Editoria, Espresso in controtendenza: utili stabili nonostante la crisi

di Raffaella Natale |

L’Ad Monica Mondardini: ‘Dati positivi grazie al taglio dei costi e alla capacità di cogliere le opportunità del digitale’.

Italia


Carlo De Benedetti

Il Gruppo L’Espresso va in controtendenza rispetto all’andamento critico del mercato dell’editoria. La società di Carlo De Benedetti, ad alcuni giorni dall’operazione con TI Media per le frequenze televisive e nonostante l’allarme lanciato ieri dalla Fieg sulla crisi del settore, gode di buona salute.

Il 2013 è stato archiviato con un utile di 3,7 milioni (l’utile nel 2012 era stato di 21,8 milioni). I ricavi netti consolidati sono stati pari a 711,6 milioni, in calo del 12,4% rispetto al 2012 (812,7 milioni). Il risultato operativo consolidato è stato pari a 31,3 milioni contro i 60,4 milioni dell’anno precedente.

L’Assemblea dei soci ha deliberato di non distribuire dividendi relativamente all’esercizio 2013 e di destinare l’utile di esercizio alla riserva utili a nuovo, avendo la riserva legale già raggiunto il 20% del capitale sociale. “Capisco il rincrescimento, ma non ci sarà nessun ripensamento“, ha precisato De Benedetti, spiegando: “Non ha senso distribuire capitale, è irresponsabile in un contesto in cui si prevedono delle difficoltà“.

 

Conti in attivo anche nei primi tre mesi di quest’anno. Malgrado il settore continui a risentire della fase recessiva, ha registrato fra gennaio e marzo 2014 un utile consolidato di 2,1 milioni, in linea con lo stesso periodo 2013 (2 milioni). Il risultato, approvato ieri dal Cda, mette in evidenza un deciso calo dell’indebitamento netto, sceso nel trimestre a 58,2 milioni rispetto ai 73,5 registrati a fine dicembre 2013. In calo anche il fatturato, sceso a 157,8 milioni dai 182,1. Un andamento che conferma i risultati positivi del bilancio 2013, approvati ieri dall’assemblea dei soci e maturati in un contesto decisamente critico.

 

In particolare La Repubblica, 323,5 mila copie medie cartacee diffuse in totale si è confermato primo quotidiano per vendite; i quotidiani locali hanno migliorato il risultato operativo chiudendo a 26,9 milioni; L’Espresso si è confermato primo fra i newsmagazine con 2 milioni di lettori.

 

Ampio sviluppo della divisione digitale: i siti web del gruppo hanno registrato una media giornaliera di 1,8 milioni di utenti unici; “Repubblica.it” in particolare conta su una media 1,4 milioni ed è il primo sito d’informazione in lingua italiana con un vantaggio sul secondo aumentato al 24%. I dati positivi, ha specificato l’amministratore delegato Monica Mondardini: “Sono stati ottenuti grazie all’abbattimento dei costi e alla capacità di adattarsi alle esigenze del mercato cogliendo le opportunità del digitale”.

 

L’anno appena chiuso è stato molto difficile per l’editoria come si rileva dal Rapporto annuale presentato ieri da Fieg. Ma la crisi dura da tempo ormai: fra il 2009 e il 2013 si sono persi 1.600 posti di lavoro.

Nel 2013 il fatturato pubblicitario dei quotidiani è sceso del 19,4% – in peggioramento rispetto alla flessione del 17,5% nel 2012 – e i ricavi editoriali sono diminuiti dell’11,1%, a fronte di una flessione delle vendite del 6,5%. Anche peggio è andata ai periodici, che hanno registrato una flessione della pubblicità del 24,4%. In Italia il 55% dei ricavi pubblicitari resta concentrato sulla tv, che peraltro ha registrato una flessione del 10% nel 2013.

Dal 2006 al 2013 i ricavi pubblicitari dei quotidiani sono diminuiti di 630 milioni, con una flessione del 60%, a fronte di una contrazione delle vendite del 36%. In sette anni le vendite medie giornaliere sono crollate di 1,6 milioni di copie.