Frequenze, la Gsma spinge per l’accesso in esclusiva delle telco

di Paolo Anastasio |

Un report di Deloitte, commissionato dall’associazione che raccoglie gli operatori globali, evidenzia che il valore economico della banda aumenta di gran lunga se assegnato in esclusiva agli operatori mobili per la banda larga mobile.

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Gli operatori mobili hanno bisogno di un accesso esclusivo allo spettro per lo sviluppo di nuovi servizi a banda larga. E’ quanto emerge dallo studio “The Impacts of Licensed Shared Use of Spectrum” realizzato da Deloitte per conto della Gsma, l’associazione che raccoglie gli operatori  mobili mondiali. Secondo Deloitte, gli accordi basati sull’accesso condiviso fra diversi soggetti – operatori mobili e soggetti governativi o non presenti sul mercato – in base ad accordi di Licensed Shared Spectrum Access (Lsa)  deve essere un’opzione complementare, anche perché da un punto di vista economico è meno proficua rispetto all’assegnazione della banda in esclusiva alle telco.

 

“Governi e regolatori in tutto il mondo stanno lavorando per fornire più spettro all’industria del mobile, ma sono in difficoltà nel reperimento di banda sufficiente da assegnare su licenza agli operatori per coprire la crescente domanda di banda larga mobile”, ha detto Craig Wigginton, vice chairman di Deloitte.  

 

La condivisione dinamica dello spettro fra diversi soggetti rischia di creare delle limitazioni d’uso agli operatori mobili. Nel Regno Unito e in Francia gli operatori stanno siglando diversi accordi di network sharing, ma la Gsma frena. “I regolatori devono trovare risorse disponibibili per superare l’attuale carenza di spettro (spectrum crunch)”, ha detto Tom Phillips, chief regulatory officer della Gsma.

Liberando 50 Mhz di banda sulle frequenze a 2,3 Ghz a a partire dal 2020 nell’Ue e 100 Mhz di banda sulle frequenze a a 3,5 Ghz dal 2016 negli Usa,  Deloitte ipotizza diversi scenari.

Nell’Unione Europea l’uso esclusivo della banda a 2,3 Ghz per la banda larga mobile potrebbe portare 86 miliardi di euro per l’economia Ue nel periodo 2016-2030. La condivisione dello spettro, al contrario, potrebbe generare vantaggi economico molto inferiori, pari a 70 miliardi di euro, che rischierebbero di fermarsi a 5 miliardi in caso di mancato approccio comune nell’utilizzo dello spettro da parte di tutti gli stati membri.

Nello stesso periodo – dal 2016 al 2030 – l’uso esclusivo dello spettro da parte degli operatori nella banda 3,5 Ghz negli Usa potrebbe contribuire all’economia americana per 260 miliardi di dollari (192 miliardi di euro), mentre l’uso condivisio delle freqeunze porterebbe 210 miliardi di dollari (155 miliardi di euro) che rischierebbero di fermarsi a 7 miiardi di dollari (5 miliardi di euro) in caso di mancato approccio comune nell’utilizzo dello spettro.