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Twitter ancora bloccato in Turchia. La condanna dell’Onu

Turchia


Il blocco di Twitter che dal 20 marzo è stato reso inaccessibile agli utenti turchi, “è incompatibile con gli obblighi internazionali presi dalla Turchia in materia di diritti umani”. Lo ha affermato Rupert Colville, portavoce dell’Alto commissariato Onu per i diritti umani, chiedendo alle autorità di annullare il blocco.

 

“I diritti garantiti ai cittadini offline devono essere protetti anche online”, ha aggiunto Colville, ricordando che l’Onu aveva lanciato l’allarme Turchia già a febbraio, in seguito  all’adozione di una legge che facilita la raccolta dei dati degli utenti e la chiusura dei siti Web senza autorizzazione del tribunale.

Tali misure, ha ribadito Colville, devono essere abrogate perché “sono contrarie alla libertà d’espressione e al diritto alla privacy”.

 

Contro il blocco di Twitter, deciso dalla Turchia lo scorso 20 marzo, si sono levate le proteste di mezzo mondo, compreso lo stesso presidente turco Abdullah Gül che aveva definito la decisione ‘inaccettabile’.

 

A spingere il premier Tayyip Erdogan a imporre il blocco dell’accesso al sito ci sarebbe l’ombra di uno scandalo sessuale: si parla infatti di un video a luci rosse in circolazione da diverso tempo ma pronto a ‘esplodere’ in piena campagna elettorale, a poco meno di una settimana dalle elezioni del 30 marzo. Protagonisti del presunto video, Erdogan e la ex Miss Turchia, Defne Samyeli.

 

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