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Cameron, Renzi e Valls: i leader europei più twittati

Europa


David Cameron, Matteo Renzi e Manuel Valls. Sono questi i leader politici europei più twittati d’Europa nel periodo che va dall’8 al 22 aprile, con una leggera prevalenza per il premier britannico che totalizza 239.833 tweet, davanti al presidente del Consiglio italiano con 229.100 tweet e il neopremier francese con 158.514. E’ quanto emerge dal TNS opinion Digital Leader Watch, il report che analizza la popolarità dei politici sui social media e in particolare su Twitter.

 

David Cameron mantiene lo scettro dei tweet, dominando il dibattito sui social grazie alla sua recente apologia del cristianesimo e all’incidente con una medusa, che gli ha morso un braccio rovinandogli le vacanze a Lanzarote.

 

Matteo Renzi si conferma il leader europeo più attento ai social, con più di un milione di followers, e decine di tweet che spesso anticipano le decisioni del governo come nel caso del decreto Irpef. Segue a ruota Manuel Valls, il neopremier francese che non a caso considera Renzi come un modello comunicativo da seguire.

 

Fra i grandi leader europei, curiosamente spicca l’assenza di Angela Merkel, che non risulta avere un account su Twitter.

 

Per quanto riguarda le prossime Europee, la classifica dei candidati alla presidenza della Commissione Ue vede Martin Schultz, candidato del Partito Socialista Europeo (PSE) vicino a Renzi, al primo posto nella classifica dei più twittati (37.200 tweet). Al secondo posto c’è Guy Verhofstadt (10.248 tweet), il candidato alla guida della Commissione Europea per Alde, il gruppo dei liberali all’Europarlamento (sostenuto in Italia da Scelta Civica); al terzo posto José Bové (6.378 tweet), il candidato dei Verdi europei.  

 

Fuori dal podio Jean-Claude Juncker, candidato alla presidenza della Commissione del PPE (Partito Popolare Europeo).

 

Fra i leader europei più popolari sui social si distingue Neelie Kroes, commissario uscente all’Agenda Digitale, che nel mese di marzo ha fatto il pieno di tweet posizionandosi al 12esimo posto della classifica sulle ali del voto del Parlamento Europeo a favore dell’abolizione del roaming da lei caldeggiata.

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