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Mediaset, tonfo in Borsa dopo la trimestrale

Italia


Chiusura, come prevedibile, in forte calo per Mediaset, che perde in Borsa il 7% a 3,45 euro sulla scia dei risultati del primo trimestre 2014.

Secondo gli analisti di Mediobanca Securities, a pesare sul titolo i pochi dettagli forniti ieri sulle operazioni riguardanti la pay tv e il trend della raccolta peggiorato nella seconda parte di aprile.

Il gruppo ha chiuso il primo trimestre con una perdita di 12,5 milioni di euro, rispetto all’utile di 9,3 milioni di euro nei primi tre mesi dell’anno precedente. I ricavi netti sono stati pari a 820,8 mln rispetto agli 831,6 mln del primo trimestre 2013.

Sull’andamento del gruppo di Cologno Monzese pesa la recente offerta di Telefonica a Prisa per rilevare la quota di controllo del 56% della pay tv spagnola Digital+, di cui Mediaset possiede il 22% più il diritto di veto e prelazione. Una mossa che getta ombre sul progetto della New Co alla quale sta lavorando il gruppo italiano per il quale è in trattative con la Tv araba Al Jazeera e la francese CanalPlus anche se dalla conference call con gli analisti non è trapelata alcuna novità. Cosa che non è piaciuta agli analisti.

Altra notizia che incide sui piani futuri di Mediaset è l’annunciato network paneuropeo con a capo BSkyB che potrebbe creare qualche problema anche sul fronte dei diritti sportivi. In settimana Mediaset attende, intanto, la presentazione dei pacchetti per l’asta della Serie A.

 

Tra gli altri dati di bilancio, i ricavi consolidati passano da 831,6 a 820,8 milioni, il risultato operativo scende da 53,4 a 29,6 milioni.  L’indebitamento finanziario netto è sceso a 1,378 miliardi di euro, contro gli 1,459 miliardi di fine dicembre 2013.  

Nella sola Italia l’andamento dei ricavi pubblicitari è sceso da 501,8 a 492,5 milioni (-1,8%), e i ricavi Mediaset Premium passano da 144,5 a 142,8 milioni (invariato il numero degli abbonati). Il risultato netto è negativo per 17,7 milioni, contro un utile di 4,2 milioni. In Spagna l’utile sale da 12,5 a 12,8 milioni.

 

Raccolta pubblicitaria in peggioramento

Il secondo trimestre della raccolta pubblicitaria in Italia sarà ancora difficile per Mediaset e l’attesa è per un andamento ‘piatto o in lieve calo’ rispetto allo stesso periodo 2013 quando la raccolta scese di oltre il 15%, come ha spiegato il direttore generale marketing di Publitalia, Luigi Colombo, parlando agli analisti. La pubblicità sta vivendo una fase ‘complicata’ ha detto il manager per cui è ‘impossibile definire delle previsioni’ per l’anno e anche per il breve periodo.

“La prima parte di aprile è stata particolarmente soddisfacente – ha proseguito – ma l’ultima parte è stata negativa. Per questo preferiamo non dare indicazioni sul trend”. Per quanto riguarda il secondo trimestre, Colombo ha sottolineato che “resta duro. Penso che dovrebbe essere positivo mantenere lo stesso trend del primo trimestre”.

 

Per la restante parte del 2014, informa una nota, la scarsa visibilità circa l’andamento del mercato rende difficile produrre stime attendibili sul risultato economico.

“In Italia – si legge nella nota – l’andamento del mercato pubblicitario risulta altalenante (…) settore non sta ancora beneficiando di chiari segnali riferibili all’avvio di una fase di ripresa della domanda e dei consumi”.

“In tale contesto – aggiunge Mediaset – la strategia commerciale della concessionaria Publitalia rimane concentrata sulla sostenibilità di lungo periodo del mercato pubblicitario, attraverso la difesa della redditività. Ed evitando di inseguire comportamenti ribassisti sui prezzi praticati da alcuni concorrenti”.

 

Serie A, la prossima settimana i pacchetti

Adesso Mediaset si prepara alla prossima asta per i diritti di serie A. La società attende “per la prossima settimana i pacchetti” relativi alle squadre su cui formulare l’offerta.

Il Cfo Marco Giordani ha commentato anche la maxi-offerta da 700 mln di Mediaset per aggiudicarsi i diritti in esclusiva per la Champions League 2015-18. Giordani ha detto chiaramente che “è stata una reazione” al “rifiuto” da parte di Sky Italia di trattare sullo scambio dei diritti per la stagione 2014-15 della Champions League.

“Siamo contro il principio dell’esclusiva – ha detto Giordani – Quello che è successo sulla Champions League è stato una reazione. Abbiamo sempre condiviso i diritti. Solo quando abbiamo ricevuto un rifiuto dal nostro concorrente a proseguire in questo modo abbiamo reagito“. Sky è titolare dei diritti in esclusiva per la Champions League 2014-15, mentre a febbraio Mediaset si è aggiudicata l’esclusiva per le tre stagioni successive.

 

Per Digital+, ancora nessuna notifica da Prisa

Per quanto riguarda la spagnola Digital+, Giordani ha riferito che al momento Mediaset “non ha ricevuto nessuna informazione formale” sull’offerta presentata da Telefonica a Prisa. Sul dossier, ha precisato, “ogni opzione al momento è aperta“.

“Abbiamo visto solo i comunicati stampa e le speculazioni di stampa ma non abbiamo ricevuto alcuna notifica“, ha spiegato il manager precisando che gli accordi prevedono una comunicazione formale entro circa 20 giorni. A quel punto Mediaset Espana potrà considerare le opzioni per l’esercizio della sua prelazione per salire nell’azionariato di D+. “Sarà presa la migliore decisione nell’interesse degli azionisti di Mediaset Espana“, ha proseguito Giordani sottolineando che l’azionista Mediaset intende supportare le decisioni del management spagnolo e svolgerà il suo ruolo di azionista una volta valutate le strategie e il ritorno dell’eventuale investimento in Digital+.

 

Per le previsioni del mercato spagnolo, visto che la ripresa economica è maggiormente delineata e avviata, i ricavi pubblicitari dovrebbero mostrare una crescita moderata anche nel corso del secondo trimestre. Periodo al termine del quale Mediaset Espana disporrà anche dell’esclusiva delle partite della nazionale spagnola ai Mondiali di calcio che si terranno in Brasile. Nei prossimi mesi, il gruppo rimarrà concentrato sullo sviluppo multipiattaforma dei propri contenuti, sull’evoluzione strategica delle attività pay, oltre che sull’efficienza operativa, sulla generazione di cassa e sulla profittabilità nel medio periodo. Facendo leva sulla riduzione strutturale dei costi di funzionamento perseguita negli ultimi due anni.

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