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Net Neutrality ed economia digitale: l’Europa a un bivio. Intervista a Sergio Boccadutri (SEL)

Europa


Poche settimane ci dividono dal semestre di Presidenza italiana della UE e tra i temi caldi figurano quelli dell’Agenda digitale europea, del single market e del consolidamento, della neutralità della rete e della protezione dei dati.

Di questo abbiamo parlato con l’on. Sergio Boccadutri, parlamentare di SEL, a margine del suo intervento al workshop “A new Digital Agenda for Europe“, che si è tenuto qualche giorno fa a Bruxelles.

 

 

Key4biz. L’imminente Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea offre un’occasione unica all’Italia per guidare l’agenda politica europea di settore. E questi temi sono stati al centro del suo intervento al workshop di Bruxelles, quali le sfide principali?


Sergio Boccadutri
. È un’opportunità che non possiamo permetterci di perdere. E la sfida è doppia: non solo perché dobbiamo, in questo momento, più che mai, recuperare sullo scetticismo anti-europeo; ma soprattutto perché l’economia digitale e l’ICT rappresentano un settore chiave per la crescita economica e la competitività. Senza economia digitale forte, europea, proiettata verso il futuro, si rischia di perdere la rotta e di soccombere ad altre aree dello scacchiere internazionale.

 

 

Key4biz. L’Europa non ha ancora convinto su questa partita. A quasi cinque anni dal lancio dell’Agenda digitale per l’Europa, osserviamo performance insoddisfacenti del settore ICT in Europa. Perché?


Sergio Boccadutri
. Purtroppo è vero, specie se il raffronto è fatto con altre regioni del mondo, in termini di investimenti, di sviluppo delle infrastrutture, di soluzioni e servizi innovativi, di ruolo delle start-up. Certo non sono stati anni facili e si possono indicare facilmente alcuni fattori che hanno complicato le cose: in primis una crisi economica senza precedenti, il fatto che le nostre industrie e le aziende devono affrontare una forte concorrenza proveniente dall’estero, un alto tasso di disoccupazione in tutta Europa. Ma vorrei anche aggiungere l’eccesso di regolamentazione nei settori dell’economia digitale e dell’ICT. Il sistema delle asimmetrie regolamentari che limitano le operazioni alle imprese europee e lasciano libertà d’azione alle imprese europee che non rispondono alle stesse norme è un paradosso che non può e non deve esistere più. Occorre porre mano a questa anomalia.

 

 

Key4biz. Dove abbiamo sbagliato?

 

Sergio Boccadutri.  Quello che ci è mancata è stata forse la piena comprensione della dimensione globale del mercato. Su tutto ha di certo pesato l’estrema frammentazione dei mercati europei e la polverizzazione, in alcuni casi, delle imprese. Il mercato non è solo Europa. L’Europa nel suo complesso deve invece competere con le altre aree del mondo, dove si registrano livelli di consolidamento molto alti tra i soggetti di mercato.

La capacità dei nostri Stati membri e delle nostre aziende di competere sul mercato globale, insieme alla capacità di rispondere ai bisogni dei consumatori (europei, ma non solo), e la necessità di nuovi posti di lavoro e competenze devono diventare la priorità.

 

 

Key4biz. Quali responsabilità ha la politica?

 

Sergio Boccadutri.  Sicuramente tutto ciò impone una riflessione profonda innanzitutto alla politica: dobbiamo chiederci se gli attuali obiettivi dell’agenda digitale e il quadro normativo e politico sono ancora idonei allo scopo originario nel quadro generale dell’attuale scenario globale. È responsabilità primaria del mondo politico affrontare la discussione correttamente e apertamente e fuori dai provincialismi nazionali.

In mancanza di una tale discussione generale, rischiamo che l’Europa perda il suo primato e smarrisca il suo ruolo.

 

 

Key4biz. Dunque come invertire la tendenza?

 

Sergio Boccadutri.  Se vogliamo che l’Europa riguadagni la leadership nel contesto globale, dobbiamo affrontare il problema tenendo conto contemporaneamente delle esigenze di crescita delle aziende e delle esigenze dei consumatori.

Io credo fermamente che i consumatori europei abbiano bisogno di servizi di qualità, e di un elevato livello di protezione e sicurezza. I consumatori devono essere sostenuti nella loro vita di ogni giorno e le aziende devono facilitare le loro attività quotidiane.

