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Editoria, Antonello Giacomelli: ‘Il Governo vicino a chi accetta la sfida digitale’

Italia


L’editoria potrà risalire la china se comincerà a pensare seriamente al digitale. Sembra questo il nodo centrale sul quale si è aperto il confronto dell’industria a Torino dove fino all’11 giugno si terrà il 66° Congresso mondiale dei giornali (World Editor Forum), un appuntamento che ogni anno viene ospitato in un Paese diverso e che stavolta fa tappa in Italia. Oltre mille protagonisti del settore dei media sono attesi al Lingotto, per presentare nuovi modelli di giornalismo e discutere le prospettive del settore nell’era digitale.

Chiare e dirette le parole del Sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, che ha sollecitato gli editori alla svolta del digitale. Sulla stessa linea anche l’intervento di

John Elkann, presidente della Fiat e dell’editrice de La Stampa, che ha aperto i lavori della tre giorni, sottolineando, tra l’altro, che il mobile è una grande opportunità per la libertà di informazione. 

 

Antonello Giacomelli: ‘Regole uguali per tutti’

“Sui temi del digitale l’Europa, per pesare, deve parlare con una voce sola”, ha dichiarato Giacomelli, aggiungendo: “C’è un problema di regole che devono valere per tutti”.

“Il mondo digitale necessita di regole che devono essere per loro stessa natura sovranazionali”, ha precisato il Sottosegretario, sostenendo che “La sfida da affrontare  è di portata epocale, riguarda tutto il mondo e va affrontata in termini costituenti. Ma è interesse globale arrivare a regole globali in nome del diritto alla libertà di stampa, principio fondante di libertà e democrazia”.

“Siamo convinti – ha proseguito – che la dimensione europea sia per noi la dimensione minima per affrontare temi tanto complessi, come ad esempio quello della trasformazione digitale. Per pesare bisogna avere una voce sola e il semestre di presidenza italiana può rappresentare in quest’ambito una straordinaria occasione”.

 

“Nello stesso tempo la libertà di stampa, sacro principio sancito dall’articolo 21 della nostra costituzione e garantito anche in molte altre costituzioni europee, va salvaguardato“, ha indicato Giacomelli, ricordando che “molti editori si stanno attrezzando ad affrontare” la sfida del trasformazione digitale.

“Chi sarà capace di cogliere la svolta digitale non come una minaccia, ma come una opportunità sarà protagonista del futuro e il governo sarà al suo fianco” ha concluso il Sottosegretario.

 

John Elkann: ‘Il mobile deve essere la priorità’

Elkann ha posto l’accento sull’importanza dei dispositivi mobili: “Non c’è dubbio che se un terzo della popolazione mondiale si connette quotidianamente a Internet attraverso smartphone e tablet, il tema del mobile e di come si riesce a presidiarlo per gli editori sia la priorità”.

“Dieci anni fa – ha osservato Elkann – gli smartphone non esistevano. Oggi, quasi un miliardo sono venduti ogni anno, circa 4 o 5 volte in più di tv e pc”.

 

 

 

“E la buona notizia– ha proseguito Elkan- è che il loro uso è in continua crescita. Ci sono meno persone ogni anno che trascorrono il loro tempo guardando la tv, ascoltando la radio o usando il Pc e ci sono, invece, sempre più utenti che parlano, comprano, chattano, con gli smartphone. E ciò che è rilevante è che anche leggono attraverso gli smartphone leggono le informazioni che noi forniamo, le condividono e loro stessi creano informazione”.

“Il mondo del digitale e la digitalizzazione – ha poi ribadito – stanno trasformando l’industria dei media. Il futuro dell’industria e della libertà di stampa sono smartphone e tablet”.

 

Larry Kilman: ‘L’informazione digitale non ancora una solida alternativa’

 

Alcuni temi dell’incontro torinese sono stati anticipati da La Stampa che ha fatto il punto della situazione, mettendo in luce i trend del mercato dell’editoria.

Nel corso del 2013, l’informazione prodotta nelle redazioni dei giornali ha raggiunto metà di tutti gli utenti di Internet del pianeta. Un dato certificato dal rapporto ‘World Press Trends 2014’ che Wan-Ifra (Organizzazione mondiale degli editori e dei leader dei media) presentato a Torino, ma l’industria deve ancora fronteggiare diversi problemi come ha messo in luce Larry Kilman, segretario generale di Wan-Ifra, anticipando alcune conclusioni del rapporto: “Il digitale può essere il futuro, ma questo futuro non lo abbiamo ancora trovato”. La carta continua a segnare un calo generalizzato delle copie, frenato solo dalla crescita sui mercati asiatici. L’informazione digitale cresce, ma non abbastanza da sostenere il sistema e da proporsi come solida alternativa. E così anche il «World Press Trends» di quest’anno confermerà il quadro di quello dell’anno scorso, riassunto nei grafici qui sotto relativi al 2012.

 

 

In Europa nel 2013 la circolazione dei quotidiani è scesa di un altro 4%, portando il trend degli ultimi cinque anni a -22%. A crescere restano solo Cina, Indonesia, Malaysia e altre piazze asiatiche. La raccolta pubblicitaria dei giornali ha continuato a sua volta a calare: in 10 anni la carta stampata ha perso il 14% della torta globale degli investimenti pubblicitari. La crescita che è avvenuta parallelamente sul digitale (+17%) è lontana dal riequilibrare la situazione. Anche perché una larga parte dei ricavi pubblicitari sul web finiscono a Google e ad altri grandi player di Internet.

 

 

Il traffico che arriva sui siti delle grandi testate è enorme ed è la vera ricchezza del futuro, se riuscirà a essere valorizzato. Al momento resta un fenomeno mordi-e-fuggi, con i lettori che trascorrono sui siti di news pochissimo tempo: poco più dell’1% del totale della permanenza in Rete è dedicato all’informazione di qualità, quella realizzata dalle testate giornalistiche.

 

In altre parole, i cambiamenti devo partire prima di tutto da dentro le redazioni: tecnologie e competenze devono andare di pari passo senza tralasciare la grande importanza dei social media per far circolare l’informazione e anche i nuovi strumenti che promettono già di rivoluzionare il settore come i droni o i Google Glass.

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