Donne e Media, Gabriella Cims: ‘Nero su bianco l’impegno della Rai a valorizzare il merito’

di di Gabriella Cims (Promotrice Appello Donne e Media) |

Il parere della Vigilanza sul contratto di servizio accoglie le istanze della Rete dell’appello Donne e Media. L’obiettivo è rilanciare il ruolo di Tv pubblica.

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Gabriella Cims

E’ una grande soddisfazione leggere nero su bianco che Rai si “impegna a privilegiare il merito nella scelta dei protagonisti dell’informazione e dell’intrattenimento” e, ancora, “valorizzandolo in tutta la propria programmazione”. E’ il più grande successo ottenuto dall’Appello Donne e Media,  la Rete di Associazioni, di donne e uomini, cui ho dato avvio nel 2009, con il sostegno di Key4biz, per realizzare un piano ben preciso di riforme dell’intero comparto mediatico, con il fine di restituire agli italiani un racconto veritiero e decente delle donne che vivono e crescono nel nostro Paese.

 

Per far questo, abbiamo compreso quanto fosse dirimente riaccendere i riflettori sul merito e impegnare in primis la Rai, fra tutte le tv e gli altri media, a rinnovare il proprio ruolo di servizio pubblico proprio ripartendo da qui: il livello qualitativo personale e  professionale che deve far da guida nella scelta dei protagonisti sia dell’informazione che dell’intrattenimento. “Valorizzare il merito in tutta la programmazione” è il nuovo patto della Rai con gli italiani ed è una proposta dell’Appello Donne e Media.

 

Il parere della Commissione Parlamentare di Vigilanza sul Contratto di servizio accoglie le istanze del nostro Appello, rilanciando il ruolo di tv pubblica. Forse questo sul merito rappresenta l’impegno più emblematico della Tv dei cittadini per far emergere la parte migliore della società, in tutti gli ambiti, e innalzare qualitativamente i modelli di riferimento del nostro immaginario collettivo. Dagli esperti nei talk show, agli ospiti, ai giornalisti e conduttori, i criteri di “merito” dovranno essere la base della selezione e delle scelte. A tal proposito, sarebbe opportuno che l’azienda si fornisse di database, elenchi dove raccogliere i curricula per i diversi settori, rispettando la pari presenza di uomini e donne, per rinnovare e mettere in circolazione nuove personalità, di comprovata conoscenza nel proprio ambito professionale.

 

La Commissione Parlamentare di Vigilanza, guidata da Roberto Fico, parlamentare del Movimento 5 stelle, ha svolto un lavoro di consultazione eccellente e approfondito. E’ grazie  a questo lavoro che abbiamo potuto illustrare le nostre proposte per rafforzare la policy di genere della tv pubblica. Dobbiamo ricordare che già nel precedente Contratto di servizio pubblico, vale a dire la “carta dei doveri” che ogni 3 anni sancisce gli impegni dell’azienda concessionaria della tv di Stato, l’iniziativa dell’Appello Donne e Media ha fatto inserire ben tredici impegni “per una programmazione rispettosa della dignità umana, culturale e professionale delle donne”. E’ stata la prima volta, nel Contratto 2010-2012, che è comparsa una “politica di genere”, riconosciuta dalla stessa presidente della Rai, Anna Maria Tarantola. Oggi, grazie al parere della Commissione e alla nostra iniziativa, abbiamo rafforzato maggiormente il percorso avviato nel 2010, con il testo del nuovo Contratto, per il triennio 2013-2015.

 

In attesa di fornire ai lettori di Key4biz il testo consolidato con gli articoli di cui siamo autori, circa 20, ecco un paio di anticipazioni, oltre al succitato articolo sul “merito”,  a nostro avviso  significative. Nella sezione degli “Obblighi”, art.2, che individuano la missione di servizio pubblico, per la promozione delle pari opportunità, abbiamo inserito che Rai si impegna “a garantire la trasmissione sulle reti generaliste e mediante canali tematici, anche nelle fasce di maggior ascolto, di contenuti destinati a promuovere una rappresentazione plurale della realtà femminile, valorizzando il ruolo delle donne nei diversi settori della società; a garantire pari accesso alle donne e agli uomini, e a contrastare la violenza sulle donne non utilizzando espressioni e immagini che possano essere discriminatorie e incitare a forme di violenza; ad improntare la programmazione sul rispetto della dignità umana, culturale e professionale delle donne e dell’immagine femminile”. E’ evidente che con “contenuti” si intenda “programmi” finalizzati a promuovere una rappresentazione plurale delle donne. E’ proprio nuovi programmi che ci aspettiamo e possiamo vigilare affinché essi vengano ideati, approvati, trasmessi.

 

Nella sezione “Qualità dell’informazione”, art. 5, abbiamo inserito un comma nuovo in cui “La Rai è tenuta ad improntare la propria programmazione di informazione e approfondimento al rispetto e alla diffusione della cultura di genere, con spazi idonei a contrastare la violenza sulle donne, la prostituzione e la violenza sessuale minorile”.

 

Nella sezione dell’“Offerta”, art. 6, nella “Programmazione per i minori”, abbiamo inserito che Rai si impegna a realizzare trasmissioni “finalizzate a promuovere valori quali il rispetto dell’altro, la tolleranza, la coesione sociale, l’educazione all’affettività, l’educazione civica e il contrasto alla violenza…”.

Questi sono solo alcuni degli impegni che siamo riusciti a inserire. La Commissione Parlamentare di Vigilanza ha mostrato una schietta sensibilità approvandoli. Questo è vero. Ma ora, con l’auspicio che il parere venga accolto dal Governo, sarà importante la fase B, quella in cui Rai dovrà dimostrare che proprio su temi di tale portata, per la nostra società e il suo sviluppo, intende giocarsi il suo ruolo di “servizio pubblico”. Se non vuole rimanere in difesa ad un passo dal rinnovo della concessione. Il 2016 è dietro l’angolo.