Cybercrime: 552 milioni violazioni d’identità nel 2013, in aumento del 62%

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L’Italia resta nella top ten globale fra le sorgenti di attacchi informatici guadagnando undici posizioni nella classifica dello spam. Furti d’identità e perdita di dati per le aziende in aumento.

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L’Italia è ancora nella top ten per quanto riguarda la sorgente di attacchi informatici a livello globale. Per i Bot siamo passati dal quarto posto nel 2012 alla terzo posizione nel 2013, mentre per lo spam abbiamo guadagnato 11 posizioni passando dal 21esimo posto al 10imo posto. E’ questa in sintesi l’immagine del nostro paese che emerge dall’Internet Security Threat report 2013 di Symantec, che analizza il settore dei rischi per la security online, con particolare attenzione per l’evoluzione del cybercrime.

 

Lo studio mette in evidenza che l’ultima tendenza del cybercrime riguarda la natura stessa degli attacchi, che negli ultimi tempi sono più meditati e studiati che in passato.

Nel 2013 si è assistito ad un aumento del 62% del numero di violazioni dati rispetto al 2012, con la compromissione di 552 milioni di identità, dimostrando che i furti di identità restano una minaccia reale sia per il segmento consumer sia per quello aziendale.

 

La dimensione e l’ambito delle violazioni sono in notevole aumento, un fatto che incide negativamente sulla reputazione delle aziende compromettendo i dati personali sensibili degli utenti: dai numeri di carte di credito alle informazioni cliniche passando per le password e i dati bancari. Tutte le otto maggiori violazioni riscontrate nel 2013 hanno determinato la perdita di decine di milioni di dati.

 

Nel 2013 gli attacchi mirati sono aumentati del 91%, con una durata mediamente superiore di tre volte rispetto all’anno precedente. Le figure professionali più bersagliate sono stati gli assistenti personali e i professionisti delle PR, il primo passo per raggiungere i dirigenti di spicco delle organizzazioni dal punto di vista del cybercrime. (P.A.)