Net Neutrality, Luigi Gambardella sul WSJ: ‘Dibattito soffocato da populismi e ansie pre-elettorali’

di Alessandra Talarico |

‘La neutralità della rete è come i cuccioli? Si può solo dire che li adori’, dice Luigi Gambardella parlando del Regolamento Connected Continent e degli appelli populisti in difesa dell’open internet a due mesi dalle elezioni europee.

Europa


Luigi Gambardella

Dove sta andando l’Europa digitale? Se internet, come tutti ben sanno, è uno strumento globale, l’Europa può permettersi di stabilire regole che obbligherebbero gli operatori Ue a gestire le reti in maniera differente rispetto al resto del mondo?

È quanto si domanda il presidente del board ETNO, Luigi Gambardella, dalle pagine del Wall Street Journal, facendo una disamina del Regolamento Ue ‘Connected Continent‘, attualmente in fase di revisione al Parlamento europeo.

Un Regolamento che potrebbe penalizzare le telco Ue di fronte ai competitor americani proprio nel momento in cui la competizione per il successo in un mercato altamente innovativo e competitivo è molto forte.

Luigi Gambardella inizia la sua riflessione con un paragone tra la net neutrality e i cuccioli: “Cosa ha a che fare la net neutrality con i cuccioli? Molto più di quanto si possa immaginare”, dice, facendo riferimento a un aneddoto che definisce “cruciale per il dibattito in corso sul regolamento Connected Continent”.

Ad avanzare il paragone, riferisce Gambardella, è stato un osservatore molto addentro alle dinamiche della politica europea, che ha detto: “Condivido la maggior parte delle preoccupazioni dell’industria sull’evoluzione del dibattito, ma la neutralità della rete è come i cuccioli: si può solo dire che li adori”.

 

Il Regolamento Connected Continent si pone l’obiettivo di far ripartire il mercato europeo delle telecomunicazioni rafforzando il mercato unico ma ora, spiega il chairman del board ETNO, “a due mesi dalle elezioni europee, il dibattito è diventato confuso e dominato da appelli populisti in difesa dell’open internet”, un principio che rischia di produrre un testo legislativo “ambiguo e senza senso per gli ingegneri che gestiscono le nostre reti”.

Se gli emendamenti proposti da alcuni membri del Parlamento per separare i ‘servizi specializzati‘ dal resto di internet fossero adottati, dice Gambardella, agli operatori sarebbe infatti “…preclusa la possibilità di dare priorità a un determinato tipo di traffico in nome dell’open internet e questo, in vista delle elezioni di maggio, produrrebbe un ‘cinico effetto cucciolo’ tra i politici europei che rischierebbe di compromettere non solo gli obiettivi del regolamento ma anche la sostenibilità di internet come lo conosciamo oggi”.

Queste misure restrittive, insomma, metterebbero a rischio l’intero ecosistema digitale perché i servizi specializzati – pensiamo ad esempio alla telemedicina, all’Iptv, al video-on-demand – sono già parte di internet e le aziende, i consumatori e i fornitori di servizi sanitari li chiedono e in molti casi li considerano essenziali. Se non si potesse dare priorità a questi servizi, dice Gambardella, “l’unico modo per soddisfare la domanda sarebbe quello di gestire reti separate dal resto di internet pubblico”.

Una legislazione così ‘intrusiva’, continua, non danneggerebbe solo le telco, ma anche l’intera catena di valore che fa affidamento sulla possibilità di offrire servizi specializzati sull’internet pubblico per raggiungere i clienti: pensiamo, ad esempio, nell’ambito della telemedicina, agli ospedali o ad altri soggetti interessati ad una capacità di banda dedicata e di alta qualità “stiamo parlando – dice Gambardella – di servizi pubblici essenziali sia per i cittadini che per i Governi”.

Oppure pensiamo ai fornitori di contenuti, che vorrebbero poter offrire ai clienti un servizio di streaming di qualità garantita per i film o la Tv via internet: perché precludere ai provider la possibilità, fondamentale, di sfruttare nuove opportunità e di trarre vantaggio dalla rivoluzione digitale?

“Per anni – sottolinea ancora Gambardella dalle pagine del WSJ – molte aziende della catena di valore digitale hanno usato queste soluzioni per migliorare la qualità della trasmissione a livello internazionale. Non dovremmo uccidere l’innovazione e le nuove opportunità di crescita con disposizioni mal concepite”.

 

“Il lavoro degli operatori tlc consiste nel dare alle persone accesso ai servizi che desiderano ed è per questo che Etno ha abbracciato il principio di un Internet aperto, dove scelta e diversità sono cardini di una società migliore. Ma la difesa di questo principio non si ottiene soffocando l’innovazione e bloccando la crescita. I parlamentari europei – conclude Gambardella – non devono lasciare che un ‘effetto cucciolo’ pre-elettorale spazzi via il fiorente ambiente digitale che abbiamo oggi”.