Ultrabroadband. Con la riduzione del canone, anche gli Isp possono diventare operatori

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Il DL 145/2013 porta a 900 euro da 27.500 l’importo del canone annuale, riducendo le barriere all’ingresso e consentendo agli ISP di entrare in nuovi mercati senza grosse cifre. Lepida pronta a far leva su queste novità a vantaggio del territorio.

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Nuove opportunità per le aziende impegnate nel fornire connettività: sono state notevolmente ridotte le barriere economiche all’ingresso per le piccole e medie imprese che ora possono passare da semplici internet service provider a “operatori delle comunicazioni” e quindi decidere di dedicarsi a nuovi mercati senza investire cifre importanti per il contributo annuale.

Troviamo tutto ciò nel DL 145/2013 convertito in Legge 9/2014 che ha modificato il Codice delle Comunicazioni Elettroniche (DLGS 259/2003) in specifico nell’Allegato 10 nella parte “fornitura di reti pubbliche di comunicazioni”.

Qui è stato aggiunto “per le imprese con un numero di utenti pari o inferiore a 50.000, 300 euro ogni mille utenti”, e nella parte “fornitura di servizio telefonico accessibile al pubblico” è stato aggiunto “per le imprese con un numero di utenti pari o inferiore a 50.000, 100 euro ogni mille utenti”.

Il risparmio è enorme: se un operatore decide di investire in un territorio ristretto con un target di 2.500 utenti, pagherà 900 euro contro i 27.500 precedenti. Se poi vuole aggiungere le facility telefoniche, ad esempio per fornire il servizio VoIP, pagherà 300 euro contro gli 11.100 precedenti.

 

Nell’ottica di fornire sempre maggiori servizi a imprese e cittadini nel territorio dell’Emilia-Romagna queste novità rendono molto attrattiva l’azione diretta di piccoli operatori anche in piccole aree ed in piccoli e medi Comuni. Il 26 maggio, Lepidaspa ha invitato gli operatori – una trentina – con cui ha accordi per il superamento del Digital Divide, per analizzare assieme queste novità, per trasferire il bisogno di banda ultralarga che sta arrivando dai territori medio piccoli e per fornire ogni collaborazione possibile per costruire le condizioni affinché gli operatori esistenti – e perché no anche nuovi – si attrezzino per fare ancora di più sul nostro territorio.