Google operatore Tlc? Una minaccia remota per il mercato italiano

di di Mauro Colopi (Principal, Bain & Company Italy) |

La possibile strategia di crescita per adiacenze di Google si basa su un rapporto sinergico con la disponibilità di una propria infrastruttura in fibra. Non è facile replicare il modello valido a Austin o Kansas City a Roma o Milano.

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Mauro Colopi

Negli ultimi giorni circola la notizia di un possibile interesse di Google ai servizi di connettività mobile e come spesso accade i movimenti oltre oceano attraggono l’attenzione anche degli operatori europei. Attenzione dell’Europa a valutare se e come tali movimenti potrebbero essere esportati nei diversi mercati locali innescando nuovi elementi concorrenti da cui proteggersi.

 

Alcune considerazioni possono mettere per il momento al sicuro gli operatori italiani da un’eventuale estensione di offerta Mobile da parte di Google in Italia.

 

In primis, la possibile strategia di crescita per adiacenze di Google si basa su un rapporto sinergico con la disponibilità di una propria infrastruttura in fibra. Replicare la strategia implementabile ad Austin o a Kansas City a Milano o Roma, imporrebbe un doppio livello di investimenti che l’azienda statunitense dovrebbe valutare. Limite questo che rende di per sé il modello di crescita per adiacenza non facilmente replicabile fuori dai confini statunitensi.

 

Altro elemento, è il livello di concorrenza elevato nei servizi mobili che caratterizza il mercato italiano, che ha portato negli ultimi trimestri ad una fortissima battaglia di prezzi che ha eroso significativamente il profit pool aggredibile. Profit Pool che è già presidiato per una parte marginale ma significativa da un numero consistente di MVNO, che nel quarto trimestre del 2013 esprimevano una market share cumulata del  5,8%.

 

Ora è vero che in altri mercati la presenza dei MVNO raggiunge market share anche del 17%, come ad esempio in Olanda, ma è altrettanto plausibile che la combinazione dei livelli di concorrenza del MNO e la maturità dei MVNO già presenti, potrebbe rendere difficile guadagnare una porzione significativa degli utenti mobili. Da cui un potenziale effetto boomerang che un eventuale insuccesso potrebbe generare sull’immagine di successo che ha sempre contraddistinto il fenomeno di Montain View.

 

Ulteriore elemento ostativo è la dimensione effettiva del mercato Wi-Fi Italiano. Il modello di offerta Wireless perseguibile da Google si basa infatti sulla combinazione di una componente primaria di accesso dati tramite Wi-Fi ed elementi complementari mobile, invertendo di fatto la formula tradizionale di off-loading dei MNO. Modello senza dubbio interessante e che proverebbe come i tempi per un pieno utilizzo dell’off-loading non solo sono maturi per sgravare reti mobili estremamente sature ma anche per creare un’offerta e una customer experience migliore per il cliente. Modello tuttavia che mostra limiti di applicabilità nello scenario Italiano. L’Italia è infatti un mercato in termini di diffusione Wi-Fi piccolo rispetto ai Champion Europei. Si pensi ad esempio che la Germania è circa 8 volte più grande. La leva di bilanciamento Wi-Fi – Mobile risulta allo stato attuale difficile da implementare senza investimenti strutturali rilevanti.

 

In ultimo, a livello globale il mercato italiano del Mobile rappresenta una geografia non necessariamente primaria. Basti considerare che a livello europeo, mercati come Francia, Germania e UK valgono da 1,5 a 1,8 volte i ricavi cumulati in servizi dati mobili italiani.

 

Se dunque l’esportazione dell’espansione wireless avverrà in futuro, allora prima interesserà presumibilmente geografie limitrofe, replicando percorsi intrapresi da qualche anno ad esempio da operatori OTT come Netflix, il cui arrivo in Italia sembra slittato al 2015, a fronte di altre geografie europee già coinvolte dai suoi piani di espansione.