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Francia, il ministro Montebourg attacca l’Arcep: ‘Ha troppo potere, va riformata’

Francia


Il ministro francese dell’industria Arnaud Montebourg si è scagliato contro l’Arcep, accusando il regolatore del mercato tlc – l’equivalente francese dell’Agcom  – di essere causa della destabilizzazione del mercato mobile e minacciando di ridurre i poteri dell’Autorità per ‘rimetterla al suo posto’.

“I cittadini – ha detto Montebourg – non chiedono alle autorità indipendenti di dettare legge, gli chiedono di prendere decisioni…non vogliono che si applichino delle regole, ma che si facciano scelte”.

 

Citando la necessità di procedere a una ‘riorganizzazione del settore’, Montebourg ha sottolineato che “non spetta alle autorità indipendenti dire ciò che è buono o meno nel settore delle telecomunicazioni” ma al governo, legittimamente eletto.

Qualche giorno prima era stato il ministro all’economia digitale, Fleur Pellerin, a evocare un ritorno dello ‘Stato stratega’, soprattutto nella preparazione delle aste delle frequenze, che in futuro dovranno essere accompagnate da precisi obblighi in materia d’investimenti.

 

Montebourg aveva già polemizzato col regolatore un anno e mezzo fa, in occasione dell’arrivo sul mercato del quarto operatore mobile, Free, che con le sue offerte a prezzi ‘stracciati’ aveva scatenato le ire degli operatori storici (Orange, SFR e Boyugues Telecom) secondo i quali questo ingresso era stato ‘preparato male, senza valutare le conseguenze’. Già allora, il ministro aveva accusato l’Arcep di “prendere scelte politiche, al posto della politica”.

Subito dopo il primo ministro Jean-Marc Ayrault aveva chiesto a Montebourg, alla Pellerin e al ministro della cultura Aurélie Filippetti di studiare la possibile fusione tra l’Arcep e il Consiglio superiore dell’Audiovisivo (CSA), alla luce della convergenza crescente tra i contenuti internet e quelli televisivi. Ma la scorsa primavera il governo aveva poi deciso di fare un passo indietro e la questione non era più stata sollevata pubblicamente.

 

E dire che solo pochi giorni fa l’Arcep si era pubblicamente autoincensato per gli ottimi risultati ottenuti sul versante della concorrenza nel settore mobile, che – dopo l’ingresso di Free – ha registrato un netto calo dei prezzi e il mantenimento dei livelli di investimento.

Una tesi smantellata dal ministro, secondo cui, invece, la politica del regolatore, troppo sbilanciata verso i consumatori, mette in pericolo gli investimenti nella fibra ottica degli operatori tradizionali “presi alla gola da una guerra dei prezzi irresponsabile e distruttiva”.

 

Per Montebourg, infatti, “la concorrenza non è una politica, ma è l’assenza della politica” e quattro operatori a contendersi lo stesso mercato sono troppi: bisognerebbe guardare all’esempio della Germania, dove il progetto di fusione tra Telefonica ed E-Plus ridurrebbe da 4 a 3 il numero di operatori sul mercato.

Il rischio che si corre in Francia, invece, è la “balcanizzazione e la frammentazione del mercato”, che sarebbe così lasciato in balia dei ‘Gulliver’ cinesi e americani, pronti a “fare shopping nel grande disordine dei lillipuziani che urlano sulla pubblica piazza”.

 

Montebourg invia quindi un messaggio chiaro a Free Mobile e Orange, chiedendo lo scioglimento ‘progressivo e anticipato’ del contratto di roaming – valido fino al 2018 – tra i due operatori i cui dirigenti, tra l’altro, sono stati protagonisti nei mesi scorsi di un duro scontro.

L’atteggiamento del ministro Montebourg nei confronti di Free è cambiato nel corso del tempo. Se nel 2012 il suo arrivo su mercato fu salutato positivamente, negli ultimi tempi il ministro ha accusato Free di distruggere posti di lavoro nel settore a causa della guerra dei prezzi in cui ha gettato il mercato. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il recente lancio sul mercato di servizi 4G senza costi aggiuntivi. Un pacchetto che i competitor sono stati costretti a replicare.

 

 

 

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