Turchia: dopo internet, la censura di Erdogan passa alla Tv

di Raffaella Natale |

Dopo aver bloccato Twitter e YouTube, il premier turco Erdogan passa alla televisione. Ritirate le licenze a KanalTurk.

Turchia


Turchia

Prosegue l’offensiva della Turchia nei confronti dei media. Dopo Twitter, YouTube e, nonostante la pronuncia del Tribunale di Ankara e la condanna del Commissario Ue Neelie Kroes, il premier Recep Tayyip Erdogan passa adesso alla Tv.

L’Autorità per le Tlc (TIB) ha, infatti, oscurato l’emittente televisiva KanalTurk, legata agli oppositori di Erdogan che fanno capo al potete predicatore islamico Fethullah Gulen, ritirando le licenze per trasmettere in tutta la Turchia e limitando il segnale solo a livello regionale.

 

Fatih Karaca, capo della divisione media del gruppo Ipek, ha dichiarato che il provvedimento contro KanalTurk è stato adottato sulla base di una sentenza del 2010. In realtà, ha spiegato Karaca, si tratta di un atto “motivato politicamente“.

Erdogan ritiene, infatti, che i suoi oppositori siano dietro a tutte le accuse di corruzione rivolte al suo governo con l’obiettivo discreditarlo, in vista delle elezioni che si terranno domenica. Il premier è convinto che dietro ci sia un ‘tentativo di colpo di Stato’.

 

Cosa fare allora? Bloccare su internet tutti i social media più frequentati e adesso anche la televisione.

La scorsa settimana è stata la volta di Twitter, ieri di YouTube dopo la pubblicazione online di intercettazioni di presunte conversazioni tra il capo dei servizi segreti Hakan Fidan, il presidente della Repubblica Abdullah Gul e funzionari delle forze armate dove si parla di un piano per alzare la tensione con la Siria provocando un conflitto armato.

L’Autorità per le tlc ha deciso il blocco immediato di Twitter grazie ai nuovi poteri di cui gode dopo l’approvazione il mese scorso di una discussa legge che stabilisce un maggiore controllo da parte del governo su internet. Secondo le nuove norme l’organismo può disporre la chiusura immediata di un sito senza la previa autorizzazione di un tribunale che deve però esprimersi sulla decisione entro 48 ore.

Ieri invece la mannaia della censura ha colpito YouTube, sulla quale sta indagando anche la procura di Ankara. Non è la prima volta che le autorità turche decidono di chiudere la piattaforma di video streaming di Google. I giudici hanno, infatti, più volte vietato l’accesso alla piattaforma che ospitava video che contenevano insulti al padre della patria turco Mustafa Kemal Ataturk, tra il maggio 2005 e l’ottobre 2010.

 

Sulla decisione di oscurare YouTube si è pronunciato anche il Commissario Ue alla Digital Agenda Neelie Kroes.

“E’ un’altra disperata e deprimente mossa in Turchia“, ha dichiarato la Kroes, aggiungendo: “In Europa siamo per un internet aperto alla libera espressione. Esprimo il mio sostegno a tutti quei sostenitori della vera libertà e democrazia”.