Telco vs OTT, Roberto Viola (DG Connect): ‘Le regole dell’Ict vanno riscritte’

di Paolo Anastasio |

Roberto Viola, Deputy Director General European Commission DG Connect: ‘Oggi per i consumatori che differenza fa inviare un messaggio di testo sulla rete mobile o via internet? Dobbiamo tenerne conto’.

Unione Europea


Roberto Viola

Il nuovo pacchetto europeo sul mercato delle Tlc sta muovendo i primi passi per trasformarsi in legge ma la Commissione Europea ha già fatto un passo in avanti nel processo di revisione del perimetro del settore. L’obiettivo è chiarire una volta per tutte il rapporto fra OTT come Youtube, Netflix e Skype e operatori tradizionali. Lo scrive il sito specializzato Europolitics, sottolineando che il dibattito aperto a livello europeo va di pari passo con l’iniziativa del dipartimento di giustizia francese, che ha avviato un’indagine per verificare se Skype possa essere considerato un “operatore” a tutti gli effetti.  

 

L’opera di revisione della Commissione Europea sarà affrontata contemporaneamente a quella del pacchetto telecom, come recentemente confermato da Roberto Viola, Deputy Director General European Commission DG Connect. “Oggi per i consumatori che differenza fa inviare un messaggio di testo sulla rete mobile o via internet? Dobbiamo tenerne conto”, ha detto Viola.

 

Tanto più che la prossima Commissione dovrà occuparsi del capitolo che riguarda la convergenza fra telecomunicazioni e servizi audiovisivi, e in parole povere dovrà ridisegnare i confini normativi e le regole “delle tecnologie dell’informazione (Ict)”, aggiunge Viola.

 

Una battaglia normativa attesa con ansia dagli operatori tradizionali, che non perdono occasione per enfatizzare il peso della normativa che grava sulle loro spalle in qualità di provider di rete a fronte dell’assenza di vincoli per i content provider, meglio conosciuti come OTT.  

 

La Commissione Europea ascolta le istanze delle telco, ma prende le distanze, con Viola che ricorda agli operatori che godono di una posizione dominante visto che controllano le reti. “Ogni volta che spuntano nuovi concorrenti le le telco ci chiedono interventi regolatori”, dice Viola. Pronta la replica delle telco: non chiediamo più regole per gli altri, ma meno paletti per noi in modo da poter competere alla pari.

 

Le telco hanno fretta, perché i ricavi sono in calo e la concorrenza degli OTT si fa sempre più forte. Secondo stime di McKinsey sono in pericolo in una decina di paesi della Ue e sono messi anche peggio in alcuni paesi, fra cui Olanda, Spagna, Germania e Regno Unito. Sotto traccia resta il bivio aperto per il futuro delle telco. Un bivio strategico che li chiama a decidere se adottare modelli di business simili a quelli degli OTT, basati sull’advertising e la vendita di dati, o la chiusura agli OTT con politiche restrittive sul fronte dell’accesso alle reti.   

  

Secondo stime di Telegeography, Skype contava una quota del 34% delle chiamate internazionali nel 2012, in crescita del 44%, a fronte di un incremento di appena il 5% dei volume di traffic voce internazionale per gli operatori tradizionali. Nel 2011 l’operatore olandese KPN ha registrato una flessione dell’11% nel 2011 del mercato degli sms a fronte di un incremento clamoroso del market share di WhatsApp, passato nello stesso periodo da una quota del 5% all’85% secondo uno studio McKinsey del 2014.

 

Sul tavolo della prossima Commissione Europea, secondo Roberto Viola, ci sarà il dossier caldo della revisione del quadro regolamentare europeo per il settore delle telecomunicazioni del 2009, per la creazione di una cornice comune per reti e servizi elettronici. La revisione, secondo Viola, prevede la creazione di un level paly field per telco e OTT; la convergenza fra telco e servizi audiovisivi; un coordinamento unico delle misure adottate dai diversi regolatori europei; il nuovo ruolo del Berec.  

 

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