Interferenze, un centinaio di Tv locali verso lo sfratto. Muro contro i ‘tagli lineari’ del piano Agcom

di Paolo Anastasio |

Almeno un’ottantina di emittenti locali saranno sfrattate dalle frequenze che interferiscono con il segnale dei paesi vicini. Martedì al Radio Tv Forum di Aeranti-Corallo il sottosegretario Antonello Giacomelli presenterà la sua riforma del settore.

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Antenne Tv

Le emittenti locali aspettano con preoccupazione il nuovo piano nazionale frequenze dell’Agcom, che taglierà dalla pianificazione spettrale diverse risorse che sono fonte di interferenze tv nei confronti dei paesi confinanti, in particolare Slovenia e Croazia.

La delibera dell’Autorità è in dirittura d’arrivo, e le emittenti temono il peggio: sono 74 le frequenze individuate dall’autorità, che dovranno essere liberate da almeno 80 emittenti, che potrebbero arrivare a un centinaio, pena lo spegnimento coattivo degli impianti, che le emittenti non esitano a definire alla stregua di “tagli lineari”. Il tempo stringe, entro fine 2014 le frequenze del digitale terrestre italiano che disturbano il segnale all’estero dovranno essere liberate dalle tv, in base agli impegni internazionali presi dal nostro paese in sede Itu a Ginevra nel 2006.

La fase di consultazione con le associazioni delle tv locali, fra cui Areanti-Corallo e Frt, sono in corso. Lunedì 26 maggio è in programma l’audizione di Aeranti-Corallo, mentre martedì 27 maggio è in programma il Radio Tv Forum di Aeranti-Corallo, dove il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli esporrà il suo piano di riforma dell’emittenza locale, per evitare la chiusura dall’oggi al domani di un’ottantina di emittenti che dovranno abbandonare le frequenze che creano disturbi all’estero.  

  

Il piano dell’Agcom

Ma il piano dell’Agcom, pubblicato nella newsletter di Confindustria Radio Tv News il 15 maggio, parla chiaro: sono 74 le frequenze che dovranno essere liberate, coinvolgendo almeno un’ottantina di emittenti, che entro fine anno dovranno liberare le frequenze fonte di interferenza con i paesi confinanti.

Le regioni più colpite dalla modifica del Piano Nazionale delle Frequenze elaborato dall’Agcom sono la Puglia (12), il Molise (10), l’Abruzzo (10) e le Marche (10). L’indennizzo complessivo di 20 milioni di euro è giudicato insufficiente dalle emittenti locali, che temono un’ecatombe.

 

Il patto di Antonello Giacomelli

In questo contesto, il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli parlerà martedì prossimo al Radio Tv Forum di Aeranti Corallo, occasione in cui renderà di dominio pubblico un piano di riorganizzazione dell’emittenza locale, che nelle sue intenzioni sarà la “proposta di un patto” con l’emittenza locale in vista della liberazione delle frequenze, che il Mise sarà chiamato ad applicare in base alla prossima delibera dell’Agcom.

L’obiettivo di Giacomelli è proporre alle emittenti locali una stampella, per evitare che un’ottantina di emittenti chiudano dall’oggi al domani. Nessuna “sanatoria” delle frequenze, ma un percorso che, tramite incentivi di carattere tecnico che saranno dettagliati martedì, possa consentire alle emittenti che vogliono fare gli editori di fare gli editori, a quelle che vogliono fare gli operatori di rete di fare altrettanto.  

 

La lettera di Paolo Romani

Nei giorni scorsi Aeranti Corallo ha reso di dominio pubblico una lettera, ricevuta nel 2010 dall’allora viceministro Paolo Romani, che rassicurava l’associazione sul fatto che “per quanto di competenza del Ministero, si farà in modo che le assegnazioni dei canali alle tv possa realizzarsi, anche nelle zone di confine, senza restrizioni e/o limitazioni rispetto alle caratteristiche tecniche degli impianti attualmente eserciti”. In altre parole, pur avendo ricevuto frequenze “non coordinate con gli Stati esteri confinanti”, il viceministro Romani si impegnava nella lettera a tutelare l’emittenza locale, pur in presenza di risorse spettrali che già allora si sapeva non fossero coordinate con i nostri vicini.

Un impegno, quello preso per iscritto da Romani, che non pone alcun vincolo, non trattandosi né di un regolamento né di un decreto, e che di fatto non può essere onorato dal Governo: le frequenze in questione hanno messo l’Italia sotto i riflettori dell’Itu, l’organismo internazionale che gestisce le politiche sullo lo spettro, in particolare per le interferenze ai danni della Croazia. Insomma, l’Italia deve liberare le frequenze che creano interferenze all’estero, pena la messa in mora del nostro paese in materia di spettro. La situazione con Croazia e Slovenia in sede Itu è seria e l’Italia non può permettersi di continuare a violare dei trattati internazionali. La priorità del sottosegretario Giacomelli, infine, è risolvere le controversie internazionali e liberare lo spettro, per recuperare risorse.

 

Le richieste delle emittenti

Le emittenti locali rappresentate da Aeranti-Corallo, dal canto loro, chiedono al Governo di adottare, senza indugio, “soluzioni finalizzate alla risoluzione della problematica, nell’ottica della compatibilizzazione degli tra gli impianti eserciti in Italia e quelli degli Stati esteri confinanti”, tanto più che l’indennizzo di 20 milioni di euro è giudicato insufficiente a compensare la perdita del canale. Inoltre, le emittenti che saranno sfrattate chiedono che non si proceda ad uno spegnimento brutale del segnale, come previsto dal piano Agcom, ma all’apertura di un tavolo che preveda la consultazione caso per caso della situazione delle singole emittenti che saranno colpite dal provvedimento.