Canone Rai, Antonello Giacomelli: ‘Dal 2015 legato alla capacità di spesa delle famiglie’

di Raffaella Natale |

A partire dal prossimo anno il canone sarà più equo, ha osservato il Sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, perché sarà legato alla capacità di spesa delle famiglie.

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Antonello Giacomelli

Un nuovo Piano per risollevare la Rai e trasformarla in una vera media company pronta a competere alla pari non solo con gli altri broadcaster ma anche con le multinazionali di internet sempre più presenti sul mercato dei contenuti.

E’ questo l’obiettivo del governo Renzi che ha chiesto alla Tv pubblica risparmi per 150 milioni di euro. Il Cda ha dato mandato al direttore generale Luigi Gubitosi per studiare le modalità di cessione di una quota di minoranza della società delle torri RaiWay mentre Usigrai protesta e chiede ai vertici di Viale Mazzini un incontro urgente. Tra le misure al vaglio della Rai anche il ridimensionamento delle sedi regionali, contro il quale si è apertamente schierata la Regione Puglia.

 

Giacomelli: ‘Dal 2015 canone più equo’

Intanto l’obiettivo primario per il Sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli resta quello di azzerare l’evasione del canone a partire dal 2015 e garantire un gettito certo ogni anno.

Secondo quanto riferiscono dal Ministero dello Sviluppo economico a Key4biz, “il canone sarà più equo, perché sarà legato alla capacità di spesa di ogni famiglia”.

Non è invece previsto alcun indicatore, come ha scritto qualcuno, che, rapportato ai consumi degli italiani, aiuterà a stabilire l’ammontare del canone.

Le misure per contrastare l’evasione, spigano dal MiSE a Key4biz, saranno studiate insieme al Ministero dell’Economia e saranno applicate a partire dal prossimo anno.

Oggi il canone è di 113 euro, per tutti senza alcuna distinzione, e non lo paga il 27% delle famiglie con un danno che la Rai stima in 1,7 miliardi di euro tra il 2010 e il 2015.

 

RaiWay verso la quotazione

In tutto questo ci si avvia verso l’ingresso in Borsa di RaiWay. Ma quanto vale? Tanto. Basti pensare che Mediaset vendendo solo il 25% di Ei Towers ha incassato ben 283 milioni di euro e la sua valorizzazione si aggira intorno al miliardo di euro.  RaiWay, secondo gli esperti, vale di più e ha un grosso potenziale.

Gestisce 2400 torri di trasmissione broadcasting e realizza un ebitda di circa 60 milioni. Nel 2001, quando l’allora Dg Claudio Cappon era vicino alla cessione del 49% di RaiWay all’americana Crown Castle – operazione bloccata dal Ministro delle Comunicazioni che era Maurizio Gasparri – era stimata in 905 milioni di euro.

A fine 2013 gli analisti di Mediobanca Securities parlavano di una stima di 600 milioni cash, al netto del debito (150 milioni).

 

Usigrai: ‘E’ uno sbaglio vendere RaiWay’

Si registra intanto la forte protesta di Usigrai che ha chiesto un incontro urgente con i vertici della Tv pubblica.

“E’ una situazione inaccettabile ed estremamente grave“, ha affermato, in una nota, l’esecutivo dell’Usigrai presieduto da Antonio di Trapani.

“Avevamo chiesto all’azienda di assumere decisioni formali contro il decreto del governo che taglia 150 milioni di euro alla Rai Servizio Pubblico. Si annunciano ora la vendita di RaiWay e un nuovo Piano industriale: i vertici aziendali si assumono dunque la grave responsabilità di una scelta strategicamente errata, e che se dovesse avvenire sotto il diktat dei “soldi da trovare” diventerebbe di fatto una svendita, senza cercare strade alternative al rilevante ridimensionamento dell’azienda”.

 

 

La Puglia contro la chiusura delle sedi regionali

E contro il ridimensionamento della presenza Rai sul territorio, suggerita dal Commissario alla Spending Review, Carlo Cottarelli, si è schierata la Puglia.

Approvando un ordine del giorno unitario, proposto dal presidente Onofrio Introna e dall’Ufficio consiliare di Presidenza, il Consiglio pugliese ha sollecitato il governo nazionale a non adottare scelte che, pure ispirate dalla politica del contenimento, possano incidere sulla democrazia e togliere voci ai territori regionali.

Nella nota si legge. “Presidente Renzi, ministro Guidi, non date corso a tagli, accorpamenti e soppressioni delle sedi regionali Rai. Commissario Cottarelli, ridurre i costi pubblici è opportuno, ma sulla democrazia non si risparmia. Usare le forbici sul pluralismo dell’informazione ferisce i diritti dei cittadini”.

Il Consiglio pugliese fa appello ai principi della legge 112/2004, sull’assetto del sistema radiotelevisivo, per ricordare che l’attività di informazione radiotelevisiva costituisce un servizio di interesse generale e che la libertà e il pluralismo dei mezzi di comunicazione sono fondamentali nel sistema radiotelevisivo.

 

Giacomelli incontra la Kroes

Si attende adesso il prossimo incontro tra il Sottosegretario Antonello Giacomelli e il Commissario Ue Neelie Kroes. Oggetto dell’appuntamento, l’agenda digitale, senza tralasciare uno dei temi più caldi, la net neutrality.

Non si esclude che possa esserci un passaggio anche sulla prossima assegnazione delle frequenze tv per il digitale terrestre, per la quale l’unico broadcaster che ha presentato domanda è stato Urbano Cairo, viste anche le recenti dichiarazioni del Commissario per la Concorrenza, Joaquin Almunia, sulla procedura d’infrazione che pende sull’Italia.