Twitter resta nel mirino in Turchia, Erdogan punta il dito contro l’elusione fiscale

di Raffaella Natale |

Dopo il tentativo di oscurare i social network, Erdogan attacca le web company sul fronte delle tasse. Il governo incontra oggi Twitter.

Turchia


Twitter e Turchia

E’ guerra aperta tra il premier turco Recep Tayyip Erdogan e le web company americane. Dopo aver provato, inutilmente, di intervenire oscurando i social network Twitter e Facebook oltre che la piattaforma di video streaming YouTube, adesso Erdogan attacca su un altro fronte: le tasse.

Sabato, in un’intervista televisiva, il premier ha accusato Twitter d’essere ‘un evasore fiscale‘. “Ci occuperemo di tutto questo“, ha rilanciato senza fornire ulteriori dettagli.

 

Il primo ministro sa che in questo ambito potrà picchiare duro. Sono, infatti, ormai note e largamente criticate le strategie aggressive di ottimizzazione fiscale messe in piedi dalle multinazionali di internet per pagare al minimo le tasse nei Paesi dove offrono i loro servizi. Il tutto è possibile grazie a un complesso sistema di scatole cinesi che permette alle web company di traghettare i profitti nei paradisi fiscali.

 

Erdogan vuole adesso inchiodare queste società, costringendole a pagare le tasse in Turchia, mettendole in difficoltà e infine magari costringerle a uscire dal Paese, per loro stessa decisione. Due piccioni con una fava.

 

Oggi toccherebbe a Twitter comparire davanti ai rappresentanti del governo turco. Secondo indiscrezioni di stampa pare, infatti, che questa mattina i vertici del social network dovranno rispondere dell’accusa di evasione fiscale.

“Posso confermare – ha dichiarato un portavoce all’agenzia Afp – che i vertici di Twitter verranno in Turchia per incontrare alcuni membri del governo”.

Poche informazioni, confermate anche dalla Tv privata NTV che parla di un incontro che si terrà proprio oggi.

Twitter non ha commentato l’oggetto di questo appuntamento, diversamente da quanto ha però affermato NTV, non si tratta dell’apertura di una sede locale in Turchia come ha riferito una fonte vicina al dossier che ha chiesto di restare anonima.

 

Il mese scorso, Erdogan aveva bloccato Twitter nonostante la pronuncia del Tribunale di Ankara e la condanna del Commissario Ue Neelie Kroes, ma anche l’emittente televisiva KanalTurk, legata al movimento d’opposizione Hizemt che fa capo al potete imam Fethullah Gulen.

Decisioni che hanno attirato una valanga di critiche su Erdogan e contro le quali è dovuta intervenire la Corte per annullare i provvedimenti.