Fibra ottica: cresce l’adozione nella Ue, ma Cina e Giappone sono avanti anni luce

di Alessandra Talarico |

In corso a Copenaghen la FTTH Conference. Un dato positivo è che la crescita degli abbonamenti (+29%) è superiore alla crescita delle case ‘passate’ dalla fibra (+22%) nel 2013. Una buona notizia per gli operatori che investono nella tecnologia.

Europa


Fibra ottica

Cresce, in Europa, l’adozione della fibra ottica, ma con numeri che impallidiscono rispetto a quelli di altre realtà come la Cina e il Giappone.

I dati emersi dall’FTTH Conference 2014 di Stoccolma, forniscono un quadro esaustivo dei progressi compiuti da alcuni paesi europei: sono 13, in totale, quelli che hanno registrato una crescita superiore al 30% nel numero di abbonamenti FTTH/B. Tra questi, la Spagna (64%), i Paesi Bassi (43%), Francia e Portogallo (41%).

Basti pensare però, per avere un’idea di come queste percentuali siano ben lungi dal poter essere considerate soddisfacenti, che i paesi della Ue a 28 che guidano la classifica in termini di adozione sono la Francia e la Svezia, con 1,2 milioni di utenti ciascuno. La Russia ne ha 9 milioni (dei quali 1,4 milioni aggiunti lo scorso anno), l’Ucraina 1,3 milioni e la Turchia 1,1 milioni.

Numeri che, quindi, pongono anche i più avanzati paesi Ue lontani anni luce dai livelli dei due paesi leader mondiali della fibra ottica: Cina e Giappone con, rispettivamente 37 e 24,7 milioni di utenti FTTH/B.

Nel 2013, 4 i paesi che più si sono dati da fare per incrementare i livelli di copertura: la Spagna, dove la fibra ottica raggiunge 2,4 milioni di abitazioni; la Francia (710 mila); il Portogallo e la Svezia (550 mila ciascuno). Tra i ‘big’ europei, Germania e Regno Unito non superano l’1% in termini di penetrazione (o 200 mila utenti) e sono pertanto esclusi dalla graduatoria, così come l’Italia, dove – secondo dati Ocse – la penetrazione della fibra è ferma allo 0,5% (delle connessioni totali).

Spiega la società di analisi Heavy Reading che un paese può dire di aver raggiunto la ‘maturità’ quando il 20% delle famiglie è abbonato ai servizi in fibra. Al momento, però, solo nove paesi nel mondo hanno superato questa soglia e soltanto 3 sono in Europa.

La classifica è guidata dagli Emirati Arabi, con un tasso di abbonamenti dell’85%, seguiti da Corea del Sud, Hong Kong, Giappone, Singapore e Taiwan con percentuali che vanno dal 63% al 37%. Il primo paese europeo è la Lituania, con una copertura del 100% e una penetrazione del 34%, seguita da Svezia (26,5%) e Lettonia (23,3%). Tutti gli altri paesi europei restano al di sotto della soglia del 20%. Unica new entrant in classifica, la Svizzera, con una penetrazione del 2%, in crescita del 235% nei 12 mesi fino a dicembre 2013. Gli abbonati svizzeri alla fibra ottica sono in tutto 74 mila, il 70% dei quali ha iniziato a usare i servizi nel 2013, la percentuale di crescita più alta in Europa.

 

Un dato positivo che emerge da questi dati è che la crescita degli abbonamenti (+29%) è superiore alla crescita delle case ‘passate’ dalla fibra (+22%) nel 2013. Una buona notizia per gli operatori che stanno investendo nella tecnologia e che hanno bisogno di segni tangibili di un incremento della sua adozione, ma anche per i consumatori visto che una base tenti maggiore incoraggia a investire nello sviluppo di servizi e applicazioni e contribuisce a far scendere i prezzi.

Secondo cifre fornite da IDATE, le tecnologie in fibra ottica (FTTH/B, FTTN e FTTLA) rappresentano il 22% delle connessioni globali e i ricavi legati a queste piattaforme cresceranno del 95% da qui al 2017 a 182 milioni di euro.

A trainare la crescita saranno i paesi dell’Europa dell’Est  (dove l’adozione passerà dal 28% al 49% in 5 anni, mentre in Europa occidentale passerà dal 21% al 32%).

La strada verso la maturità è comunque ancora molto lunga per l’Europa e sono in tanti i decisori politici che, come ha notato il presidente di FTTH Council Europe Karin Ahl, “sottovalutano il pericolo di non portare la fibra nelle case e velocemente”.

“Nei prossimi 30 anni – ha aggiunto – il 70% dell’economia sarà trainata da aziende e prodotti di cui oggi non immaginiamo neanche l’esistenza”.