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#NETMundial 2014: la ricetta brasiliana per una nuova internet governance

Brasile


“La governance di Internet deve essere condivisa, trasparente e aperta a tutti. La partecipazione dei governi deve essere democratica. Internet deve essere uno spazio di fiducia, dove si rispettano diritti umani e riservatezza dei cittadini”. Così il presidente brasiliano Dilma Rousseff ha introdotto ieri, nel corso della conferenza NETMundial, la sua idea di internet governance.

“Nessun Paese può avere un peso maggiore degli altri: la governance di internet dovrà essere multipolare, trasparente ed aperta a tutti: la partecipazione dei governo deve fare in modo che nessun Paese abbia un peso preponderante, vogliamo delle relazioni più democratiche”, ha detto Rousseff, secondo cui  va creata una piattaforma di discussione completamente nuova, non un rimpiazzo di quanto esiste ora, con l’Icann – gestito dal Dipartimento del Commercio Usa.

Soprattutto dopo l’esplosione del Datagate, che ha svelato al mondo l’ampiezza dello spionaggio digitale americano, la maggior parte dei delegati presenti a San Paolo per il NETMundial si sono detti d’accordo sulla necessità di una gestione ‘globale e pluralistica’, scollata, insomma, dall’influenza americana. Washington, dal canto suo, ha già fatto sapere di essere disposto a mollare la presa sull’Icann e a trasferire la supervisione di alcune funzioni di controllo del web a un organismo indipendente. Ecco perché l’evento in corso in Brasile assume particolare rilievo per il futuro del web.

 

Il paese, intanto, ha approvato a tempo di record una sorta di ‘Costituzione’ del web, presentata ieri da Rousseff, una legge che fissa i diritti e i doveri degli utenti e delle imprese e dei governi, ponendosi come punto di riferimento per gli altri partecipanti al NETMundial. Una specie di ‘regalo’ ha riassunto il coordinatore della Conferenza, Virgilio Almeida. La legge, ha spiegato, assicura la “protezione della privacy degli utenti contro ogni violazione o utilizzo indebito dei dati degli internauti brasiliani” e garantisce ugualmente la libertà di espressione e la neutralità della rete.

Ad esempio, anche se i fornitori d’accesso a internet potranno continuare a conservare i dati fuori dal Brasile, questi dati saranno soggetti alla legge brasiliana.

 

Il presidente Rousseff non ha mancato di lanciare una bordata agli Usa, sottolineando che lo spionaggio delel comunicazioni da parte dell’intelligence americana è un fatto inaccettabile che costituisce “…un attentato alla natura stessa di Internet. I diritti che le persone hanno quando sono scollegate devono valere anche quando sono collegate alla rete”, ha detto.

 

Il cammino verso una governance globale del web, tuttavia, non sarà breve: al di là dei discorsi, infatti, c’è ancora molta incertezza sui contorni dell’organismo indipendente che dovrà rilevare le funzioni dell’Icann. Basterà rafforzare l’Internet Governance Forum, sotto l’egida dell’ONU? Di fronte a questa possibilità, però, c’è chi sottolinea che gli Stati non democratici potrebbero essere maggioritari in decisioni basilari per il funzionamento di internet.

 

Per Neelie Kroes, Commissario Ue per l’agenda digitale, “…i prossimi due anni saranno fondamentali nel ridisegnare la mappa globale della governance di internet… i risultati di NETmundial devono essere concreti e perseguibili, con tappe e scadenze chiare”.

La Commissione europea “sostiene fortemente – ha detto Kroes – il rafforzamento del modello multistakeholder, basato sul coinvolgimento democratico e trasparente di tutte le parti in causa piuttosto che di un modello basato sul controllo di internet da parte dei governi” perché, ha aggiunto, “gli approcci dall’alto in basso non sono la risposta giusta per mantenere il ruolo innovatore di internet”.

“Le libertà fondamentali – ha aggiunto – non sono negoziabili e devono essere salvaguardate online come offline”.

 

Quel che è certo, ha sottolineato il presidente del board Etno, Luigi Gambardella, è che ‘il Brasile ha dimostrato di aver preso la leadership su un tema fondamentale: il progresso verso una governance aperta di Internet”.

“…Nell’era del digitale – ha aggiunto – non possiamo più prescindere da una gestione condivisa della rete. Abbiamo ascoltato molte promesse in merito; ora bisogna passare ai fatti. Dobbiamo avere certezze su tempi e modalità per l’internazionalizzazione di Icann e delle funzioni di Iana”.

“Per questo – ha proseguito – siamo contenti che anche il commissario Ue Neelie Kroes abbia deciso di chiedere maggiore apertura e trasparenza nella gestione di Internet. Noi, come operatori, siamo al suo fianco nel sostenere un ruolo più forte dell’industria europea e di tutti gli stakeholder nella governance dell’Internet. Il tempo in cui ad occuparsene erano in pochi è passato”.

Senza reti performanti, però, difficilmente imprese e consumatori potranno godere dei servizi innovativi considerati un traino fondamentale per uscire dalla crisi e tornare a essere competitivi. E le reti, spina dorsale dell’economia digitale, devono realizzarle gli operatori telefonici.

Per questo, ha concluso, Gambardella, “…riteniamo che un’Internet migliore passi anche per più investimenti e per una maggiore capacità di innovare da parte degli operatori tlc”.

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