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Google fa la predica all’Italia: ‘Siete impreparati al nuovo mondo digitale’

Italia


Eric Schmidt, presidente di Google, fa la predica (pro domo sua) all’Italia e, ospite del ministro della Cultura Dario Franceschini, ‘impone’ al nostro paese la sua visione in tema di digitale. “I governi italiani hanno fallito”, ha detto oggi Schmidt in un confronto pubblico che si è tenuto alla Facoltà di Architettura dell’Università La Sapienza. “Il tasso di disoccupazione giovanile è altissimo, pari al 46%. Per risolvere questo problema il governo dovrebbe cercare di formare e far lavorare i giovani nel mondo del web”, ha aggiunto. Come a dire, a voi ci pensiamo noi (magari in cambio della rinuncia alla web tax, suggerisce qualcuno). 

 

Ma la via indicata da Schmidt passa di fatto dalla promozione delle tecnologie digitali della web company americana e dalla visione dell’economia digitale in ottica Usa. Il rischio per i nostro paese è quello di essere inglobato nella visione di Schmidt.

 

Botta e risposta Schmidt-Franceschini

“Ai giovani italiani manca una formazione digitale”, ha attaccato Schmidt. “Ogni Paese ha la sua peculiarità, noi magari abbiamo giovani più competenti in storia medievale”, ha risposto Franceschini.

 

“Il sistema educativo italiano non forma persone adatte al nuovo mondo” ha detto Schmidt, che ha auspicato un “cambiamento nel sistema di istruzione italiano” e ha portato l’esempio del suo Paese, gli Usa, dove “in tutte le scuole si insegna informatica”.

Franceschini, pur ammettendo il ritardo italiano nel settore digitale, ha messo in guardia dal rischio della globalizzazione delle competenze: “in ogni Paese ci sono vocazioni, magari un ragazzo italiano sa meno di informatica ma più di storia medievale e nel mondo questo può essere apprezzato. Un ragazzo italiano ad esempio potrà andare negli Usa a insegnare storia medievale e uno americano potrà venire qui a insegnare informatica”.

 

L’Italia può fare di più

“Io credo – ha detto il top manager di Google – che l’Italia possa fare di più per creare posti di lavoro per i giovani. E la strada giusta è quella della scommessa sulla digitalizzazione. Voi avete un asset – ha concluso – che è il patrimonio storico-artistico ma non avete la tecnologia, manca la cultura del web e la consapevolezza che questo settore può far crescere l’economia”.

 

Google: il futuro dell’arte è online

“Il futuro dell’arte è online, soprattutto sugli smartphone”. Ha aggiunto Schmidt, precisando che che “nel mondo ci sono 2,5 miliardi di utenti internet e quasi 2 miliardi di utenti web sul telefonino”, ricordando che Google ha già una piattaforma digitale per le opere d’arte e che su uno smartphone si può rendere visibile tutto ciò che si trova all’interno di un museo. L’intero processo di digitalizzazione, ha concluso Schmidt, rappresenta una “grande opportunità”, soprattutto per un Paese come l’Italia. Non è chiaro però perché dovrebbe essere Google ad occuparsene.

 

La replica di Franceschini

Dario Franceschini dal canto suo non ha mancato di far notare al presidente di Google che “la Cultura è un servizio che si rende al di fuori delle logiche di mercato”. “Un prodotto – ha aggiunto il ministro, replicando al manager statunitense – può essere di grande valore culturale ma non essere redditizio, e quindi occorre mettere confini fra ciò che si fa al servizio dell’umanità e ciò che si fa per profitto”.

Franceschini ha però “aperto” alla possibilità di collaborazione con il gigante del web, ad esempio “digitalizzando tutto il patrimonio artistico-monumentale italiano, magari in 3D”. “Questi terreni di collaborazione si possono trovare, sottraendoli però a logiche di mercato” ha ribadito.

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