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#Netneutrality: accordo Netflix-Comcast per garantire la qualità dello streaming

Stati Uniti


Cominciano a farsi sentire i primi effetti della sentenza Verizon-Netflix che, come avevamo anticipato, continuerà ad avere ripercussioni incredibili che rivoluzioneranno profondamente non solo il principio della net neutrality su cui si basava internet negli USA ma anche il mercato dei contenuti digitali, offrendo soluzioni al boom del traffico online.

Il primo effetto di quella rivoluzione è l’accordo stretto nel fine settimana tra la piattaforma di video streaming e Comcast, il colosso americano del cavo che ha recentemente acquistato Time Warner Cable per 45 miliardi di dollari, arrivando a una base di 33 milioni d’abbonati (alcuni competitor hanno già lanciato l’allarme ‘monopolio’).

L’intesa garantisce agli utenti di Netflix, che è partito alla conquista dell’Europa, una maggiore qualità di connessione per gli utenti che accedono alla sua vasta library di film e programmi tv.

L’operatore sta cercando anche in Francia, dove lo sbarco è previsto per il prossimo settembre, di trattare con gli operatori tlc.

 

Tornando all’accordo, con poche righe, le due società hanno annunciato: “Abbiamo stabilito un rapporto diretto tra Netflix e Comcast”.

I dettagli finanziari di questo compromesso ‘pluriennale’ non sono stati resi noti. Ciò che però si sa cono certezza è che Netflix pagherà a Comcast (gli insider parlano di diversi milioni di dollari, ndr), per arrivare direttamente ai suoi utenti senza intermediari.

Netflix ha parlato di un accordo di ‘peering’ con Comcast che, non riguarda per niente la sentenza nel caso Verizon.

“Netflix non riceverà alcun trattamento di rete preferenziale“, ha detto l’azienda, aggiungendo: “Ciò che vogliamo dare ai nostri clienti è un buon servizio streaming che non subisca rallentamenti”.

 

Una soluzione per Netflix che nell’ultimo mese ha, infatti, subito un rallentamento del 14% delle velocità del suo servizio in prima serata, una fascia oraria importante perché è solitamente a quell’ora che la maggior parte degli utenti guardano in streaming sulla sua piattaforma film e programmi televisivi.

Il portavoce di Netflix ha spiegato che questo accordo permetterà, quindi, di ristabilire una velocità di connessione ottima per gli abbonati di Comcast che avevano difficoltà a guardare i contenuti offerti dal proprio servizio.

Finora la maggior parte del traffico Netflix – che nei momenti di punta arriva a rappresentare un terzo di tutto quello generato negli Usa – transitava sulle reti di Cogent (backbone provider), fornitore di banda larga, per arrivare ai cavi di Comcast. Ma la velocità garantita spesso era insufficiente ad assicurare immagini di qualità.

 

Questo accordo segna una data storica nella storia di internet. Intanto perché rivela il peso sempre più importante dei fornitori d’accesso nell’architettura decentralizzata del web, mentre la velocità scambiata sulle reti continua ad aumentare.

Per la prima volta, un fornitore di contenuti (Netflix) pagherà direttamente un access provider per arrivare ai suoi clienti.

Del resto, l’uso sempre più intenso dei sevizi video come quelli di Netflix e l’estensione delle offerte online dei canali televisivi sta rendendo insostenibile l’attuale modello di business basato su accordi di distribuzione gratuiti e reciproci.

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