Samsung alla carica degli smart-watch, trampolino di lancio per l’Os Tizen

di Alessandra Talarico |

Il primo tentativo di Samsung di penetrare nel mercato dei gadget da polso risale al 1999 con l’SPH-WP10, che venne però ritirato per via di una domanda troppo scarsa.

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Smartwatch

Il prossimo orologio intelligente targato Samsung si comporterà proprio come uno smartphone: permetterà cioè di telefonare senza essere collegato a un cellulare (come avviene per la gran parte degli altri prodotti attualmente in commercio), di fare fotografie, inviare email e monitorare le funzioni cardiache.

Un gadget, insomma, da fare invidia a James Bond.

 

L’azienda coreana, leader nella vendita di smartphone, avrebbe già avviato trattative con gli operatori americani, europei ed asiatici per la vendita dello smart-watch, che dovrebbe essere presentato tra giugno e luglio.

 

Il primo tentativo di Samsung di penetrare nel mercato dei gadget da polso risale al 1999 con l’SPH-WP10, che venne però ritirato per via di una domanda troppo scarsa.

 

Ma con l’eccitazione per gli smartphone che va via via scemando sui mercati occidentali, tutti i big del settore si stanno ora fiondando sui dispositivi ‘indossabili’: Apple, Google e ZTE dovrebbero lanciare i loro modelli entro la fine dell’anno.

La stessa Samsung ne ha già lanciati sul mercato 4, inclusi il Galaxy Gear con sistema operativo Android e il Gear 2 che monta l’Os proprietario Tizen. Entrambi, però, devono essere abbinati a uno smartphone per poter fare e ricevere telefonate o navigare in internet.

Il nuovo dispositivo sarà invece dotato di carta sim e sarà il primo ‘stand-alone’ prodotto da un’azienda di primo livello come Samsung.

 

Resta il punto interrogativo della domanda: secondo IDC, le vendite di dispositivi indossabili (inclusi gli orologi) dovrebbero triplicare quest’anno a quota 19 milioni di unità, a fronte di un aumento del 19% delle vendite di smartphone, a 1,2 miliardi.

Ci vorrà dunque un bel po’ di tempo ancora prima che le vendite di smart-watch possano contribuire alla crescita dei ricavi. c’è però anche da dire che la carta Tizen vuole anche dire che Samsung potrebbe forse voler utilizzare questi dispositivi per testare le performance del suo sistema operativo in un ecosistema di prodotti di domotica quali condizionatori, frigoriferi,  fotocamere e quant’altro.