cali di vendite”, dice Francisco Jeronimo, direttore ricerche di IDC. Nei prossimi cinque anni la curva delle vendite cambierà verso il basso nei mercati maturi, dove i clienti sono i più fedeli e più pronti all’acquisto in presenza di servizi premium.

 

Il discorso inverso vale per i mercati emergenti, come l’Asia e l’Africa, dove le vendite crescono e dove lo smartphone in molti casi rappresenta anche il primo strumento per connettersi a Internet.

 

Secondo IDC, la Cina rappresenterà un terzo delle vendite di smartphone nel 2018, diventando così il primo mercato mobile a livello globale, mentre in Russia, India e Indonesia le vendite di nuovi device raddoppieranno nel giro di quattro anni. C’è da dire, però, che questi mercati sono presidiati da produttori low cost che puntano su prodotti che girano su Android, in diretta concorrenza con i prodotti più costosi di Apple e Nokia. Un trend, quello dei prodotti low cost, che riguarda anche l’Europa dove ai player cinesi come Huawei e Zte si affiancano anche vendro autoctoni come la francese Wiko.

 

Nel Regno Unito le vendite di smartphone da parte degli operatori è diminuita drasticamente in un anno, tanto che a marzo del 2014 si è registrata una flessione del 12%. I contratti basati sulla sim sono cresciuti appena del 9% in un anno, in seguito al massiccio spostamento di clienti verso offerte tariffarie più convenienti. Gli operatori stanno modificando le loro strategie di marketing, enfatizzando maggiormente la loro capacità di rete e puntando sull’offerta di servizi musicali, servizi in streaming o televisivi premium o sull’offerta dati.  

 

L’operatore O2 ad esempio sta cercando di puntare sulla qualità della rete piuttosto che su quella dei device. Molti consumatori alla fine si convincono ad acquistare un secondo smartphone, ma in questo caso il prezzo e la convenienza diventano un fattore molto più determinante rispetto al brand. E’ anche per questo che i maggiori player stanno guardando con crescente interesse a mercati collaterali, in particolare i wearbale. Apple, Samsung, Sony, LG, Huawei e tanti altri hanno già sviluppato o sono in procinto di realizzare smart watch e altri device indossabili, con cui allettare i clienti.