Consolidamento tlc in Francia: due offerte miliardarie per SFR da Numericable e Bouygues

di Alessandra Talarico |

Patrick Drahi di Numericable (215esimo nella classifica Forbes) e Martin Bouygues (al posto 408), dell’omonimo gruppo tlc hanno presentato le loro offerte a Vivendi. Ma potrebbe essere Xavier Niel di Free ad avere l’ultima parola

Francia


SFR

Prove di consolidamento sul mercato francese delle tlc, alla ricerca di un nuovo assetto dopo il terremoto provocato dal new entrant Free, con all’orizzonte uno scontro tra due miliardari: l’imprenditore Patrick Drahi di Numericable (215esimo nella classifica dei ‘Paperoni’ di Forbes) e Martin Bouygues (al posto 408 della stessa classifica), numero uno dell’omonimo gruppo tlc.

Al centro del contendere, l’operatore mobile SFR, per il quale Vivendi ha confermato di aver ricevuto due offerte – da Bouygues Telecom e Altice, casa madre dell’operatore via cavo Numericable.

I dettagli finanziari delle offerte non sono stati resi noti, ma Bouygues ha fatto sapere che la sua proposta valorizza SFR a circa 14,5 miliardi di euro: 10,5 miliardi in contanti e una quota del 46% per Vivendi nella nuova entità, che sarebbe quotata in Borsa dopo la fusione. Questo darebbe al gruppo media di Vincent Bolloré (183esimo nella classifica Forbes) la possibilità di vendere un’ulteriore quota del 15%.

Memore delle preoccupazioni del Governo sulle possibili ripercussioni di un deal sull’occupazione, Bouygues ha altresì precisato che se la sua offerta sarà accettata non ci saranno licenziamenti forzati.

Dalla fusione con SFR, con cui ha già un accordo di network-sharing, Bouygues attende sinergie per 10 miliardi di euro: l’80% da risparmi sui costi, il restante da risparmi sugli investimenti.

L’integrazione, secondo la società di Martin Bouygues, costerebbe 800 milioni di euro in 5 anni, con l’80% delle sinergie realizzate in tre anni, dando vita a un operatore con una posizione finanziaria molto forte e in grado di superare Orange per numero di clienti (32 milioni vs 27 milioni).

 

Bocche cucite, invece, sull’offerta da 15 miliardi di euro presentata da Altice. Un’offerta che sicuramente creerebbe meno problemi dal punto di vista regolamentare, visto che SFR e Bouygues insieme avrebbero 4 volte più spettro di Free e quindi il via libera implicherebbe la cessione di una porzione di risorse frequenziali, come già imposto in altri casi dalla Ue. La commissione europea potrebbe prevedere una simile misura anche per dare il via libera alla fusione, in Germania, tra le divisioni mobili di Telefonica e KPN. Una decisione, quest’ultima, molto attesa e che potrebbe essere stabilire un ‘precedente’ per la nuova ondata di consolidamento attesa in Europa.

 

Vivendi, dal canto suo, ha fatto sapere che studierà le offerte, ma senza fornire un termine ultimo per il ‘verdetto’ finale. Il conglomerato media, prima dell’arrivo di queste manifestazioni di interesse, stava considerando lo spin-off di SFR e la successiva quotazione in Borsa, nell’ambito di una più profonda ristrutturazione volta a ricentrare il business nel settore media attorno a Universal Music Group e alla pay-tv Canal Plus.

 

Come spesso accade, tuttavia, tra due litiganti potrebbe essere un terzo a ‘godere’: parliamo di Xavier Niel, patron di Iliad e Free (e 162esimo nella classifica Forbes), che col suo arrivo sul mercato d’oltralpe ha scombinato e non poco le carte in tavola. Secondo i bene informati potrebbe decidere di presentare anche lui un’offerta su SFR o di virare su Bouygues nel caso l’offerta di quest’ultimo su SFR dovesse essere rifiutata.