Allo stesso tempo, le aziende dell’UE devono essere certe di competere su scala globale. Hanno bisogno di muoversi in campo alla pari con i player stranieri, senza quei lacci e lacciuoli che si applicano solo al loro operato, e hanno bisogno di essere sostenute nel processo di consolidamento che può rendere forte la loro presenza sui mercati.

 

 

Key4biz. È tempo di bilanci per la legislatura che si sta chiudendo. L’Europa si sta misurando con alcuni provvedimenti chiave. Ad esempio il mercato unico delle Tlc. Qual è la sua opinione a riguardo?

 

Sergio Boccadutri.  La regolamentazione del mercato unico delle telecomunicazioni, e ancor prima la costruzione di un vero single market, contiene una serie di disposizioni che, nella versione originariamente proposta dalla Commissione europea, avrebbero potuto essere considerate un primo passo nella direzione del completamento del mercato unico digitale, in termini di maggiore armonizzazione e competitività dell’UE. Mi riferisco, in particolare, alle disposizioni in materia di spettro, di Net Neutrality, al potere di veto concesso alla Commissione, alle norme in materia di roaming, per citare i punti più rilevanti.

Tuttavia, alcune delle principali proposte sono state radicalmente modificate dal recente voto del Parlamento europeo, e hanno quindi perso la loro prima ragion d’essere e la loro ambizione. Ora la palla passa al Consiglio europeo e lì i capi di governo faranno pesare le opinioni dei sistemi paese. In quella sede peseranno molto gli umori della industry di settore, le cui valutazioni non sembra siano state tenute in conto dovuto in sede di Parlamento europeo.

 

 

Key4biz. Si riferisce alla Net Neutrality?

 

Sergio Boccadutri.  Si mi riferisco innanzitutto alla Net Neutrality. Il Parlamento europeo ha assecondato una visione che, a mio parere, non contribuisce a fare chiarezza su un tema così complesso; un tema che deve essere spogliato dai facili ideologismi su presunte capacità taumaturgiche della rete, che nascondono invece interessi spesso esterni ai bisogni di crescita di una vera economia digitale europea.

La industry europea chiede invece di poter gestire le proprie reti conformemente ai bisogni e alle esigenze dei consumatori, ai quali bisogna offrire infrastrutture avanzate, investimenti nel settore, servizi di qualità. Stiamo assistendo ad un grande dibattito sulla governance di Internet, di cui la neutralità della rete è solo una parte, perché alla base della fornitura dei futuri e innovativi servizi di qualità per i consumatori.

Se non si supera questo equivoco si rischia di minare l’interesse degli investitori internazionali a puntare sull’Europa.

 

 

Key4biz. Cosa suggerisce?

 

Sergio Boccadutri.  A mio parere, i governi degli Stati membri e tutti gli stakeholder devono valutare appieno le conseguenze drammatiche sulle industrie e sui consumatori dell’introduzione di norme più severe in tema di neutralità della rete dell’UE. Ma sono convinto che in sede di Consiglio europeo il dibattito sarà meno sommario e fondato sulle effettive esigenze di rilancio della competitività europea. Non vi sarà futuro dell’Europa senza un’Europa pienamente digitale.

 

 

Key4biz. Su che cos’altro il prossimo Parlamento Europeo dovrà concentrarsi prioritariamente?

 

Sergio Boccadutri.  Senza dubbio sulle proposte di regolamentazione in tema di protezione dei dati e sulla Cyber-security, entrambe essenziali per aumentare la fiducia dei consumatori nell’uso delle reti e dei servizi digitali.

I recenti scandali dei casi Snowden e NSA hanno abbassato il grado di fiducia dei consumatori nel mondo digitale. E a questo dobbiamo porre rimedio senza ulteriori indugi.

Per quanto riguarda la protezione dei dati, in particolare la protezione dei dati personali, credo che sia fondamentale, in una società democratica, che venga garantito un elevato livello di protezione.

Ciò deve valere per tutti i player della catena del valore digitale, indipendentemente dalla loro ubicazione e natura (OTT, fornitori di App, operatori telefonici, ecc.); c’è bisogno che tutti i player siano soggetti alle stesse regole, quando prestano lo stesso servizio agli stessi utenti di un medesimo territorio.

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