Rifiuti elettronici: 49 milioni di tonnellate di Raee prodotti nel mondo

di Alessandra Talarico |

Il Paese che ne produce di più di questa spazzatura, che per la maggior parte va a finire – spesso per vie illegali – in Africa o in altri paesi in via di sviluppo, sono gli Stati Uniti, con 9,4 milioni di tonnellate di rifiuti nel 2012.

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eWaste

Siamo tutti tech-fan, innamorati dei gadget elettronici che ci semplificano la vita, pronti a buttare il vecchio cellulare o lettore mp3 appena esce un nuovo modello. Ma quanto costa questa passione in termini di impatto ambientale?  Per farci un’idea basti pensare che nel 2012 nel mondo sono stati prodotti 49 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, una categoria che, certo, non ingloba solo gli smartphone e i Pc, ma anche gli elettrodomestici come frigoriferi, congelatori e condizionatori.


Il Paese che ne produce di più di questa spazzatura, che per la maggior parte va a finire – spesso per vie illegali – in Africa o in altri paesi in via di sviluppo, sono gli Stati Uniti, con 9,4 milioni di tonnellate di rifiuti nel 2012 – circa 29,8 chilogrammi a persona. Seguono la Cina, con 7,3 tonnellate (5,4 chilogrammi a persona) e il Giappone, con 2,7 tonnellate (21,5 chilogrammi a persona).

 

Infographic: 49 Million Tons of E-Waste Were Generated in 2012 | Statista

 

In Italia, secondo i dati del ‘Rapporto di sostenibilità’ di Ecodom, il consorzio italiano per il recupero e riciclaggio degli elettrodomestici, nel 2013 sono state smaltite 488 tonnellate di piccoli elettrodomestici, dispositivi elettronici e Pc, su un totale di 71mila tonnellate di rifiuti elettronici smaltiti.

Dal 12 aprile, per altro, il Dlgs 49/2014 in materia di Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) ha introdotto nel nostro paese la formula “uno contro zero” per il ritiro dei piccolissimi rifiuti elettronici: i distributori, in sostanza, devono ritirare i piccoli dispositivi (dimensioni esterne inferiori a 25 cm) gratuitamente e senza obbligo di acquistare un altro dispositivo equivalente. Lo impone la direttiva Ue 2012/19.