SFR: duello all’ultima offerta tra Numericable e Bouygues

di Alessandra Talarico |

Numericable starebbe studiando un'offerta da 14,5 miliardi di euro, ma Martin Bouygues alza le barricate.

Francia


SFR

Si alzano le barricate in Francia contro il progetto di acquisizione di Numericable su SFR. La società via cavo, di proprietà dell’imprenditore franco-israeliano Patrick Drahi, secondo i bene informati, starebbe preparando un’offerta da 14,5 miliardi di euro (11 miliardi in cash, 3,5 miliardi in asset) contro la quale sarebbe però pronto a mettere i paletti Martin Bouygues. Secondo il Journal du Dimance, il numero uno di Bouygues Telecom starebbe a sua volta studiando una controfferta, per evitare che un imprenditore che “non paga le tasse in Francia e che ha lasciato sulla sua strada centinaia di disoccupati”, metta le mani sul secondo operatore mobile del paese.

Vivendi attende di conoscere nel merito la controfferta di Bouygues, che dovrà arrivare entro domani sera, ma ha fatto sapere che le offerte dovranno contenere impegni precisi non solo di natura economica ma anche sul versante della governance, delle sinergie e dell’occupazione. Impegni che Mr Bouygues avrebbe presentato di persona al Governo, avendo incontrato sia Francois Hollande che i ministri Arnaud Montebourg (Industria) e Fleur Pellerin (Economia digitale).

 

Il Governo francese, dal canto suo, prende tempo: un funzionario citato dal quotidiano Les Echos sottolinea che l’esecutivo vuole prima vederci chiaro. “Non vediamo l’urgenza di chiudere di fretta un dossier che potrebbe avere conseguenze importanti in termini di regolamentazione” e occupazione.

 

Del resto, come fanno notare i sindacati, il Governo non sarebbe troppo tranquillo neanche se dovesse concretizzarsi un’integrazione Bouygues-SFR, due società che impiegano complessivamente 17 mila persone e che insieme andrebbero a controllare il 51% del mercato mobile. Una fusione tra i due gruppi farebbe scendere da 4 a 3 il numero di operatori nel paese e, oltre ai timori per la concorrenza palesati dal ministro Montebourg (Orange e la nuova entità che nascerebbe dalla fusione controllerebbero circa il 90% dei ricavi) si profilerebbe anche in questo caso lo spettro dei licenziamenti visto che le attività dei due gruppi – e dei rispettivi dipendenti – sono del tutto sovrapponibili.

 

La vendita di SFR consentirebbe alla casa madre Vivendi di accelerare il processo di ricentramento sul business dei media, della musica e dell’entertainment.

 

Vivendi ha acquisito il controllo di SFR nel 2011, pagando circa 8 miliardi di euro per riscattare la quota del 44% in mano a Vodafone e portando la valutazione dell’operatore a 18 miliardi di euro al tempo.