Appello Donne e Media alla Vigilanza: ‘Il convegno Rai sulle donne, senza proposte concrete è uno spreco di risorse’

di Raffaella Natale |

La promotrice dell’Appello Donne e Media, Gabriella Cims, con un’interrogazione alla Commissione di Vigilanza chiede chiarimenti sull’evento Rai ‘Donna è…’ che si terrà a Roma il 4-5 marzo.

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Gabriella Cims

L’Appello Donne e Media ha presentato un’interrogazione al presidente della Commissione di Vigilanza, Roberto Fico, per avere chiarimenti in merito alla due giorni organizzata dalla Rai sul tema ‘Donne è…’, in occasione del 60° anniversario della Televisione. Un evento importante che si terrà a Roma il 4 e il 5 marzo: seminari, relatori, una profusione di risorse umane, e non solo, discuteranno sulle diverse sfaccettature del “rapporto della Donna con la politica, l’economia, l’innovazione, la cultura e i media“.

Ma da questo evento sono state completamente escluse alcune delle più importanti associazioni, da tempo in prima linea per la parità di genere.

 

Gabriela Cims, promotrice dell’Appello Donne e Media, osserva che leggendo l’elenco dei relatori selezionati a intervenire “si scopre la sgradevole sorpresa che, come con un bisturi, sono stati tagliati fuori dalla kermesse tutti gli organismi di parità, nazionale e locali, i Comitati Unici di Garanzia previsti dall’art. 21 della legge 183 del 4 nov. 2011, le associazioni storicamente impegnate nell’affermazione dei diritti delle donne”.

“Con lo stesso bisturi – continua la Cims – è stata tagliata fuori anche la Rete di associazioni e rappresentanze che, attraverso l’Appello Donne e Media e la redazione di key4biz, hanno conseguito la prima riforma di genere nella storia della Rai, riuscendo a inserire nel Contratto di servizio pubblico tredici articoli contenenti la ‘linea editoriale di genere della TV pubblica’”.

 

Una linea editoriale, precisa la Cims, riconosciuta pubblicamente dalla stessa attuale Presidente Rai, Anna Maria Tarantola, che “comprendeva anche l’impegno a produrre nuovi programmi volti a diffondere modelli di riferimento plurali delle donne. Di questi programmi, purtroppo a tutt’oggi, non si vede traccia nonostante gli annunci e i proclami resi a favore delle telecamere. Tra l’altro, agli studenti universitari, che sono stati invitati a partecipare, forse sarebbe piaciuto conoscere meglio i dettagli di una riforma nata e sostenuta in Rete, balzata sui tavoli istituzionali attraverso il web, con la campagna di ket4biz che ha raccolto migliaia di adesioni, per poi diventare norma nel Contratto di servizio pubblico”.

 

Dai partecipanti si rileva anche l’incredibile assenza di esperti delle tematiche di genere riconosciuti a livello nazionale ed europeo. Il Censis, ad esempio, ha prodotto il primo “Libro bianco, Donne e Media“, a livello europeo, eppure di chi ha lavorato a tale progetto non v’è traccia tra i relatori di questo criptico evento.

 

Secche le domande della promotrice dell’Appello Donne e Media al presidente della Vigilanza Roberto Fico: “Ma allora, senza nulla togliere al valore individuale dei relatori nel loro ambito professionale, con quale criterio è stato organizzato il dibattito? Quali prospettive e proposte concrete mette Rai, il soggetto pubblico promotore con risorse altrettanto pubbliche, sul tavolo del confronto? All’indomani della due giorni, quali saranno le problematiche messe in luce e quali le proposte per migliorare la situazione italiana?”.

 

“L’iniziativa promossa dalla Rai – conclude la Cims – suscita grandi aspettative, ma il rischio è che essa diventi un’occasione mancata per mettere a fuoco le gravi problematiche di genere presenti nei diversi settori analizzati nelle sessioni del convegno, uno spreco di risorse pubbliche spese tralasciando di evidenziare, settore per settore, la situazione di fatto, i problemi connessi e le proposte di miglioramento”.

 

Appello Donne e Media