#ddaonline. ‘Regolamento Agcom, ammorbidite le procedure di notice and takedown’. Intervista a Mirella Liuzzi (M5S)

di a cura di Raffaella Natale |

La promozione dell’offerta legale trova spazio in un solo articolo che prevede misure quantomeno morbide se non totalmente inefficaci.

Italia


Mirella Liuzzi

Lunedì 31 marzo entra in vigore il nuovo Regolamento Agcom sulla tutela del diritto d’autore online (Scheda). Lanciamo oggi i primi tre interventi dello Speciale #ddaonline che Key4biz ha realizzato per l’occasione.

 

Ne abbiamo parlato con l’on. Mirella Liuzzi del M5S, depositaria di una proposta di legge sul diritto d’autore online.

 

Key4biz. Cosa vi attendete da questo Regolamento?

 

Mirella Liuzzi. Niente di buono.  Il Regolamento restringerà gli spazi di libertà in rete senza risolvere il problema della pirateria.  Addentrandosi nel testo emerge subito come la tanto sbandierata promozione dell’offerta legale come antidoto alla pirateria, soluzione che il M5S sostiene e comprovata da diversi ed accreditati studi internazionali, trova spazio in un solo articolo, su 19, che prevede misure quantomeno morbide se non totalmente inefficaci.

Inoltre, nella versione finale del Regolamento è stato totalmente depotenziato il ruolo delle procedure di notice and takedown che implementate dagli operatori, risolvono una gran parte delle dispute su internet (ricordiamo che questo dovrebbe essere l’obiettivo finale). Reputiamo questa mancanza molto grave, in quando avrebbe permesso di diminuire il numero dei procedimenti davanti ad Agcom.

Inoltre, come noto contro i provvedimenti di Agcom è possibile ricorrere al TAR Lazio che è organo dotato di giurisdizione esclusiva e non specializzato nell’affrontare questioni legate al diritto d’autore (rispetto alle quali ci sono i Tribunali delle Imprese), che richiede il pagamento di un sostanzioso contributo unificato per l’accesso alla giustizia. Questa è una della criticità più evidenti che si apprezzerà dopo l’entrata in vigore del regolamento.

 

Key4biz. Pensate che il nuovo Regolamento potrà bastare a frenare la pirateria?

 

Mirella Liuzzi. Per contrastare la pirateria, sono necessarie oltre ad azioni di sensibilizzazione e educazione digitale, anche provvedimenti legati all’identificazione dei soggetti che realmente realizzano i profitti legati alla pirateria con misure rivolte a intercettare e a bloccare le fonti di approvvigionamento finanziario di tali attività illecite, seguendo lo standard internazionale del cosiddetto follow the money. È un dato ormai acquisito nel dibattito internazionale sulle misure di contrasto alla pirateria massiva su internet come le misure volte a bloccare il finanziamento delle piattaforme appaiono certamente di maggior impatto per il contrasto alla pirateria in rete rispetto alle tradizionali misure di enforcement del diritto d’autore in rete. Finché non si agirà in queste due direzioni, saremo bel lontani dal contrastare realmente la pirateria informatica.

 

Key4biz. Sarà in grado l’Agcom di gestire l’intero processo di lotta alla pirateria o sarebbe più utile un intervento del legislatore?

 

Mirella Liuzzi. Non possiamo prevedere come l’Autorità in concreto farà fronte a questa nuova attribuzione.  Molto dipenderà dal numero di reclami e dalle risorse umane e finanziarie che Agcom dedicherà all’iniziativa.  E’ un dato di fatto che a pochi giorni dall’entrata in vigore del Regolamento, l’Agcom non abbia ancora pubblicato il modulo per inoltrare le segnalazioni né fornito dettagli su come gestirà il processo.  In compenso tutti abbiamo visto lo spot predisposto dall’Autorità. 

Quanto alle iniziative parlamentari abbiamo sempre sostenuto che si sarebbe dovuto muovere il Parlamento su questa delicata materia che riguarda diritti fondamentali come freedom of expression e privacy.

Il M5S ha presentato una proposta di legge per modificare la n. 633 del 1941 legge 22 in materia di protezione del diritto d’autore con l’intento di rendere la protezione del diritto d’autore all’altezza delle sfide discendenti dalla rivoluzione digitale, peraltro in linea con quanto si sta facendo a livello europeo. Se ci fosse stata la volontà politica, in poco tempo, avremmo potuto approvare una modifica di stampo parlamentare e non seguire un Regolamento di un’Autorità indipendente.

 

 

Speciale #ddaonline 31 marzo 2014, vai agli altri articoli: