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Net neutrality, Tom Wheeler (FCC): ‘Le nuove regole proteggeranno internet e i consumatori’

Stati Uniti


Il presidente della FCC Tom Wheeler ha difeso ancora una volta la proposta di nuove regole sulla net neutrality per permettere ai fornitori di servizi a banda larga di farsi pagare un extra dalle aziende per trattare il loro traffico in maniera preferenziale.

Le proposte elaborate da Wheeler, che verranno votate il prossimo 15 maggio, sono state fortemente criticate da chi le ritiene un apripista per un internet a due velocità: una rete performante e di qualità per chi può permettersi di pagare e una di ‘secondo livello’ per tutti gli altri. Il senatore democratico Al Franken, ha accusato Wheeler di voler uccidere internet, ma per il presidente della FCC questi commenti rappresentano un’interpretazione fuorviante delle proposte attualmente al vaglio della Commissione. Innanzitutto perché non si tratta di una decisione definitiva ma di “una richiesta formale di suggerimenti sul modo migliore per promuovere e proteggere la net neutrality”, ha indicato Wheeler in un post sul sito dell’autorità per poi ribadire di essere un forte sostenitore dell’Internet aperto, così come lo è anche il presidente Obama, secondo cui il mantenimento di un ‘Open Internet’ è fondamentale non solo “per il libero flusso delle informazioni ma anche per promuovere l’innovazione e la produttività”.

In secondo luogo, ha aggiunto, “tutte le opzioni per proteggere e promuovere l’Open Internet sono ancora sul tavolo”.

 

Questo processo “porterà a regole applicabili in modo rapido e chiuderanno un decennio di incertezza e contenziosi”.

Le precedenti regole della FCC  sono state bocciate dal tribunale di Washington che ha accolto un ricorso presentato da Verizon contro Netflix.

Quest’ultima proposta vuole invece trovare un compromesso tra i diritti dei consumatori e la necessità degli ISP di gestire il traffico e differenziare le loro offerte: i provider potranno infatti stringere accordi con i fornitori di contenuti (come Google o Netflix) per trattare il loro traffico in maniera preferenziale, purché i termini di questi accordi siano ‘commercialmente ragionevoli’ per tutte le aziende interessate.

 

“L’idea di net neutrality è stata discussa per un decennio senza produrre risultati concreti” e con la conseguenza che oggi l’apertura di internet (e, quindi, anche la sua ‘chiusura’) “è decretata di volta in volta dalle grandi aziende”. Ed è per questo che “ogni ulteriore ritardo non farà che aggravare il problema”.

 

“Il nostro obiettivo è quello di creare regole che incoraggino gli Isp a migliorare continuamente il servizio a vantaggio di tutti”, ha spiegato ancora Wheeler, precisando quello che per lui non è ‘commercialmente ragionevole’.

Non è ragionevole danneggiare i consumatori o degradare il servizio per creare una ‘corsia preferenziale’; non è ragionevole danneggiare la concorrenza né tanto meno costringere i consumatori o i fornitori di contenuti a pagare di più o, ancora, offrire servizi esclusivi o prioritari a un affiliato, così come non è ragionevole frenare la libertà di espressione o l’impegno civile.

 

“Se qualcuno agisce per degradare il servizio a vantaggio di pochi, userò tutto il mio potere per fermarlo”, ha detto ancora Wheeler, che ha anche assicurato che non esiterà a classificare la banda larga come ‘servizio di pubblica utilità’ se si arriverà a una situazione in cui “la nascita del ‘prossimo Google’ o del ‘prossimo Amazon’ rischi di essere ritardata od ostacolata”.

 

Wheeler ha infine ribadito che alla base della sua proposta c’è la garanzia che non sarà possibile per i provider degradare il servizio disponibile per tutti: “Internet resterà come lo conosciamo oggi, un percorso aperto e se un provider agirà in maniera tale da impedire agli utenti di avvantaggiarsi di questo percorso, sarebbe una violazione delle regole sull’Open Internet”.

I consumatori, insomma, saranno sempre nelle condizioni di accedere ai servizi e ai contenuti che vogliono e internet resterà uno spazio aperto all’innovazione, alla crescita economica, alla concorrenza, alla libertà di espressione e agli investimenti.

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