Uber vietato anche a Berlino. Taxi tedeschi contro la app ‘finanziata da Google’

di Paolo Anastasio |

Dopo il blocco deciso due giorni fa nella città di Bruxelles, accolta anche Berlino la richiesta di ingiunzione avanzata dai tassisti tedeschi contro Uber, la app che consente di prenotare un’auto con conducente via smartphone.

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Si inasprisce la crociata europea nei confronti di Uber, la app made in Usa che consente di prenotare auto con conducente via smartphone osteggiata dai tassisti del Vecchio Continente. Messa al bando due giorni fa a Bruxelles, Uber ha subito una nuova sconfitta giudiziaria a Berlino, dove una Corte cittadina ha emanato un’ingiunzione, per ora temporanea, che vieta il servizio, accogliendo così la denuncia dell’associazione dei tassisti berlinesi.  

 

La richiesta di ingiunzione nella capitale tedesca è stata depositata da Richard Leipold, tassista e presidente dell’associazione taxi della Capitale. “Qui non stiamo parlando di una start up messa in piedi da un gruppo di studenti contro il cartello dei taxi. Uber riceve il sostegno di Google. Se vai in giro con i pantaloncini corti, non vuoi certo metterti in concorrenza con uno che indossa gli stivali chiodati”, ha detto Leipold al Financial Times.

 

Fra gli azionisti di Uber ci sono Goldman Sachs e Google Ventures, che l’anno scorso hanno versato 258 milioni di dollari nelle casse della start up nata a San Francisco e presente in un centinaio di città a livello globale.

 

Per ora l’ingiunzione della corte berlinese non rappresenta un divieto tassativo.

Un portavoce di Uber ha detto che la sentenza della corte di Berlino sarà contrastata in modo veemente.

 

C’è da dire che secondo la normativa tedesca che regola il trasporto pubblico non di linea, allo stesso modo di quanto succede in Italia, un noleggio con conducente deve tornare in rimessa dopo il servizio. I tassisti tedeschi denunciano il fatto che le auto di Uber non rispettano questa norma, facendo così concorrenza sleale ai taxi visto che stazionano in città in attesa di nuove chiamate.

Uber replica sostenendo che i suoi autisti sono dei lavoratori autonomi la cui attività non rientra nel suo perimetro di controllo.

I tassisti berlinesi sperano che a questo punto subentri la municipalità di Berlino per farsi carico di procedere con le vie legali nei confronti di Uber.

Secondo Leipold, Uber tenta di fare un servizio taxi senza tuttavia offrire “prezzi e tariffe predeterminate e senza l’affidabilità” dei taxi con regolare licenza. Uber è sbarcata a Berlino nel febbraio del 2013, con un servizio di noleggio Limousine er poi allargare l’attività al noleggio di auto non di lusso.

 

Dopo la sentenza di due giorni fa Bruxelles, che prevede una multa di 10 mila euro per gli autisti di Uber pizzicati in servizio, forti critiche sono state sollevate da Neelie Kroes, commissario Ue al’agenda digitale.

C’è da dire che, come ricorda oggi il Financial Times, l’acquisto di una licenza taxi in Europa può arrivare a 200 mila 300 mila euro. I tassisti con regolare licenza contestano il fatto che gli autisti di Uber si muovano liberamente senza i vincoli che a livello Ue regolano il trasporto pubblico non di linea nel settore taxi e Ncc (Noleggio con conducente).